Il film Wendy di Benh Zeitlin con Devin France, Yashua Mack, Gage Naquin presentato ad Alice nella cittá.
Non delude la rivisitazione cinematografica in chiave caraibica dello sfruttatissimo romanzo di Peter Pan, nella versione potente, a livello visivo e narrativo, realizzata da Benh Zeitlin (“Il re della terra selvaggia”) nel suo ultimo film “Wendy”, presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione autonoma e parallela “Alice nella Città”, che vede come protagonista la bambina poi ragazzina che diviene l’amica più cara di Peter Pan guidando in piena notte, con un balzo coraggioso sulle carrozze di un treno in corsa, i suoi fratelli gemelli verso l’Isola che non c’è.
Zeitlin scardina ogni contestualizzazione dal mondo anglosassone e traspone la storia in un altrove senza tempo.
Wendy (l’intensa Devine France) è la figlia di un’ostessa single che gestisce, in una zona degradata ai confini del mondo, un locale vicino alla stazione di un treno; Peter Pan (un incredibile Yashua Mack), è un bambino antillano nerissimo con occhi di brace e capelli rasta, trovato dal regista, dopo lungo cercare, in un minuscolo villaggio rastafariano di Antigua; Capitan Uncino è un ex-delizioso ragazzino che diviene molto cattivo – e quindi invecchia in tempi rapidissimi – in seguito a un immenso dolore; l’Isola che non c’è è una terra vulcanica, meravigliosa e selvaggia, nei cui mari vive un personaggio ancestrale, la Madre di tutti i bimbi perduti, contro la quale si dirige la rabbia degli ex-bambini rimasti bloccati sull’Isola ed invecchiati precocemente, per aver tradito i loro sogni e desideri infantili.
Il messaggio è lo stesso del consueto ed onirico percorso evolutivo di Peter Pan, i protagonisti anche, ma al tempo stesso siamo in un mondo ‘altro’, all’interno di una natura prorompente e magnifica, che sbalordisce lo spettatore e lo trascina, anche grazie al ritmo in costante accelerazione ed alla musica che accompagna la tensione crescente della storia, in una fascinazione ammaliante e conturbante. Wendy torna a casa, cresce e diventa a sua volta madre, e l’ultima scena è dedicata proprio ai passaggi generazionali, tra giovani affamati di avventure e genitori preoccupati ma ancora, sperabilmente, sognatori.
Giunto ben otto anni dopo il film della notorietà (“Beasts of the Southern Wild”), e dopo molti rifiuti fatti dal regista ad operazioni commerciali (e magari tanti film per ragazzi realizzati in digitale si ispirassero a questo ‘realismo fantastico’), Wendy è stato presentato al Sundance Film Festival 2020.