Si appresta ad una edizione eccezionale il longevo Sguardi Altrove Film Festival, che sostiene la città e inizia il suo viaggio cross mediale tra teatri e online. E per aprire le danze di una puntata così speciale, che segna la caparbietà della città, non è un caso la scelta del film di apertura: Love Sarah di Eliza Schroeder.
La trama di Love Sarah di Eliza Schroeder
Il film inizia con una ritmica sequenza in bicicletta, dove un evento importante è scandito dalla pedalata affannata di una ragazza per le strade di Londra. Musicata con energia, infonde una grande positività anche nello spettatore. Insomma, sono tutti emozionati, anzi tutte emozionate, dato che si vedono solo volti femminili. Ma la frenetica corsa finisce male, e Sarah ci lascia ancora prima che la sua avventura prenda inizio.
L’amica Isabella rimane così senza la preziosa socia nell’apertura di quella che doveva essere la pasticceria dei loro sogni. E più di tutti, Clarissa perde la madre e Mimi la figlia. Le tre donne, che tra l’altro non si parlano da un po’, adottano a quel punto il sogno di Sarah: come omaggio alla sua memoria e motivo di riscatto e riconciliazione famigliare e nella vita.
Quattro donne, un unico sogno
È un racconto delicato senza troppe pretese Love Sarah di Eliza Schroeder, sebbene di queste quattro donne si racconti in un momento delicato della loro vita. Se la morte di Sarah naturalmente crea un enorme dissesto, la regista non si perde in melodrammi inutili: avranno sicuramente sofferto anche loro, probabilmente lontano dalla videocamera. Preferisce piuttosto rivelarci di come avviene il loro riscatto, una volta che, superata la prima crisi, la sofferenza si trasforma in opportunità. Isabella, l’amica, ha l’istinto manageriale e in realtà anche le capacità per rimpiazzare l’amica mancata; Mimi, la nonna, ha i soldi e le idee geniali; Clarissa, la figlia, il cuore infranto e grandi dubbi sul futuro.
La svolta avviene quando un pasticcere di vecchia conoscenza si propone ai fornelli e lì, la “mousse on the biscuits” unisce tutti i palati. L’interpretazione più convincente è quella di Mimi (Celia Imrie, Il diario di Bridget Jones, Bridget Jones’s baby), una nonna decisamente atipica con un passato da trapezista, che sostenendo la memoria della figlia ritrova nuova vita, energia ed amore. Inoltre, è grazie a lei e al suo spirito brillante che la pasticceria Love Sarah trova finalmente una propria chiave per il successo.
Il film non fa girare la testa: è un’opera prima ancora insicura, ma gentile nei modi. La regista mostra di avere a cuore le sue protagoniste, prediligendo i sorrisi e la caparbietà tutta femminile di queste vite semplici, nella grande metropoli multiculturale londinese. Sarà una torta giapponese a conquistare i palati!