Su Netflix è arrivato Mi chiamo Francesco Totti, il film prodotto da Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia Valsecchi, una produzione The Apartment e Wildside, entrambe del gruppo Fremantle, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.
Il docu-film racconta la notte prima dell’addio al calcio di Francesco Totti che rivive la storia di una maglia indossata per 25 anni.
Presentato con successo alla Festa del cinema di Roma, Mi chiamo Francesco Tottiè una lunga lettera che il Capitano, o il Bimbo de Oro, della Roma ha scritto e ripercorso assieme ad Alex Infascelli.
L’inizio della Storia
La storia inizia su una spiaggia romana, quella di Tor Vajanica dove, piccolissimo, Francesco muoveva i primi passi. Impacciato, come tutti i bimbi che provano a camminare, Francesco provava già a giocare a pallone quasi rincorrendo quell’oggetto per cui proverà un’amore e una devozione smisurata.
Lo chiamiamo Francesco perché sarà proprio lui, nel corso del racconto a specificarlo: sul campo sono Totti, fuori Francesco.
Accostando video privati della famiglia, a video sportivi e foto di immagini sportive, Mi chiamo Francesco Totti ricostruisce dettagliatamente la vita calcistica della bandiera della Roma. Dai primi tiri con i compagni di scuola, all’esperienza nella Lodigiani per poi arrivare alla Roma. Romano e romanista, il suo sogno era quello di indossare la maglia per cui tifava e, magari, incontrare il suo mito: Giannini.
Il sogno si realizza di lì a poco, dalla primavera, ancora minorenne, Totti viene convocato nella prima squadra. La sua voce fuori campo sottolinea “Avevo paura e non volevo andare”, ma l’attaccamento alla maglia è più forte e il destino lo mette in campo vicino a Giannini.
Una passione: Roma
Innamorato della squadra e dell sua Città, in Mi chiamo Francesco Totti, emerge il rapporto viscerale che lega il giocatore Totti alla maglia, alla città e ai suoi cittadini a cui deve tutto il bene ricevuto. Raccontando le sue imprese calcistiche, il suo affetto per i compagni, il rispetto per gli avversari e -sopratutto- i suoi difetti, Francesco afferma che senza l’amore della sua città e dei suoi tifosi non avrebbe mai avuto il coraggio di essere Totti.
Dichiarando come indossare per tanto tempo gli stessi colori sia stato per lui fondamentale e come non avrebbe potuto fare diversamente, nonostante ricche richieste da altre squadre, Francesco, bonariamente e con la sincerità che lo ha sempre contraddistinto, conferma che non sarebbe mai potuto andare in un altro luogo.
La sua è una storia di un grande amore e di una grande devozione, quella per una città che magica, e che difficilmente si può dimenticare.
Alex Infascelli e Totti
Come fosse spettatore di una partita, il regista Infascelli utilizza per questo documentario uno stile volutamente semplice e, ci sentiamo di dirlo, sincero. Come a non volersi staccare da Francesco anche nella regia, non ci sono grandi scelte di camera o di montaggio. Questo però non rende mediocre il prodotto finale. Ricorrendo a questa visione “Tottiana” Infascelli è spettatore e ammiratore e consente allo spettatore di sentirsi in sintonia con ciò che sta vedendo. In questo modo, ci si immerge nel racconto, come se si stesse leggendo un libro e animando le pagine da cui, effettivamente, il documentario è tratto.
Il destino di Francesco Totti
Che si sia tifosi o no, che si abbia letto il libro oppure no, Mi chiamo Francesco Totti è un prodotto che non ha presunzioni di essere qualcosa di superiore a chi è stato ed ancora è l’uomo che da titolo al documentario.
Una persona genuina, un uomo che riconosce i suoi errori – da episodi avvenuti sul campo da gioco a quelli avvenuti fuori- e un giocatore eccezionale, geniale, capace di ribaltare il risultato di una partita in pochi minuti quanto lingue malevole amavano etichettarlo come “finito”.
Francesco Totti lo riconosce. Il suo è stato destino, gli sportivi lo ringraziano per averlo visto giocare, chi invece non ama il calcio può godersi due ore di leggerezza, in cui si racconta come si sono realizzati i sogni di un bambino.
Mi chiamo Francesco Totti, il trailer
Mi chiamo Francesco Totti, soggetto e sceneggiatura di Alex Infascelli e Vincenzo Scuccimarra, è tratto da UnCapitano scritto da Francesco Totti con Paolo Condò (edito da Rizzoli).
Prodotto da Lorenzo Mieli, Mario Gianani e Virginia Valsecchi, una produzione The Apartment e Wildside, con Capri Entertainment, Fremantle, con Vision Distribution e Rai Cinema, in collaborazione con Sky e Amazon Prime Video.
Distribuito da Vision Distribution nelle sale italiane dal 19 al 21 Ottobre.