È di qualche ora fa la notizia che Dexter Morgan, agente della scientifica di Miami di giorno e serial killer di notte, con le fattezze di Michael C. Hall, tornerà in una miniserie revival di 10 episodi, dopo essere stato protagonista di otto stagioni dal 2006 al 2013 (attualmente disponibili su Amazon Prime Video) che hanno imposto il personaggio come uno dei più riusciti e indimenticabili della storia tv.
Una serie cult
DEXTER è adesso un cult.
Forse se uno spettatore smaliziato vedrebbe oggi i titoli di testa, ancora freschi e intelligenti, stenterebbe a capire quanto nel 2006 (un’era geologica fa, se parliamo di comunicazione e audiovisivo) fossero affascinanti e rivoluzionari.
Se ci si appassionasse oggi a questo personaggio così oscuro, con dentro un abisso così profondo e spaventoso, difficilmente si potrebbe capire quanto all’inizio fosse destabilizzante.
Ma si può essere certi che ancora oggi, a distanza di ben 14 anni dalla prima messa in onda, DEXTER conservi un fascino immortale, forte di una scrittura densa e decisa ma sottile e intelligente, di un approfondimento che probabilmente è difficile trovare in serie così mainstream, e di una triangolazione nei rapporti interpersonali strabiliante, con quel mix intenso e delicato tra elementi da purissima soap e nefandi particolari da horror.
Dexter Morgan è un ematologo della polizia di Miami, ma anche un efferatissimo serial killer che sceglie le sue prede fra i colpevoli di vari delitti rimasti impuniti: ma nonostante la sua collocazione nell’ambito dei “criminali”, è difficile inserirlo nell’elenco dei cattivi.
Perché il suo comportamento è dettato da un lacerante trauma infantile, perché le sue azioni sono compiute in nome di una distorta ma fortissima visione morale del mondo, perché il concept della serie definisce in maniera manichea Bene e Male per poi gettare scompiglio presentando il personaggio che saltella qua e là dal confine, sfumandolo e dimostrandone l’inefficacia.
I punti forti e le innovazioni
Da non sottovalutare poi le figure femminili della serie: mai stereotipate, ricche di sfaccettature e personalità a cominciare dalla sorella di Dex, Debra, impersonata da Jennifer Carpenter.
Si parlava dei titoli di testa: innovativi per l’epoca, hanno fatta storia e adesso sono imitati e ricalcati perché perfettamente calibrati e funzionali alla storia che si va a raccontare. Senza dimenticare di mostrare il sangue. Il sangue, che si insinua sulle cover dei box set, nei (meravigliosi) titoli di testa, nella storia: in rosso è virata la fotografia, nel profondo rosso precipita tutta la narrazione, patinata ma avvolgente, sinuosa e scoppiettante, sempre pronta ad offrire una Miami -e quindi tutto un universo geografico ed emozionale- di rara intensità e potenza visionaria ed evocativa.
Tutto questo grazie ad una regia sapiente: nel corso della sua vita televisiva, DEXTER ha collezionato 23 nomination ai prestigiosi Emmy e 9 ai Golden Globe, vincendo quello per la miglior regia per l’episodio La Storia Si Ripete: il lavoro dietro la macchina da presa è costantemente brillante, rimanendo in un equilibrio perfetto anche nel mostrare le scene più efferate, tra sbudellamenti e squartamenti, rendendo affascinante il disturbante.
Il tutto spettacolosamente riversato in immagini simbioticamente legate ai dialoghi, in un montaggio che lega passato e presente, nell’approfondimento che precipita poi nel più puro e perfetto feuilleton poliziesco. Che conta personaggi centralissimi anche nell’incastro narrativo, con ad esempio un assassino (quello delle prime due stagioni, l’ice truck killer -il “killer del camion frigo”-, uno straordinariamente in ruolo Christian Camargo) che si rivelerà nell’ultimo episodio della prima stagione il fratello di Dexter.
E sono proprio rivelazioni come questa, colpi di scena da feuilleton sempre ben assestati e puntuali, che sorreggono l’impianto narrativo dando consistenza alla trama e facendo sì che i personaggi acquistino profondità retroattiva e nuovi aspetti caratteriali, a partire proprio dal profilo morale del serial: che fin dall’ambivalenza del personaggio centrale si mostra come “erede diretto”, ancorché migliorato, del new horror (americano in particolare, con i vari SAW e HOSTEL, ma anche europeo con HAUTE TENSION o MARTYRS o A L’INTERIEUR), ovvero quell’horror figlio del nuovo millennio che porta con sé tutte le contraddizioni, e le problematiche, e le ambiguità, della (rappresentazione della) violenza postmoderna.
DEXTER
Anno: 2006
Durata: 8 stagioni, 96 episodi
Distribuzione: Amazon Prime Video
Genere: thriller, drammatico
Nazionalita: Stati Uniti
Regia: aavv
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