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GOOD GIRLS: su Netflix la serie delle “brave ragazze”

Su Netflix sono disponibili gli episodi dalla prima alla terza stagione di Good Girls, con Christina Hendricks nei panni di una mamma e moglie piena di incredibili risorse.

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Disponibile su Netflix dalla prima alla terza stagione – mentre si attende l’arrivo della quarta – Good girls è la serie creata da Jenna Bens (Grey’s Anatomy, Scandal) e incentrata sulle vicende di tre donne alquanto intraprendenti.

Beth (Christina Hendricks, Mad Men), sua sorella Annie (Mae Whitman, Parenthood) e Ruby (Retta, Parks and Recreation) sono grandi amiche, sin da quando erano giovani. Oggi vivono in un piccolo sobborgo del Michigan con le rispettive famiglie e cercano di tirare avanti come possono, finché un giorno non si presenta un’occasione unica. Tutto sembra filare liscio, ma l’ingresso in scena di Rio (Manny Montana, Graceland), un criminale tanto affascinante quanto spietato, le catapulta in un gioco più grande di loro.

La serie targata NBC esibisce quelle tinte pastello macchiate di crime, che lo avvicinano a una pietra miliare quale Desperate Housewives. Se però in quest’ultimo la precedenza la avevano le storie private delle cinque protagoniste, in Good Girls la parte del leone la fanno le situazioni criminali e il modo in cui Beth, Annie e Ruby tentano di tirarsene fuori.

Good Girls: tra colpi di scena e femme fatali

I colpi di scena non sono molti ma ci sono, centellinati e posizionati a effetto nel corso degli episodi – sono 10 nella prima stagione, 13 nella seconda e 11 nella terza – spesso e volentieri chiusi sul cliffhanger.

Man mano che ci si addentra nella storia, l’intreccio viene arricchito di dettagli e di indizi ai quali spetta il compito di intrigare. Dopo aver catturato l’attenzione del suo pubblico, la serie gioca con le convenzioni del genere.

La femme fatale, perfettamente simboleggiata dal fisico della Hendricks, è una donna consapevole del suo sex appeal, ma qui scopre gradualmente come sfruttarne le potenzialità. Oltre alla sensualità, Beth ha un’intelligenza sopra la norma. Ed è così che ne viene fuori uno dei migliori personaggi femminili del piccolo schermo, strutturato e solido.

Con le comprimarie è un gioco da ragazze

Nell’economia della storia e del personaggio, risultano essenziali Annie e Ruby, La prima è una classica rappresentazione di sorella minore, bisognosa e dipendente: alla Whitman spetta il ruolo più frivolo (almeno in apparenza) delle tre. La seconda è invece una sorta di donna del focolare, che mantiene insieme la sua famiglia, anche con il lavoro e un’innata forza di spirito.

Le tre protagoniste mostrano ciascuna degli aspetti simili eppure differenti di madre, moglie e donna. Ne emerge un ritratto realistico – considerando il contesto nel quale il racconto è ambientato – pregevole e divertente. Non mancano infatti battute e gag alquanto spassose. L’improvvisazione messa in campo da queste criminali alle prime armi genera inevitabilmente momenti di ilarità e caos generale.

Con “BRio” c’è più gusto

Good Girls mescola brillantemente i toni della commedia con quelli del giallo. Tutta la parte più seria, e talvolta violenta, poggia sulle spalle di Rio, altra figura top delle serie tv. Dietro la facciata di boss vero e proprio, ne esiste un’altra, svelata più avanti nella storia, che porta ad altre interessanti e inaspettate sfaccettature.

Tra i punti di maggior forza dello show c’è senza dubbio il rapporto tra Rio e Beth, divenuti in poco tempo una delle ship più cliccate e amate degli ultimi tempi – dal nome BRIO. Dopo il primo incontro appare subito evidente la chimica che intercorre tra i due e che darà vita ad alcuni incredibili picchi di erotismo.

In tal senso vanno apprezzate le performance di questi attori, tutti o quasi provenienti dal piccolo schermo, bravissimi nell’incarnare i rispettivi personaggi senza forzature, grazie anche a un’ottima scrittura.

La colonna sonora concorre infine a restituire mood e ritmo più appropriati a ogni episodio.

Un’ultima postilla al coraggio avuto nell’accennare un argomento delicato e complesso come il cambio di genere e le difficoltà ad esso collegate.

*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.

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