Il 10 ottobre 1985, moriva Orson Welles, uno dei personaggi più innovativi nel mondo del cinema. Per l’occasione segnaliamo il documentario Rosabella – La storia italiana di Orson Welles (1993), diretto da Gianfranco Giagni e Ciro Giorgini, disponibile su Rai Play.
Rosabella – La storia italiana di Orson Wlles racconta il rapporto del regista statunitense con il Bel Paese. Il documentario, senza mai essere didascalico, diventa una preziosa guida per approfondire la filmografia di un genio come Orson Welles.
La trama
Il tutto inizia e prosegue come un viaggio nella vita pubblica e privata del regista, autore e interprete. Gianfranco Giagni e Ciro Giorgini ripercorrono i luoghi frequentati da Orson Welles durante il suo soggiorno italiano, tra gli anni ‘50 e ‘60. Le immagini dell’epoca, alternate con interessanti interviste, ricordano i tanti progetti non realizzati e il rapporto con la sua terza moglie, l’attrice italiana Paola Mori.
Un genio impacciato
Il documentario fa emergere un Orson Welles a tratti geniali, ma anche timido e impacciato per quanto riguarda le cose pratiche. Nel nostro paese, il regista si ritira nella sua casa di Fregene e raramente prende parte ai bagordi della dolce vita.
E sembra quasi un caso la sua presenza in una foto scattata all’interno del Caffè Greco di via Codotti, dove il regista è ritratto insieme ai più famosi intellettuali italiani.
Orson Welles preferiva rimanere nella sua villa, trasformata in una sala di montaggio.
Roberto Perpignoni lo ricorda immerso nel lavoro e in perenne ricerca di fondi per realizzare i suoi film. Alessandro Tasca, uno dei suoi più fidati collaboratori, racconta, invece, interessanti ed esilaranti aneddoti, come la scomparsa di alcuni nasi finti.
L’arrivo in Italia
Orson Welles giunge nel nostro paese nel 1948, per interpretare il ruolo da protagonista in Cagliostro, una produzione italo-americana, con la regia di Gregory Ratoff.
Ma non era molto apprezzato in Italia ed era conosciuto soprattutto per essere stato il marito di Rita Hayworth. Il suo Citizen Kane fu stroncato dalla stampa nostrana, considerato un film non riuscito.
Il regista amava le bellezze artistiche e paesaggistiche del Bel paese, ma odiava rapportarsi con l’apparto produttivo italiano.
Inoltre pare che non apprezzasse neanche alcuni aspetti culturali del nostro paese come la lingua.
È Arnoldo Foa a sollevare la questione. Rosabella – La storia italiana di Orson Welles propone una sua intervista, dove l’attore ricorda come il regista statunitense considerava l’italiano una lingua non teatrale.
Di conseguenza nessun attore possedeva gli strumenti per raggiungere la fama internazionale. Ma Alessandro Tasca smentisce tutto e ricorda che Orson Welles nutriva una profonda stima per alcuni interpreti, come Eduardo De Filippo e Carlo Dapporto.
Otello
Rosabella – La storia italiana di Orson Welles prosegue narrando la complessa genesi di alcuni film, in parte realizzati nel nostro paese, come Otello. Il regista impiegò circa tre anni per realizzare questa sua opera, che nel 1951 vinse il Grand Prix.
Il documentario ricostruisce le difficoltà affrontate da Orson Welles in questa pellicola, come la mancanza di fondi, che superò interpretando il ruolo di Harry Lime ne Il terzo uomo (1949), diretto da Carol Reed. Ma la lunga lavorazione di Otello era dovuta anche alla mania perfezionista del regista.
Orson Welles modificava di continuo la sceneggiatura, arrivando anche ad improvvisare sul set. Inoltre non riusciva a decidersi a scegliere l’attrice che doveva interpretare Desdemona. Inizialmente per il ruolo fu contattata Lea Padovani, che girò alcune scene, ma poi la scelta definitiva cadde su Suzanne Cloutier.
Don Chisciotte
In Rosalba – La storia italiana di Orson Welles è presente un filo conduttore e cioè il sogno di realizzare un film su Don Chisciotte. Il progetto nasce in seguito ad una scommessa e ben presto diventa una vera ossessione. L’opera doveva essere un miscuglio tra antico e moderno, ma non fu mai terminato, almeno ufficialmente.
Il ritorno in Italia
Dopo aver ricordato altri film come Il processo e Falstaff, con la partecipazione di Walter Chiari e Jeanne Moreau, Rosalba – La storia italiana di Orson Welles termina con il ritorno del regista nel nostro paese. È il dicembre del 1984, quando lo ritroviamo a Roma per realizzare The crade will rock, un adattamento di un suo lavoro teatrale, ma il film venne bloccato dalla censura.