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Exit al Korea Film Fest | Un disaster movie tutto da ridere

Tra disaster movie e commedia, con tinte da videogame, Exit narra le vicende di due giovani eroi per caso, tutto in una notte.

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Presentato al 18esimo Florence Korea Film Fest, Exit di Lee Sang-Geun (regista e sceneggiatore) è un’opera quanto mai divertente e originale, capace di mescolare il disaster movie con la commedia, disseminando qui e lì spunti di riflessione importanti.

La storia è molto semplice: durante i festeggiamenti per i 70 anni della mamma, Yong-nam (Cho Jung-Seok), con la sua famiglia, viene intrappolato nell’edificio scelto per la cerimonia, dall’arrivo di una nebbia tossica. Qui il giovane si ritrova a lottare per la sopravvivenza al fianco di Ui-joo (Yoona), di cui era innamorato molti anni addietro.

La pellicola è una produzione Filmaker R&K, distribuito sul mercato internazionale da CJ Entertainment.

Exit | Tra il videogame e l’ispirazione kingiana

Lo stile di Exit ha molto del videogame, dalla scelta e l’incastro delle varie inquadrature al dinamismo ad esse intrinseco. Le vicende di Yong-nam si sviluppano sullo schermo, tutte in una notte, in crescendo.

Si arriva a un certo punto in cui l’adrenalina è alle stelle, trovandosi inchiodati alle poltrone e partecipi in una maniera così vivida da sorprendere. Il divertimento è più che garantito.

Talvolta si parla di intrattenimento legato a prodotti della settima arte, ecco Exit potrebbe esserne un ottimo esempio.

Le situazioni esibite somiglia per certi versi a grandi blockbuster o opere comunque mainstream. L’entrata in scena della nebbia riporta alla mente il racconto di Stephen King, più volte portato sullo schermo, mentre i suoi effetti non possono non far pensare a una qualsiasi apocalisse zombie o a epidemia di ogni tipo.

Il fatto che dietro un simile evento si trovi un movente alquanto personale, una vendetta privata, innesca una serie di riflessioni legate alla società attuale e alla vita di tutti i giorni.

Nel mezzo dell’azione vera e propria trovano così anche spazio temi quali l’insoddisfazione personale, la necessità di ritrovare uno scopo, l’importanza della propria identità, il sacrificio e le responsabilità.

Non solo tsunami e terremoti, la nostra vita è un disastro” | I temi della pellicola

Yong-nam aveva dei sogni da giovane. Sogni che ormai sembrano quasi un abbaglio e che lo hanno in qualche modo condannato anche agli occhi dei suoi familiari. Eppure proprio grazie a ciò che un tempo lo faceva sentire vivo, che gli dava uno stimolo e gli ha permesso di incontrare l’amore, avrà la possibilità di riscattarsi. E di diventare un eroe agli occhi del mondo intero.

Il discorso dell’eroismo assume dei tratti particolari e sfaccettati, considerati anche e soprattutto gli aspetti da commedia che caratterizzano la storia. La musica tende invece a esaltare le figure di Yong-nam e di Ui-joo, consentendo alle emozioni di emergere.

Dopo aver scelto di rimanere insieme pur di salvare le persone a cui tenevano, i due danno il via a una corsa contro il tempo. In quel momento il popolo di internet fa il tifo per loro, si sente partecipe delle loro sorti e si affeziona.

Interessante infine la filosofia dell’arrampicata applicata alla storia dei protagonisti. Sebbene il principio alla base sostenga che è fondamentale scegliere prima il percorso da seguire per raggiungere l’obiettivo, i giovani ribaltano il presupposto, lanciandosi in una folle corsa alla cieca sui tetti della città. Mano nella mano.

*Salve sono Sabrina, se volete leggere altri miei articoli cliccate qui.

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