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Miss Marx: la recensione del film di Susanna Nicchiarelli

In Miss Marx, di Susanna Nicchiarelli, prevale la sfera privata che si contrappone al suo impegno politico. Un film biografico, dunque, però più che un resoconto della sua vita propone un ritratto tramite le sue passioni e contraddizioni. Dopo la presentazione al Festival di Venezia, è al cinema dal 17 settembre.

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Miss Marx di Susanna Nicchiarelli

Il 17 settembre è uscito nelle sale cinematografiche Miss Marx, il nuovo film di Susanna Nicchiarelli, presentato i primi del mese al Festival di Venezia. È tornata dietro la macchina da presa tre anni dopo Nico, 1988, anch’esso proiettato a Venezia e vincitore del premio come miglior film della sezione Orizzonti. Con Miss Marx continua la linea del film biografico, con l’intento non di fare un resoconto delle vite dei protagonisti ma di esplorare nel profondo, nella loro complessità, due personaggi femminili dell’epoca contemporanea. Prima Nico ed adesso Eleanor Marx, figlia del celebre filosofo. Il film è distribuito da 01 Distribution.

Miss Marx: la trama

Brillante, colta, libera e appassionata, Eleanor è la figlia più piccola di Karl Marx. Tra le prime donne ad avvicinare i temi del femminismo e del socialismo, partecipa alle lotte operaie, combatte per i diritti delle donne e l’abolizione del lavoro minorile. Quando, nel 1883, incontra Edward Aveling, la sua vita cambia per sempre, travolta da un amore appassionato ma dal destino tragico.

Recensione

Miss Marx inizia e termina con due inquadrature in cui Eleanor guarda direttamente in camera. Ci troviamo, quindi, a fissarla negli occhi, con un movimento di macchina che nell’immagine di apertura ci avvicina al suo volto, immersione nel film e nella sua vita. Questa parentesi legata allo sguardo pone lo spettatore in diretta connessione con lei e racchiude il film in un intento di esplorazione intima del suo lato personale. Eleanor Marx è la figlia minore del celebre filosofo di Treviri. Fu molto attiva nel promuovere il socialismo e si rese protagonista di molte battaglie sia riguardanti il lavoro che i diritti delle donne. Ma il film non ha come focus principale quello di narrare le sue azioni, così come non lo era per Nico, 1988.

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli

La Nicchiarelli nei suoi film e nei suoi ritratti femminili si interessa maggiormente al racconto della persona tramite le passioni, i dolori, le contraddizioni, gli errori. Una visione che oltrepassa il singolo individuo e la propria vita, con un approccio meno didascalico rispetto ai canoni classici del genere biografico. Riuscendo però a generare ritratti puri e lirici. In Miss Marx prevale, quindi, la sfera privata, legata ai rapporti familiari e proprio alla concezione che Eleanor ha della famiglia stessa. Tramite i suoi pensieri e gli intrecci relazionali l’occhio si posa sul nucleo familiare nel suo concetto più ampio e persino teorico. Riflettendo, direttamente o indirettamente, sul ruolo della donna in questa sfera, con la maternità, la composizione e la “tipologia” del legame di coppia. Finendo anche con un accenno alla dicotomia tra monogamia e poligamia tramite uno dei comizi di Eleanor.

L’ambito politico e privato

Il film indugia e si costruisce attorno al temperamento della protagonista; una donna moderna, colta, emancipata, interpretata ottimamente da Romola Garai. Una personalità sottolineata anche dalla scelta dell’anacronismo musicale, con una colonna sonora formata da brani punk rock. Un utilizzo della musica che può ricordare Marie Antoinette di Sofia Coppola, con assonanze che possono essere ritrovate anche nei risvolti dei personaggi. Ma è un tratto pienamente conforme al cinema di Susanna Nicchiarelli, con un ruolo sempre peculiare della colonna sonora che si lega espressivamente ai personaggi. Scelte musicali che si confanno alla tenacia delle donne rappresentate e attraverso cui si esprime di conseguenza anche lei stessa.

L’impegno di Eleanor nelle battaglie socialiste viene comunque mostrato, con l’utilizzo di foto di repertorio di varie epoche che, insieme alla colonna sonora, rendono trasversale il film, collegando il passato al presente. Un’alternanza e una comunanza tra lavoro e famiglia, due dei temi più importanti e dibattuti, su cui si poggia la società contemporanea. Due sfere sottoposte alle medesime logiche, come dice direttamente Eleanor comparando la posizione della donna a quella del lavoratore. Entrambi oppressi e sottomessi alle figure capitalistiche e maschili. Ed è proprio questo il nucleo narrativo del film, l’accostamento tra l’ambito lavorativo e familiare, pubblico e privato, e il ruolo della donna.

Miss Marx di Susanna Nicchiarelli

Due delle figure più importanti della vita di Eleanor furono il padre Karl e Edward Aveling, con cui ebbe una relazione. Il film inizia con il funerale di Karl, ma la sua figura aleggia costantemente come uno spettro, rievocato tramite i ricordi, utilizzato come termine di paragone e ancora protagonista di dolorose rivelazioni. Sia il padre che Edward sono stati per Eleanor, in modi diversi, figure ingombranti ed oppressive. Passione e contraddizioni, dunque, ed è soprattutto sulle seconde che si basa il sottile gioco narrativo. Emerge la grande contraddizione di una donna tanto tenace nelle battaglie politiche quanto incapace di reagire nell’ambito familiare ad un uomo, il compagno, che sperpera i soldi, le mente di continuo e si dimostra poco responsabile.

Rappresentazione sociale e percettiva

Una tensione che si accumula fino ad esplodere nella scena del ballo, un momento di deflagrante e vitale liberazione, sequenza che va a dare nuova linfa ad una narrazione che si era eccessivamente adagiata. Per poi condurre al gesto estremo del bellissimo finale, accompagnato dalla cover punk dei Downtown Boys di Dancing in the Dark di Bruce Springsteen. In tal senso, uno dei momenti più importanti del film è quando vediamo Edward ed Eleanor seduti di fianco, con la donna che confida al compagno di non essere mai stata felice con lui e di sentirsi oppressa proprio come la faceva sentire il padre. Solo alla fine del dialogo ci accorgiamo che i due stanno recitando di fronte ad un pubblico. Ma, nella finzione, le parole di Eleanor mostrano una sincerità che non sarà più in grado di raggiungere. Una verità che riesce ad emergere solo nell’illusione.

L’atto della finzione e della rappresentazione, che sia teatrale, letteraria, cinematografica, viene citato e rivelato spesso sia direttamente che indirettamente. Anche tramite la componente puramente filmica, dal momento precedentemente citato, che va a raddoppiare la visione cinematografica, agli sguardi di Eleanor in camera che incorniciano il film. Persino con una dichiarazione che rivolge direttamente allo spettatore sulla condizione dei lavoratori. In una delle scene iniziali, alcuni bambini assistono a delle proiezioni di immagini che rientrano nelle sperimentazioni del pre-cinema. Un continuo riferimento alla rappresentazione, dunque, oltre che allo sguardo, sia con valenza sociale e politica che puramente percettiva. Anche la fine, con il doloroso gesto conclusivo, richiama beffardamente il finale di Madame Bovary, di cui i personaggi stessi avevano disquisito precedentemente, con Eleanor che non accettava quell’epilogo per un altro adattamento da lei curato.

Al suo secondo film in co-produzione tra Italia e Belgio e con cast principalmente britannico, Susanna Nicchiarelli si conferma come una delle registe-sceneggiatrici italiane di maggior talento e dai tratti più internazionali. Abile nel tratteggiare e rappresentare figure femminili dal forte temperamento, sacrificando gli eventi storici e biografici per costruire ritratti più intimi, sfumati e trasversali.

Trailer di Miss Marx

  • Anno: 2020
  • Durata: 107'
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: Drammatico, Biografico
  • Nazionalita: Italia, Belgio
  • Regia: Susanna Nicchiarelli
  • Data di uscita: 17-September-2020

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