In occasione del cinquantesimo anniversario della morte di Jimi Hendrix, Arte in Italiano rende disponibile il documentario Jimi Hendrix: Hear my train a comin, di Bob Smeaton.
Il regista traccia un interessante profilo di Jimi Hendrix, con uno stile incalzante e avvincente, riesce a trasmettere il valore culturale, non solo artistico, della legenda del rock.
Jimi Hendrix: Hear my train a comin, disponibile sulla piattaforma digitale europea di Arte fino al 16 novembre, racconta le tappe fondamentali della vita privata e artistica di Jimi Hendrix.
Il regista alterna interviste e testimonianze di amici, tra cui Paul McCartey; e immagini d’archivio.
Il racconto realizzato da Bob Smeaton non tralascia gli anni difficili vissuti da Jami Hendrix durante l’infanzia e il complicato rapporto con la madre. E poi la sua passione musicale, la prima chitarra acustica da 5 dollari, acquistata negli anni ‘50.
Jimi Hendrix: Una miscela di blues, rock e psichedelia
Jimi Hendrix: Hear my train a comin sottolinea l’aspetto rivoluzionario della musica del grande artista. Non solo per il suo originale stile, una miscela di blues, rock e psichedelia, ma soprattutto il valore culturale e politico. Basti pensare all’esibizione a Woodstok nel 1969, con una sua personale e distorta versione di The Star Spangled Banner.
Varie testimonianze e immagine dell’epoca ripropongono Jimi Handrix durante il Monterey International Pop Fstival del 1969. Quando dopo aver suonata la sua chitarra, con vari parti del corpo, decide di darle fuoco. Il suo non era un gesto disfattista o di semplice protesta, piuttosto un conferimento di un nuovo impulso vitale alla sua musica.
Londra capitale della musica
Il documentario di Bob Smeaton è anche un viaggio nella storia della musicale degli ultimi 70 anni. E racconta di una Londra capitale mondiale dell’arte e della cultura. È a Londra che Jimi Hendrix, dopo alcuni anni al fianco di Little Richard e Wilson Pickett, fonda la Jimi Experience e raggiunge il successo.
Jimi Hendrix: Hear my train a comin non dimentica di raccontare dell’enorme fascino erotico che il chitarrista esercitava sul suo pubblico, specie quello femminile. Ma in ogni esibizione di Hendrix il sesso era una componente fondamentale e in più occasione imitava l’amplesso mentre era sul palco; provocando, esaltando, scandalizzando.
La vita privata
Il documentario scandaglia anche la vita privata della legenda del rock, sfatando alcuni luoghi comuni e descrivendo un Jimmi amante della musica e della vita; sempre sorridente con le persone che amava. Inoltre varie testimonianze ricordano come Jimmi Hendrix aveva la sensazione di morire giovane, non ancora trentenne. Infatti morì a soli 27 anni, il 18 settembre del 1970.
Hear my train a comin è il terzo lavoro dedicato al chitarrista, diretto da Bob Smeaton. Nel 1998, il regista ha ricevuto il suo secondo Grammy per il documentario Jimi Hendrix: Band of Gypsys. E nel 2010, ha diretto Jimmi Hendrix: Voodoo child.