Senza nessuna pietà (2014), opera prima di Michele Alhaique, è disponibile su Rai Play. Il film è stato presentato alla 71° edizione del Festival di Venezia e tra gli interpreti figurano: Pierfrancesco Favino, Ninetto Davoli e Greta Scarano.
Il regista realizza un noir, che solo apparentemente racconta la criminalità romana. Senza nessuna pietà è la storia di un riscatto che avviene in un contesto famigliare crudele e meschino.
La Trama
Il protagonista è Mimmo (Pirfrancesco Favino), cresciuto da suo zio Santili (Ninetto Davoli), il capostipite di una famiglia criminale. Mimmo, in compagnia del Roscio (Claudio Gioè), esegue gli ordini di Manuel (Adriano Giannini), suo cugino. Nonostante la riconoscenza che Mimmo sente nei confronti della sua famiglia, non ama commettere azioni criminali e vorrebbe ricostruirsi una vita serena e tranquilla. Un giorno deve accompagnare una escort, Tania (Greta Scarano), a casa di suo cugino, ma invaghito di lei, riesce a portala via.
Il personaggio di Mimmo
Il film sembra riproporre un’ennesima versione de Il romanzo criminale, il best-seller del 2002, scritto da Giancarlo De Cataldo. Ma Michele Alhaique va oltre e decide di percorrere una strada parallela.
Il contesto de Senza nessuna pietà è senz’altro criminale e la prima sequenza del film, quando Mimmo viene presentato come picchiatore per conto dello zio, ne è la conferma. Inoltre la famiglia guidata da Santili non è esente da riferimenti agli ultimi fatti di cronaca sulla mafia romana.
Ben presto, però, il regista rivela il suo primario obiettivo. La crisi d’identità vissuta da Mimmo, un omone burbero e taciturno. Questi ama il suo lavoro da muratore, ma è inserito in un ingranaggio criminale senza via d’uscita.
Mimmo è un personaggio che non ha mai avuto la possibilità di scegliere tra il bene e il male. Il suo ruolo è quello del cattivo, ma solo per caso, o meglio per riconoscenza nei confronti dello zio. Il suo agire da criminale avviene senza una vera consapevolezza. Pur essendo parte integrante della famiglia, si muove ai suoi margini.
Il personaggio di Mimmo, interpretato con un realismo spietato da parte di Pifrancesco Favino, in alcuni casi assume il ruolo di un bambino. Estraneo ai giochi di potere e al sesso, che determina il suo distacco.
In Senza nessuna pietà il sesso non è mai concepito come atto liberatorio, ma come ostentazione di potere, che non esercita nessun fascino sul protagonista. Questi vorrebbe occuparsi solo del suo lavoro di muratore e dedicarsi alla costruzione di una nuova identità.
L’incontro con Tanya
È l’incontro con Tanya a smuovere la coscienza di Mimmo. L’escort è come Mimmo, usa il suo corpo per guadagnarsi da vivere. I due sono simili e si riconosco come l’uno riflesso dell’altra.
Ma il loro incontro assume diversi significati e ribaltamenti.
Inizialmente Mimmo non prova nessun interesse nei confronti di Tanya, ma quando la vede in pericolo in lui avviene il riscatto. Riconosce il suo ruolo di vittima, sopraffatta dalla violenza di Manuel. È qui che la giovane e bella donna non è più un oggetto estraneo, ma una creatura da difendere.
Ma Tanya non è indifesa e assume un ruolo attivo quando salva Mimmo, aggredito dagli scagnozzi di Santili. Il rapporto tra la donna e l’uomo si compensa e si completa a vicenda. È un continuo rispecchiarsi. Come nella sequenza dello stupro di Tanya, mentre Mimmo lotta tra la vita e la morte.
In Senza nessuna pietà avviene un viaggio, che Mimmo e Tanya intraprendono per costruirsi una nuova identità, ma vengono, continuamente, trattenuti da un presente percepito come un passato logorato dal tempo. E ciò crea una sorta di cortocircuito, reso con una regia realistica e una fotografia molto potente, curata da Ivan Casalgrandi.
L’interpretazione
Molto interessante è anche l’interpretazione degli attori. Pierfrancesco Favino decide di perdere ogni forma fisica, per entrare al meglio nel ruolo di Mimmo. Ma anche Greta Scarano, è notevole, riuscendo a dar vita alle mille sfaccettature della femminilità.