fbpx
Connect with us

Live Streaming & on Demand

Sto pensando di finirla qui: allucinato viaggio nella tormenta dove nulla appare per quello che è

Distribuito da Netflix è disponibile sulla piattaforma il terzo lungometraggio diretto da Charlie Kaufman. Un film che conferma il talento del regista e sceneggiatore newyorkese.

Pubblicato

il

È finalmente disponibile sulla piattaforma Netflix, distribuito direttamente in streaming a causa delle difficoltà provocate dalla pandemia, Sto pensando di finirla qui.

È il nuovo film di Charlie Kaufman, il geniale regista di Anomalise e Synecdoche, New York  nonché sceneggiatore, fra gli altri, di Essere John Malkovich e Il ladro di orchidee.

Un film che cela in sé una poetica visionaria

Tratto dal romanzo del canadese Iain Reid e sceneggiato dallo stesso regista, Sto pensando di finirla qui è un incredibile film dalla trama piuttosto semplice. Racchiude però in sé una poetica visionaria che sfocia, spesso, in situazioni inquietanti che gli fanno assumere, a tratti, derive quasi horror.

Sin dalle prime sequenze emerge la grande capacità di Kaufman nell’utilizzo della macchina da presa come strumento per descrivere in maniera assai efficace le atmosfere del film.

Una carrellata su alcuni oggetti presenti in una stanza, che si percepiscono come appartenenti al passato, vengono quasi accarezzati dallo sguardo della macchina da presa. Su queste immagini la voce off della protagonista (che nel corso della narrazione assumerà significativamente nomi diversi, quali Lucy o Louise), consente di immergersi fin da subito nella vicenda.

Una trama apparentemente semplice ma che si frantuma in mille rivoli che fanno perdere allo spettatore le coordinate necessarie per la decriptazione del film

In breve la vicenda di Sto pensando di finirla qui.

Lucy/Louise (la bravissima Jessie Buckley) sta aspettando il proprio ragazzo Jacke (Jesse Plemons), conosciuto da appena sette settimane. Lui la vuole condurre a conoscere i genitori che abitano in una fattoria isolata.

Il viaggio dei due giovani si svolge sotto una nevicata che presto si trasforma in tormenta. Capiremo presto che la tempesta di neve è metafora di qualche cosa. Forse dello stato d’animo e delle paure che attanagliano la ragazza, sempre più convinta che la relazione con Jacke sia sbagliata e, pertanto, decisa a interromperla.

L’ambiente nel quale si svolge il viaggio di Lucy e Jacke appare sin da subito come qualcosa di irreale, popolato di fantasmi. In cui visioni quasi oniriche che sembrano sbucare dal passato (ad esempio il chiosco di gelati in stile anni Sessanta che compare all’improvviso nel mezzo della tempesta di neve) rendono tutto surreale.

Durante il viaggio, che pare diretto verso il nulla e che diventa quasi un on the road nella psiche umana, i due conversano su vari argomenti che spaziano dalla fisica, alla poesia, alla neurologia.

Viene citata la poesia  Ode – Indizi di immortalità dalle memorie della prima infanzia del poeta ottocentesco William Wordsworth, che celebra l’atteggiamento speranzoso dell’infanzia.

Una speranza che l’uomo si è inventato per combattere la paura della morte.

“Tutto deve morire” pensa ad un certo punto Lucy/Louise. “Ci piace pensare che ci sia sempre speranza, che si possa sopravvivere alla morte. È una fantasia esclusivamente umana sperare che le cose andranno meglio. Nata forse dalla consapevolezza unicamente umana che nulla andrà meglio”. Concludendo poi che, poiché gli esseri umani sono gli unici animali consapevoli della inevitabilità della loro morte e, al contrario degli altri animali, non possono vivere esclusivamente nel presente, gli uomini hanno dovuto inventarsi la speranza.

Il titolo del film – e del romanzo dal quale è tratto – non è altro che la frase che Lucy pensa insistentemente e che Jacke sembra quasi percepire: vero e proprio leitmotiv che ricorre spesso nel corso della narrazione. Una frase che racchiude in sé un duplice significato: quello di voler interrompere una relazione e quello di voler porre fine alla propria esistenza.

In parallelo assistiamo a scene apparentemente slegate dal contesto narrativo, in cui un anziano bidello (Guy Boyd) si aggira dapprima in una casa vuota, per poi uscire e recarsi al lavoro presso una vecchia scuola deserta.

Una volta giunti alla fattoria i due ragazzi verranno accolti dai genitori di Jake (interpretati da Toni Colette e David Thewlis) in maniera tale da far sembrare a Lucy che tutto quello che sta accadendo intorno a lei sia frutto di un sogno.

È a questo punto che la sceneggiatura, sin qui sufficientemente lineare anche se con indizi che fanno presagire delle sorprese, si frantuma in mille rivoli che rendono la storia strabiliante.

Allo spettatore che, per le situazioni che si presentano, è indotto a leggere la vicenda secondo ben determinate chiavi di lettura, vengono presto a mancare le coordinate, soprattutto quelle temporali (cosa non nuova nei film di Kaufman) e viene dirottato su altre, più impervie strade di decodificazione del film.

Il tempo è il vero protagonista della storia

Sto pensando di finirla qui è un’opera che racchiude in sé vari temi, zeppa di citazioni sia letterarie che cinematografiche.

Un viaggio nel disagio mentale di un uomo che si trova vecchio a ripercorrere la propria vita e a ripensare alle occasioni perse. A tutto ciò che è stato significativo nel corso dell’esistenza, nel bene e nel male: il rapporto complicato con i genitori, il rimpianto per non aver completato gli studi, l’incontro con una ragazza. I vari sliding doors ai quali la vita ci pone di fronte.

Non mancano nella sceneggiatura di Kaufman altri spunti di riflessione. Ad esempio si parla di psicologia femminile citando Una moglie di John Cassavetes, con Gena Rowlands e Peter Falck. Oppure si disquisisce sui saggi di David Foster Wallace e di Guy Debord.

Poi, con un ribaltamento imprevisto nelle gerarchie dei personaggi, tutto apparirà più chiaro e più leggibile. Consentendo al film di Kaufman di svelarsi in tutta la sua bellezza.

Sicuramente una delle opere migliori e più complesse di questa travagliata annata cinematografica.

 

Trailer

Sto pensando di finirla qui

  • Anno: 2020
  • Durata: 134'
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Stati Uniti
  • Regia: Charlie Kaufman
  • Data di uscita: 04-September-2020

Vuoi mettere in gioco le tue competenze di marketing e data analysis? Il tuo momento è adesso!
Candidati per entrare nel nostro Global Team scrivendo a direzione@taxidrivers.it Oggetto: Candidatura Taxi Drivers