Nè buoni ne cattivi:
L’odio, di generazione in generazione, tra nazisti ed ebrei è tutto in un film che si svolge ai giorni nostri dal titolo esplicito: ‘Non odiare’ racconta cosa siamo “sotto la nostra pelle”
“Mi ha fatto piacere girare un’opera prima – dice Gassmann – che, nonostante il tema, non ha una volontà didattica. E mi fa piacere anche perché la madre di mio padre era ebrea e la mia famiglia ho avuto due persone morte nei campi di concentramento”. Nei panni del personaggio, spiega poi l’attore, “io probabilmente avrei salvato l’uomo ferito. Da giovane, devo dire, ero aggressivo, ma ora credo che la cosa più importante sia capire dove nasce l’odio. Quello stesso odio che c’è nei social dove – aggiunge – ci sono dei vigliacchi che minacciano da lontano”. (Ansa)
Un lavoro nato dalla speranza “che il non odiare diventi un mantra per la nostra Società”, ha sottolineato Mancini. “Non odiare siamo tutti quanti noi, siamo afflitti da un mondo che percorre l’odio come una strada maestra e il non odiare è imparare che l’Altro non è diverso e non è nemico”, ribadisce il regista.
“Né buoni né cattivi, ma semplicemente esseri umani”: così immagina i personaggi il regista Mauro Mancini. In definitiva, “Personaggi ordinari alle prese con situazioni straordinarie”.
Il produttore Mario Mazzarotto, che ha fortemente voluto questo film, aggiunge: “C’è stata una gestazione produttiva lunga e complessa, durata 5 anni. In anni in cui l’Italia e l’Europa sono attraversate da pericolosi e inquietanti venti nazionalisti, di fronte alle difficoltà ho perseverato. Il film, senza voler dare risposte, ci aiuta a interrogarci sulle origini dell’odio razziale e le sue conseguenze. Ed anche sulle contraddizioni dell’animo umano e la dilagante xenofobia”.
Il regista Mauro Mancini ha esordito nel 2005 con il corto Il nostro segreto, vincitore di molti premi. Da lì altri cortometraggi, spot di successo e film collettivi. Fino alla mini serie tv Teddy.
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