Fabio Ognibene, giovane autore di Bologna, torna sulla scena letteraria con il suo terzo romanzo, “Ancora domani”, edito da Smasher. Il suo brillante talento narrativo trova conferma nell’uso sapiente di registri stilistici improntati ad una semplicità solo apparente del linguaggio che, unita a momenti di amara e colta ironia, si condensa nel tessuto di una trama capace di avvincere il lettore fin dalle prime pagine. La vicenda ha per protagonista un uomo di cui quasi sfuggono età e residenza geografica, indicato con il soprannome generico de “Il Prode”. Intorno alla sua esistenza quotidiana, divisa tra il rifugio nel ricordo e la passiva accettazione del presente, ruota un universo composito di uomini e donne su cui aleggia la figura di Alice, un’entità astratta che si palesa solo in beffardi e alterni squilli di cellulare, condannati alla fallimentare rincorsa verso una reciproca contemporaneità. Un’assenza, quella di Alice, che pesa nell’animo de “Il Prode” al pari di un macigno, arrivando a trasfigurarsi nell’idea stessa dell’Attesa. Attesa per qualcosa che potrebbe ancora accadere, attesa per un domani migliore o per una speranza che stenta a tradursi in realtà, lasciando le lancette del tempo inesorabilmente ferme all’ultimo fotogramma della sua storia d’amore.
“Chi credi di essere, che diritto credi di avere per obbligarmi a sopportare tutti i giorni la tua scandalosa infelicità?” Nemmeno le dure parole di Greta, che con “Il Prode” divide l’appartamento, riescono a scuoterlo dal suo torpore esistenziale, impedendo che il suo Io si smarrisca nel corpo di altre donne alla ricerca di emozioni solo apparenti, perché mai colte fino in fondo.
Scorrono le pagine e si ha la sensazione che qualcosa prima o poi debba accadere. E quel qualcosa, infatti, accade. La penna agile e acuta di Ognibene riserva il culmine del sentiero narrativo al finale del romanzo, con un’inaspettata inversione degli eventi che assume le sembianze di Elena. La sua forza dirompente e la sua sensualità sono una ventata di aria fresca che spazza via la polvere dell’apatia dal cuore del protagonista, traghettandolo verso una nuova esistenza, questa sì, piena di vita vera.
Un romanzo che si legge tutto d’un fiato, quasi con la speranza che la trama non sia destinata a finire, ma si sviluppi in capitoli successivi. Rimane, infatti, la curiosità di conoscere particolari sulla nuova vita del protagonista, sapere se accanto a Elena sarà veramente felice e quali traguardi compirà la sua parabola umana. Consapevoli, in fondo, che la sua storia ci apparterrà per molto tempo ancora.
Valeria Nevadini
Flanerì