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Crescendo #MAKEMUSICNOTWAR: inno alla Musica

Il film prende spunto da un'orchestra, la West-Eastern Divan Orchestra, nata da un'idea di Daniel Barenboim ed Eduard Said, e propone una riflessione sulla possibilità di placare dissidi insanabili attraverso la Musica

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Premio onorario per la Pace 2020,  Crescendo #makemusicnotwar è un film del 2019 di Dror Zahavi con Peter Simonischek , Mehdi Meskar, Daniel Donskoy , Sabrina Amali e Bibiana Beglau. 

Liberamente ispirato alla storia della West-Eastern Divan Orchestra creata da Daniel Baren-boim e Edward Said, Crescendo #MAKEMUSICNOTWAR è un inno al potere della musica e alla sua capacità di creare ponti anche dove ogni comunicazione tra le parti sembra impossibile.

Distribuito da Satine Film è in uscita in sala dal 27 Agosto.

Crescendo trama:

Quando ad Eduard Sporck, direttore e musicista di fama mondiale, viene proposto di costituire, per un unico concerto, un’orchestra composta da giovani palestinesi e israeliani, inizia per lui una sfida che va oltre il raggiungimento della perfezione artistica. Divisi da un odio insanabile, cresciuti in un clima di guerra e aggressività, i musicisti non riescono a fare squadra tra loro e i due violinisti, la fiera palestinese Layla e il vanitoso israeliano Ron, guidano idealmente le due fazioni ostili, mettendo in luce il conflitto che li separa. Grazie alla tenacia di Sporck e al potere aggregante della musica, quella che sembra essere una missione senza speranza lascia però gradualmente spazio all’illusione che, comprensione reciproca, amicizia e forse anche amore tra le due parti possano essere un giorno possibili.

Crescendo #makemusicnotwar: due mondi attigui.

Parte da una “missione” in Cisgiordania Crescendo, con un tentativo di unificare ciò che da secoli è immutabile.

Una missione umanitaria e culturale per “lavorare insieme ai soldi, non contro di essi.” Parte dal 1800, parte dalla questione palestinese e giunge all’oggi ancora in lotta.

Siamo in una terra soffocata dalla guerra per le strade. Mentre dei giovani musicisti si allenano per un’importante audizione, il regista indugia nelle diverse situazioni vissute fra arabi da una parte ed ebrei dall’altra. Layla (Sabrina Amail) suona il suo violino con rabbia e lacrime, sbarra le finestre per non sentire il frastuono assordante della guerra , afferra una cipolla per non avvertire il sentore del fumo delle bombe e piange per la rabbia, la frustrazione, la paura, la stanchezza. Anche Ron ( Daniel Donskoy) si allena, ma serenamente nella sua stanza, libero di vivere il suo talento e di esprimere la sua arte.

Sono lontani Layla e Ron, due mondi antigui ma distanti, separati da un check point che mantiene vivo l’odio e li tiene lontani culturalmente e umanamente. Omar ( Mehdi Meskar) è distante da entrambi. Sia da coloro a cui “appartiene”, dal suo popolo e dalla sua “gente”,  sia dagli altri e da Tel Aviv. Lui appartiene  solo alla musica e al suo talento, selvaggio, non costruito o studiato, non programmato per un futuro stabilito. Appartiene al futuro Omar, alla sua timidezza fresca, al suo sorriso, alla sua improvvisazione e al padre che ne ha fatto un artista in erba, pronto forse a varcare il confine, ad abbracciare la Musica davvero , la diversità e l’Amore.

Let’s make music,

dice il Direttore Eduard Sporck ( Peter Simonischek)  ai musicisti , una volta creata l’orchestra,

È qui che il vento vi soffia in faccia. 

Ed è ciò che dovrebbe bastare per unire. Ma non basta.

Dramma ideologico. Il passato da espiare.

Il dramma politico è forte, duro da superare e il tentativo di Sporck nell’arginare le differenze mette in campo varie strategie: stessi abiti per uniformarsi, stesso leggìo per seguire insieme gli spartiti, spalla contro spalla per alimentare un contatto difficile e parlarsi, raccontarsi, conoscersi per la prima volta. Pian piano la musica scioglierà un pò quell’odio, l’ideologia lascerà spazio ai sentimenti, ma non solo grazie alla musica.

In realtà ciò che più di ogni altra cosa servirà al gruppo per formare un vero cerchio è il raccontarsi. Dopo essersi rinfacciati tutto l’odio nutrito uno contro l’altro, i ragazzi si renderanno conto di come spesso parlino per ideologia di altri e iniziano a raccontare le loro storie vere, il passato delle loro famiglie. Layla racconta del bisnonno che conserva gelosamente la chiave di casa in tasca nella speranza di rientrarvi un giorno. Gotz racconta del campo di concentramento in cui è stata parte della sua famiglia. Ognuno di loro ascolta la storia dell’altro in un silenzio ancestrale, fatto di riflessione e condivisione. Sporck li invita a condividere la Storia, a farla propria cercando per la prima volta di fare ciò che serve: Mettersi l’uno nei panni degli altri.

Il passato è un ombra che ha un peso troppo grande da sostenere da soli. Sporck lo sa bene da sempre .

Ecco che allora veniamo a conoscenza del vero motore trascinante di questa “missione” per Sporck. La sua scuola di musica a Francoforte, il suo voler accogliere differenze e conflitti e tentare di sanarli, il suo porsi al centro e proporre di cancellare quella striscia netta di separazione. C’è tutto un passato da scoprire in lui, una storia terrificante, il dramma nazista, l’accettazione dell’altro come essere umano, una colpa da espiare, un errore a cui rimediare.

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Crescendo #MAKEMUSICNOTWAR opera che non giudica

La pellicola di Zahavi non vuole in reatà esprimere un giudizio finale. La conclusione è sempre un momento musicale con  l’orchestra che si ritrova dopo la tragedia, in un aeroporto, un luogo di transito . I due guppi, separati di nuovo da un vetro, si corteggiano  suonando il Bolero di Maurice Ravel. mettono in scena i sentimenti nati di amicizia e solidarietà, l’amore tra Omar e Shira, la speranza di un cambiamento.

È la musica che seduce e crea contatto, avvicina e produce un emozione condivisa in un Crescendo orchestrale senza interruzione che è soprattutto evoluzione.

Fare pace con le origini è forse possibile usando un ponte che potrebbe essere la Musica, la condivisione dell’Inverno di Vivaldi, l’attraversare una tempesta con la consapevolezza di poterne uscire un giorno. La colpa non è da attribuire all’una o all’altra parte. Non capiamo infatti cosa sia accaduto in realtà, resta solo l’idea di non voler vedere tanto “talento sprecato” senza averci provato:

Abbiamo almeno tentato

dice il maestro, seduto, fissando il vuoto.

Crescendo #MAKEMUSICNOTWAR Cast

A colpire in Crescendo sono anche gli interpreti: Dror Zahavi è riuscito a mettere insieme  un cast giovane d’interpreti palestinesi e israeliani talentuosi e convincenti.

Risaltano Mehdi Meskar, celebre per la serie Skam Italia, la bravissima Sabrina Amalie e il talentuoso attore-musicista Daniel Donskoy, diretti nella recitazione, proprio come nell’orchestra, da Peter Simonischek, uno dei migliori attori europei degli ultimi anni. E la scelta del cast non è stato un caso: le speranze di Zahavi sono che il film riesca non solo a risuonare nelle menti del pubblico, ma anche nei membri Israeliani e Palestinesi del cast.

Le scene in cui i ragazzi, in Alto Adige, affrontano delle sedute di terapia, rispondono, dopo  molte ricerche tra neurologi e psichiatri, al tentativo  di  rappresentare questi confronti realmente. I giovani attori, essendo davvero delle nazionalità che rappresentano, hanno vissuto veramente il conflitto in prima persona. Zahavi ha raccontato come i ragazzi siano rimasti fortemente impressionati da quello che hanno rappresentato in particolare nella scena in cui si confrontano stando gli uni di fronte agli altri,  divisi da un filo posto sul pavimento della stanza. Una striscia terribile di morte e disuguaguaglianza.

Trailer:

Crescendo

  • Anno: 2019
  • Durata: 102 minuti
  • Distribuzione: Satine Film
  • Genere: musicale drammatico
  • Nazionalita: Germania
  • Regia: Dror Zahavi
  • Data di uscita: 27-August-2020

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