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Sean Connery : addio a James Bond
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4 anni agoon
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Luca BoveSean Connerry, uno degli attori più noti di tutti i tempi si è spento a 90 anni dopo una lunga malattia.
I produttori di Bond, Michael G. Wilson e Barbara Broccoli, scrivono:
«Siamo sconvolti. Sean era e sarà sempre ricordato come l’originale James Bond il cui ingresso indelebile nella storia del cinema iniziò quando annunciò quelle parole indimenticabili. “Il mio nome è Bond … James Bond” . Ha rivoluzionato il mondo con la sua interpretazione cruda e spiritosa dell’agente segreto sexy e carismatico. Senza dubbio è in gran parte responsabile del successo della serie di film e gli saremo per sempre grati».
Sensuale, acuto e ironico; Erano queste le principali caratteristiche di Sean Connery. Armi a doppio taglio, che da un lato gli hanno portato fama e successo in tutto il mondo, dall’altro non gli hanno concesso di interpretare al meglio ruoli che non rispettavano il clichè dell’agente segreto in smoking.
Marnie
Alfred Hitchcock lo ha diretto in Marnie (1964), un thriller psicologico tratto dall’omonimo romanzo di Wiston Graham.
Il film racconta la di vita di Marnie (Tippi Hedren), una ladra con gravi problemi mentali. Marnie, ogni volta che mette assegno un colpo, cambia identità e città. Mark Rutland (Sean Connery) è un ricco vedevo e rimane colpito dalla bellezza di Marnie. Dopo poco anche Mark viene derubato dalla donna, ma invece di denunciarla decide di sposarla. Già durante il viaggio di nozze, Mark viene a conoscenza dei problemi mentali della donna. Dopo una fuga di Marnie, il suo nuovo marito conoscerà il triste passato della donna.
Marnie riscosse molta attenzione, ancora prima della sua realizzazione, perché doveva essere il ritorno al cinema di Grace Kelly, che poi dovette rinunciare. Il film ha un valore artistico non trascurabile, ma è lo stesso regista ad individuare dei limiti. Oltre ai personaggi minori, che Hitchcock sentiva estranei, il peggior difetto del film è il personaggio di Mark Ruttland e per alcuni aspetti dell’interpretazione di Sean Connery.
Il maestro del brivido, pur considerandolo un attimo attore, intravede una contraddizione nella sua interpretazione. Sempre secondo Hitchcok, Sean Connery ha un aspetto, che per alcuni aspetti, si può definire bestiale, che si adatta al lato sensuale della storia. Ma il film non tratta realmente questo aspetto. Mark Ruttland è presentato agli spettatori come un personaggio protettivo però il volto di Cornery indirizza l’attenzione in una direzione opposta.
Lo stesso Sean Connery, che già aveva interpretato il ruolo di James Bond in Agente 007 – Licenza di uccidere (1962) diretto da Terence Young, aveva delle perplessità nell’interpretare il ruolo di Mark Ruttland. L’attore chiese di visionare anticipatamente la sceneggiatura di Marnie, mostrando già una grande personalità, per nulla intimorito nei confronti di Alfred Hitchcok, affermato regista.
Il giorno più lungo
Ma per Sean Connery le cose non sono andate sempre in questo modo. Nel 1962, lo stesso anno del suo primo James Bond, l’attore scozzese partecipa al film Il giorno più lungo.
È questo un lungometraggio corale. Diretto da più registi, tra cui Ken Annakin, Bernhard Wicki, Andrew Marton e Gerd Oswald. Corale è anche l’interpretazione. Oltre Sean Connery, nei panni del soldato Flanegan, ci sono Richard Burton, Henry Fonda, Richard Todd e Irina Demick.
La pellicola è basato sull’omonimo saggio storico, scritto da Cornelius Ryan e racconta lo sbarco in Normandia. Il giorno più lungo si sviluppa in due direzione. Gli eventi sul Canale della Manica, che vedono le forze Alleate pronte ad entrare in azione, e l’esercito tedesco pronto a difendere la Francia del nord.
Sean Connery in Il giorno più lungo, dimostra di essere in grado di interpretare anche personaggi lontanissimi da James Bond. Il soldato Flanagan ricorda, per alcuni aspetti, il Pirgopolinice di Plauto.
Questo personaggio di Connery è un fanfarone, uno spavaldo, che minaccia i soldati nemici, per poi rischiare la vita alla prima difficoltà. È un villano distante anni luce dall’eleganza irresistibile dell’agente segreto. Flanagan è un personaggio comico.
La comicità di James Bond
Il comico, però, non è del tutto estraneo alla saga di James Bond. Fino alla sua ultima interpretazione dell’agente segreto in Mai dire mai (1983) diretto da Irvin Kershner, Sean Connery condisce la sua interpretazione con del sottile umorismo.
Il suo sensuale aspetto traspira comicità. Questa è percepibile nel suo atteggiamento da uomo invincibile, sprezzante del pericolo e dei nemici più pericolosi, disinteressato, almeno apparentemente, alle avance di donne bellissime.
Sean Connery raggiunge la maturità artistica a metà degli anni ‘80, scrollandosi di dosso, definitivamente, il personaggio sexy symbol dell’agente segreto, stretto nel suo elegante smoking.
Il nome della rosa e Gli intoccabili
Nel 1986 interpreta Guglielmo da Baskerville in Il nome della rosa, diretto da Jacques Annaud e tratto dal romanzo di Umberto Eco.
Il film è ambientato nel medioevo e attraverso un flashback dell’anziano frate Adso da Melk (Cristian Slater) vengono raccontati gli agghiaccianti avvenimenti che si svolgono in una abazia nell’Italia settentrionale.
È ne Il nome della rosa che Sean Connery dimostra di essere giunto ad una recitazione sobria, severa e quando serve appassionante. Il film risulta sempre avvincente, anche nelle sequenze più lente. Il merito è in gran parte di Sean Connery, senza nulla togliere al regista e al resto del cast.
Il nome della rosa fu molto apprezzato dalla critica, mentre il pubblico statunitense lo bocciò clamorosamente, ma in Europa, soprattutto in Italia fu un grande successo.
La definitiva consacrazione come grande attore arriva nel 1987, quando ottiene il premio Oscar per l’interpretazione di Jimmy Malone in Gli intoccabili di Brian De Palma, film che oltre a Connery, vede la partecipazione di Robert De Niro e Kevin Costner.
Riconoscimenti
Sean Connery ha interpretato più di 90 lungometraggi, 10 come produttore e un paio di regie teatrali e televisive. Ma i premi che ha ricevuto per i suoi film non sono tantissimi; molti invece sono i riconoscimenti per il valore complessivo della sua carriera, tra cui un David speciale, ricevuto nel 1977 e un Mar’Aurelio d’oro al Festival internazionale del film di Roma, nel 2006. Il suo più grande premio era senza dubbio l’amore del pubblico, specie quello femminile, che lo seguiva con passione da più di una generazione.