OSMOSIS: su Netflix la serie tv alla ricerca dell’algoritmo dell’amore vero
I fratelli Esther e Paul credono di aver trovato l'algoritmo che permette una compatibilità al 100% tra due persone. Sarà il modo per trovare il vero amore?
OSMOSIS è la serie di fantascienza targata Netflix disponibile dal 29 marzo 2020. Al momento, è stata rilasciata solo la prima stagione, e sembra non sia stata confermata la seconda.
LA STORIA
Siamo nella Parigi di un futuro prossimo venturo, non troppo lontano dai nostri giorni. La tecnologia ha invaso ancora di più i rapporti umani e la sfera intima, e la necessità sempre più diffusa e pressante di app per incontri ha portato al brevetto di Perfect Match, con la quale si possono conoscere e incontrare le persone per conoscere l’amore.
Due fratelli, Esther e Paul, si spingono ancora più in là, e creano un’intelligenza artificiale che aiuta gli utenti a trovare l’anima gemella compatibile al 100% con chi la cerca. L’app si chiama Osmosis, e viene allora testata su 12 “cavie” umane: ma il permettere che un computer abbia accesso agli angoli più nascosti e personali dell’essere umano porterà a conseguenze inaspettate quanto pericolose.
OSMOSIS parte da presupposti al sapore di déjà-vu: invasione della tecnologia nella sfera intima, confusione tra emotività e calcolo logico, confini etici superati in nome di qualcos’altro.
E sembrerebbe, ad uno sguardo superficiale, abbondare in cliché sotto una confezione ultra lucida che attira e incuriosisce: eppure, se si ha la costanza (ma anche la voglia) di resistere, gli otto episodi che compongono la prima e unica stagione sono qualcosa di affascinante e impervio, per le domande (banali) che pone e per le risposte (non scontate) che suggerisce ma non dà.
Narrativamente, quello che brilla di più è la domanda sulla vera natura della felicità, ovvero la sua compatibilità dell’essere umano: la continua ricerca della felicità implica conseguentemente che l’uomo possa sopportarla più a lungo di quanto si crede di poterla possedere comunemente?
Quando OSMOSIS cerca di ricreare tramite l’algoritmo l’architettura dell’amore, riesce ad esplorare un terreno ampiamente battuto ma lo fa scegliendo un punto di vista interessante, con un’estetica che rimanda a superfici morbide ma impregnate di un’immanenza sinistra, seguendo trame a sottotrame che passano con disinvoltura dalla fantascienza pura al dramma familiare fino alla spy-story più feroce.
Certo, la serie creata da Audrey Fouché si incaglia nei numerosi richiami (involontari o meno) ad opere più profonde e riuscite come MANIACo BLACK MIRROR; per restare sui terreni più battuti e conosciuti: superando l’ostacolo quando crea un universo né utopico né distopico, un futuro non lontano né presente, insomma un mondo narrativo puntuale, preciso e profondo, con una sua coerenza interna, che porta a risonanze emotive personali.
Che poi i personaggi siano troppo, che la sceneggiatura spesso e volentieri si perda nei troppi rivoli aperti e paralleli, che la caratterizzazione non sia sempre riuscitissima, non sono propriamente difetti che allontanano il gusto della visione, ma componenti di una complessa costruzione seriale.
Che gioca il tutto per tutto sul duello tra logica e sentimento, tra il bisogno sempre più pressante di tecnologia ed un’esistenza umana che alla fine si ribella e con la forza dei sentimenti travolge ogni tentativo di algoritmo.
Insomma, un guilty pleasure che si fa voler bene, anche con il suo (involontario?) turn over tra una storia basata sulla riflessione morale riguardante l’importanza dell’amore e una volata negli episodi finali che stringe sulla componente tensiva del thriller.
OSMOSIS
Anno: 2019
Durata: 1 stagione, 8 episodi
Distribuzione: Netflix
Genere: fantascienza, drammatico
Nazionalita: Francia
Regia: Thomas Vincent
Data di uscita: 29-March-2020
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