DODICI GIURATI: la nuova serie Netflix inquietante e raffinata

I DODICI GIURATI è la serie belga Netflix disponibile dal 10 luglio 2020: è incentrata sul “processo del secolo”, nel quale la giovane donna Frie Palmers, sensibile e fragile, è accusata di aver ucciso sia la migliore amica, ex amante del suo compagno Stefaan De Munk, sia la loro figlioletta di appena due anni Rose.

LA STORIA

A giudicare sulla sua colpevolezza sono chiamati dodici giurati, dodici persone prese dal popolo che si troveranno nella non invidiabile situazione per cui decidere se condannare una donna che l’opinione pubblica giudica colpevole ma che sembra, a tutti gli effetti, una vittima.

AL DI LA’ DEL BENE E DEL MALE

DE TWAALF è a tutti gli effetti un legal drama: una storia che segue le linee guida di un processo e che, tappa per tappa, episodio per episodio, avvicina lo spettatore alla verità.

Ammesso che una verità sola esista: perché prima di scoprire il colpevole (nell’ultimo fotogramma dell’ultima sequenza dell’ultimo episodio) saranno tanti i colpi di scena che riporteranno i concetti di “colpevole” e “innocente” alla loro giusta, abissale ed inconoscibile dimensione, così come il senso di Bene e Male.

Ma come in ogni dramma che si rispetti, in realtà il centro della narrazione non è tanto il processo, che diventa solo un pretesto per indagare la natura umana, per mettere al centro le interrelazioni dei giurati, le loro vite, le loro complesse, sfaccettate e a volte meschine personalità; bensì, la vera natura della duplicita insita in ogni essere umano, e nell’impossibilità di giudicare un proprio simile se per primi noi stessi siamo colpevoli di qualcosa. In un miscuglio di pubblico e privato che genera caos prima di riportare ordine.

La serie è deliberatamente e consapevolmente scritta, girata e montata per creare confusione e dubbio nell’occhio di chi guarda.

Un montaggio alternato e di non sempre facile decrittazione si muove tra passato prossimo, remoto e presente, per seguire allo stesso momento sia le vite dei giurati (6 dei dodici, per la precisione) sia il triangolo amoroso che si va formando nella storia, quello tra Frie (accusata), Stefaan (suo ex compagno) e l’attuale moglie di lui. Triangolo che diventa ben presto, nella ricostruzione, un quadrilatero, con l’aggiunta di Brichte, migliore amica di Frie e amante di Stefaan prima di lei, uccisa venti anni prima e del quale omicidio si trova incolpata adesso la stessa Frie.

LUOGHI DELL’ANIMA 

DE TWAALF è girato come un film lungo poco più di dieci ore: con lo stile freddo e contemporaneamente dolorosamente appassionato tipico dei paesi del nordeuropa, con la sua fotografia che riesce a catturare ogni battito di ciglia nel passaggio emotivo fra pianto e sorriso, tesse una rete leggera ma stratificata di rapporti umani fatta di piccolezze e deboli gesti eroici, restituendo la realtà dell’esistenza in tutta la sua quotidiana meschinità.

Corale fino al cuore, sa regalare ad ogni personaggio il giusto respiro e il giusto peso: e in maniera lucidissima e sottile sa far sì che ognuno di loro, con il proprio universo interiore, sappia incarnare una parte del senso della storia, che ribalta il concetto di salvezza incuneandolo in quello più ampio e sfilacciato di colpevolezza originale.

IL CAST

DE TWAALF (THE TWELVE in inglese) ha tra i protagonisti Maaike Cafmeyer che interpreta la donna accusata del terribile delitto Frie Palmers; Maaike Neuville nel ruolo di Delphine Spijkers, Johan Heldenberg nella parte di Stefaan De Munck, e Charlotte De Bruyne nel ruolo di Holly Ceusters.

Completano il cast Tom Vermeir nel ruolo di Joeri Cornille, Peter Gorissen in quello di Arnold Briers, Zouzou Ben Chikha nella parte di Carl Destoop. Infine Piet De Praitere interpreta Noël Marinus mentre Josse De Pauw è Ari Spaak.