MINDHUNTER è una serie Netflix, della quale sono state prodotte due stagioni: è in preparazione la terza.
Celebrata da pubblico e critica, la serie racconta la nascita della sezione dell’FBI, preposta alla profilazione dei criminali seriali, e ci trasporta con delicatezza e lenta definizione perversa dei dettagli psicologici dei protagonisti, nell’universo delle devianze umane.

Sei dei diciannove episodi sono stati diretti da David Fincher, amato regista di SE7EN, FIGHT CLUB, MILLENNIUIM- UOMINI CHE ODIANO LE DONNE e molto altro. La qualità della regia della serie, è molto curata ma la sceneggiatura è degna di un Oscar.
LA SCENEGGIATURA
Quando la premessa, per dirla con lo studioso Lajos Egri, è lineare e ben congeniata, la storia si inizia a scrivere da sola. Ma nel caso di MINDHUNTER la premessa è non solo ben concepita, ma diffusa all’interno della storia a tutti i livelli del racconto.

Quando si racconta di criminali pluriomicidi che vengono intervistati in carcere è facile comprendere che la premessa non può che essere la seguente: quando per sentirti libero, rompi l’equilibrio delle regole che ti circondano, ti priverai della tua stessa libertà.
La raffinatezza della scrittura, porta la premessa a divenire parte non solo della vita degli assassini seriali, ma degli stessi detective, i quali mettono in luce le ombre della mente umana, i suoi limiti e le passioni incontrollate.

Se così non fosse stato, MINDHUNTER sarebbe passata inosservata come una qualunque narrazione di fatti storici di genere detective story.
IL VEDO / NON VEDO
La genialità aggiuntiva di questa serie, che ne amplifica l’autorialità, è relativa le scelte estetiche. Facile sarebbe stato facile e scontato, trattando di efferati omicidi, sciorinare una serie di classici trucchi da set per evidenziare l’efferatezza della condotta di queste menti criminali analizzate.

Del tutto in linea, da una parte con la volontà di evitare troppe censure poco apprezzate da chi vende a milioni di spettatori, e dall’altra da raffinati sceneggiatori che amano lavorare piuttosto in sottrazione che in eccesso di dettagli, la visione non disturba gli stomaci deboli.
Del tutto disturbanti rimangono comunque le affermazioni e le dettagliate descrizioni degli omicidi e delle relative torture e mutilazioni.