Con Dililì a Parigi di Ocelot un tuffo nella Francia della Belle Époque su Prime Video
Dal regista di "Kirikù e la strega Karabà" un'altra storia che non si limita a mostrare, ma ad insegnare. Un'avventura nella splendida Parigi, resa maestosa dalle fotografie digitali e poi animate, attraverso la piccola e curiosa Dililì e il suo amico Orel.
Dililì è una bambina orfana franco-canaca che vive in un villaggio canaco ricostruito in un giardino parigino. Un giorno la piccola entra in contatto con Orel, un giovane corriere. Questi incuriosito dalla storia della giovanissima la invita a visitare con lui la città a bordo della sua tricicletta. Mentre il ragazzo effettua le consegne, la bambina potrà vedere nuovi posti e conoscere nuove persone. E sarà proprio questo il fulcro della storia. Grazie ai numerosi incontri, Dililì e il suo nuovo amico potranno indagare su delle misteriose sparizioni.
Una realtà parallela di sfarzo e positività.
La storia, ambientata nella Belle Époque, vuole mostrare un momento d’oro, non solo di Parigi e della Francia. I due protagonisti incontrano, nel corso della vicenda, tutta una serie di nomi importanti nel panorama culturale e non. Da Eiffel a Lumière, da Marie Curie a Renoir, solo per citarne alcuni. Questo a dimostrazione dello sfarzo di un’epoca passata alla quale però attingere, anche con nostalgia. E tutto questo per dimostrare che Parigi la faceva da padrona. Non a caso si può, infatti, considerare come l’altra grande protagonista dell’intera storia. Una Parigi che non si limita a fare da sfondo, ma che emerge sempre con forza.
La recensione.
Grazie al viaggio della piccola Dililì, Ocelot riesce ad affrontare tanti temi importanti e impegnativi. Ma riesce a farlo con quella naturalezza tipica dei più giovani. In questo modo riesce, infatti, ad arrivare ad un pubblico più vasto. Razzismo, violenza, maschilismo sono solo alcune delle tematiche sviluppate. Ognuna in un modo ben preciso, attraverso determinati personaggi e determinate scelte narrative. La forza di Dililì (e dell’intero film) e il non arrendersi, il non perdersi d’animo e la curiosità. Una curiosità che porta a cercare di trovare le radici dei problemi per estirparli fin dall’inizio. Per questo, ancora una volta dopo Kirikù e la strega Karabà, Michel Ocelot torna a dare un grande insegnamento, a grandi e piccoli. Una storia universale, per riflettere e far riflettere.
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