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UN RAGAZZO D’ORO di Pupi Avati. Con Riccardo Scamarcio Sharon Stone e Cristiana Capotondi. Ora su RAIPLAY

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Un ragazzo d’oro (2014) diretto e scritto da Pupi Avati, premiato come migliore sceneggiatura alla 38° edizione del Montreal World Film festival, è disponibile sulla piattaforma digitale di RaiPlay.

Il lungometraggio, interpretato da Riccardo Scamarcio, Cristiana Capotondi e Sharon Stone, è un film avvincente, a tratti fosco. La vita pubblica e il vissuto più intimo dei protagonisti si intrecciano tra normalità e follia.

La trama

Davide Bias (Riccardo Scamarcio) vive a Milano dove lavora come creativo pubblicitario e ha una tormentata storia d’amore con Silvia (Cristiana Capotondi). Davide sogna di pubblicare i suoi racconti, ma nonostante il suo talento sia riconosciuto  viene sempre scartato. Quando viene raggiunto dalla notizia della morte di suo padre, sceneggiatore di film con scarso valore artistico, torna a Roma. Qui incontra Ludovica (Sharon Stone), un’editrice a cui il padre di Davide aveva confidato che stava scrivendo la sua autobiografia, l’unica opera davvero sincera. Ludovica confida ciò a Davide, con la speranza di trovare il manoscritto e inizia la ricerca dell’opera incompiuta.

Il rapporto padre e figlio

Un ragazzo d’oro è un film che affronta il rapporto tra un padre e un figlio tormentato da manie nevrotiche. Temi già affrontati da Pupi Avati in Il papà di Giovanna (2008), interpretato da Silvio Orlando e Francesca Neri. Ma il contesto è differente e gli avvenimenti, pur avendo punti in comune, prendono tutt’altra direzione.

Con una fotografia in bianco e nero le prime immagine del film portano lo spettatore in una dimensione di ricordi. Un bambino felice tenendo stretta la mano di suo padre fa un salto. È questo il solo ricordo di Davide che conserva di suo padre. Un ricordo che diventa un’ossessione per Davide, interpretato da Riccardo Scamarcio, con un tono malinconico, alternando momenti sognanti ad altri di pura pazzia.

Il filone narrativo principale de Un ragazzo d’oro è il rapporto tra un padre e un figlio. Un rapporto tormentato e vissuto con rabbia. Ma la rabbia si trasforma in rimpianto, quando il padre muore in un incidente stradale, forse un suicidio.

Davide, inizialmente, si sente schiacciato dalla figura paterna e la sua morte viene vissuta quasi come una liberazione. Ma l’incontro con Ludovica, un’editrice interpretata da una algida ma sensuale Sharon Stone (prima partecipazione in un film italiano), rivela a Davide un aspetto non conosciuto del padre.

La scoperta dell’amore paterno

Ludovica conserva un segreto, che rivela a Davide. Il padre stava scrivendo la sua autobiografia. L’editrice è convinta che si tratti di un vero capolavoro letterario e chiede a Davide di frugare tra le sue carte per ritrovarlo.

È qui che il film ha una svolta. Pupi Avati rinchiude il suo protagonista in un ambiente chiuso, in perenne penombra. Nello studio di suo padre, Davide si dà alla ricerca nevrotica dell’autobiografia. È in questo luogo, che il giovane inizia a ritrovare la sua figura paterna, attraverso i suoi scritti, scoprendo un uomo del tutto diverso. E decide di ricostruire e scrivere lui stesso il libro.

La rabbia si trasforma in amore per un uomo consapevole del suo fallimento, come marito, come padre e come artista.

Davide non scrive solo l’autobiografia di suo padre, ma sembra riportarlo in vita, indossando  suoi vestiti, usando il suo profumo e come lui s’innamora di Ludovica.

Ma questo percorso non gli consente più di controllare la sua nevrosi. La realizzazione del suo sogno, la pubblicazione di un’opera letteraria e la riscoperta dell’amore paterno lo fanno impazzire del tutto.

La follia

È la follia che percorre in sottotraccia per tutto il film e esplode nel finale. Quando Davide riesce a pubblicare il suo libro, scritto insieme al padre morto, ma viene rinchiuso in un ospedale psichiatrico. È qui, paradossalmente, che Davide trova la sua serenità. Appare disinteressato da tutto ciò che lo opprimeva.

La serenità di Davide contrasta con l’atmosfera di follia che lo circonda. Atmosfera resa tale dalla regia di Pupi Avati, con l’uso di inquadrature dal basso e luce accecante.

Ma la pazzia non divora solo Davide. Silvia lo assiste  nel suo tortuoso percorso umano e artistico, ma sembra vittima di vecchi fantasmi, che non le consentono di vivere la sua relazione.

Cristiana Capotondi con questa interpretazione dimostra di essere diventata un’attrice matura, incarnando una giovane donna in crisi, tormentata da una vecchia relazione che non riesce a buttarsi alle spalle.

Il personaggio fantasma

Un ragazzo d’oro ha anche un altro protagonista oltre a Davide, suo padre. Questi non appare mai direttamente nel film, il suo volto è mostrato solo attraverso una vecchia foto. Ma la sua presenza è costante. Tutti i personaggi lo ricordano, ogni oggetto ricorda la sua vita e le sue sceneggiature.

Pupi Avati attraverso questo “personaggio fantasma” rende omaggio alla commedia sexy degli anni ‘70. Un genere cinematografico di consumo, con poche qualità artistiche, ma che ha reso noto al grande pubblico attori e attrice come Gloria Guida, Renzo Montagnani e Alvaro Vitali. E in Un ragazzo d’oro viene ricordato come la commedia sexy è uno dei generi preferiti da Quentin Tarantino. Ed è interessante come Pupi Avati in Il ragazzo d’oro mostra alcune sequenze del film Dove vai se il vizietto non ce l’hai e lo mostra come se fosse un’opera scritta dal suo personaggio, è in realtà un film realizzato nel 1979, diretto da Marino Girolami e scritto da Carlo Veo.

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Un ragazzo d'oro

  • Anno: 2014
  • Durata: 102 min
  • Distribuzione: 01 Distribution
  • Genere: drammatico
  • Nazionalita: Italia
  • Regia: Pupi Avati
  • Data di uscita: 18-August-2014