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FESTIVAL DI CINEMA

24 UMBRIA FILM FESTIVAL: BACURAU di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles

Bacurau è un paese che diventa fantasma: qualcuno lo vorrebbe tale per giocare con la vita delle persone, per puro godimento, e con la connivenza dei politici locali. E' una frecciata al colonialismo culturale e economico degli Stati Uniti, fatta in maniera originale tra horror, western, e il filone legato al banditismo sociale. Una cosa è certa: Bacurau, se ci andate, andateci in pace.

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BACURAU

Alla 24a edizione dell’UMBRIA FILM FESTIVAL , l’evento principale della seconda serata è senza dubbio l’anteprima italiana di Bacurau di Kleber Mendonça Filho e Juliano Dornelles, film brasiliano presentato allo scorso Festival di Cannes dove ha vinto il premio della Giuria.

Bacurau, la recensione

Sin dalle prime immagini scorrono messaggi di morte, le bare vuote cadute da un carico sulla strada, e la chiusura di una diga molto importante per l’approvvigionamento di acqua. E dove non c’è acqua, si sa, non c’è vita.

E poi ancora le tagliole in mezzo alla sabbia, gli uccelli neri che girano intorno ai cadaveri, una natura che potrebbe essere rigogliosa ma che sembra sempre più arida e non accogliente: tutto confluisce in questo inaspettato film di genere.

Anzi, di generi. Tra il western, l’horror slasher, la fantascienza e il cangaço,  filone tipico brasiliano legato al banditismo sociale, Bacurau arriva dritto allo spettatore e senza mezze misure.

Attraverso una narrazione lenta, surreale, che mescola dischi volanti ai cactus dell’arido paesaggio del nord est del paese, gli avvenimenti che si succedono sembrano uno più inverosimile dell’altro, fino ad arrivare alla resa dei conti finale.

E’ il punto di vista di due registi che sono nati e vissuti proprio in quella parte del paese; non è il sud, più ricco e forse più legato all’immaginario che si ha normalmente del Brasile.

Bacurau è un paese che diventa fantasma, com’era fantasma il palazzo di Acquarius che si voleva sgombrare dall’unica abitante (Sonia Braga, presente anche in questo film); o meglio qualcuno lo vorrebbe tale per giocare con la vita delle persone, per puro godimento, e con la connivenza dei politici locali.

E’ una chiara metafora politica, una frecciata al colonialismo culturale e economico degli Stati Uniti, fatta alla maniera di certi film in pieno stile Carpenter e Peckinpah.

Bacurau, se ci andate, andateci in pace

Il Bacurau è un uccello nottorno con un ottima capacità di mimetizzazione quando si trova sul ramo. La parola stessa evoca il mistero di qualcosa che c’è ma non si vede e che si potrà notare solo quando questa decide di manifestarsi.

Esattamente come faranno i suoi abitanti per vendicarsi dei gringos che hanno scambiato Bacurau per un parco di divertimenti per adulti.

Bacurau, la trama

Dopo la morte della 94enne matriarca del villaggio, Carmelita, a Bacurau iniziano a succedere cose strane: il segnale del telefono non è più funzionante, la città è scomparsa dalle cartine on line e droni a forma di dischi volanti inseguono alcuni viaggiatori della zona, compresa una coppia di motociclisti, di passaggio da Rio de Janeiro.

La diga che porta l’acqua al piccolo villaggio è stata chiusa dal signorotto locale, Tony Junior, in odore di rielezioni. La sua visita a Bacurau, solo per raccattare voti, indispone parecchio gli abitanti che nel frattempo sono costretti a farsi consegnare l’acqua attraverso un camion che la preleva dalla fonte.

Il camion subisce misteriosamente alcuni spari che gli provocano dei buchi che suscitano la perdita dell’acqua.

La fuga di alcuni cavalli da una vicina fattoria e il conseguente viaggio di ritorno per la restituzione dei cavalli porta due abitanti di Bacurau a scoprire una serie di barbare e sanguinose stragi da cui tentano di prendere le mosse ma invano.

La presenza sospetta di una coppia di motociclisti provenienti dal sud del Brasile (la parte ricca) ci porta dentro al covo di un gruppo di americani che giocano a sparare a bersagli umani, acquistando punti a ogni persona uccisa.

A capo di questa banda di sanguinari adulti ancora adolescenti c’è Michael.

Quando uno della banda uccide un bambino di Bacurau, il villaggio insorge e decide di vendicarsi.

E lo fa alla maniera dei migliori western (e dei film di zombi).

Bacurau

Bacurau, i personaggi

Oltre a Dominga (Sonia Braga), il medico del paese, scostante e iraconda, troviamo Barbara Colen nel ruolo di Teresa, nipote di Carmelita, e figlia del professore dell’unica scuola del posto: e Thomas Aquino nel ruolo di Pacote, dai traffici poco puliti, ma che sarà l’anello fondamentale per portare il bandito Lunga (Silvero Pereira) dalla parte dei concittadini di Bacurau e liberarsi dei gringos.

Lunga è un misto di elementi differenti che costellano la storia e la cultura popolare brasiliana. Vive in una fortezza che affaccia sulla diga completamente asciutta. E’ un eroe per tutti, un uomo gay che nonostante i suoi precedenti penali e la sua riottosità iniziale riesce a compiere un arco di trasformazione del personaggio che lo porta a crescere visibilmente a crescere.

Bacurau, il trailer

 

Bacurau