El Chicano, dal 6 agosto on demand la nuova leggenda messicana
Disponibile sulle maggiori piattaforme online, la pellicola firmata da Ben Hernandez Bray vira verso il noir, ma ha dei riferimenti nel fumetto più dark, per raccontare una storia di vendetta e redenzione.
El Chicano è il nuovo film diretto da Ben Hernandez Bray, celebre stuntman, e scritto da Joe Carnahan (A-Team, The Grey), disponibile dal 6 agosto sulle migliori piattaforme digitali, distribuito da Cloud 9 Film.
Diego (Raul Castillo) è un detective di Los Angeles, incaricato di tenere sotto controllo i traffici di un importante cartello messicano. La scoperta di un tatuaggio su alcuni cadaveri, rinvenuti in un magazzino, sarà solo il primo di vari e importanti indizi che faranno luce sul suo passato.
El Chicano | Tra ricordi d’infanzia e desideri di vendetta
L’apertura alla Blade Runner provvede a dare sin da subito il tono della pellicola. La pioggia cade nel tentativo di cancellare il dolore dei ricordi. Fitta, inesorabile, avvolgente, impedisce allo sguardo di vedere al di là di un palmo.
E fallisce nel suo intento, portando solo altri pensieri e un desiderio di vendetta che consuma l’anima. Sulla tomba del fratello, il protagonista fa una promessa. Una promessa che sarà difficile da mantenere e che lo condurrà verso un destino funesto.
A questo punto El Chicano fa un salto nel passato: tre ragazzini in un barrio della parte est di Los Angeles assistono all’arrivo della polizia in casa di un boss. L’infanzia di Diego è segnata dalle scorribande con il fratello e l’amico, con cui forma un trio perfetto.
Ma non mancano i momenti di confusione, di sofferenza, che porteranno ciascuno di loro a intraprendere una strada diversa. Una volta cresciuti, schierati su due fronti opposti, i ragazzi si troveranno a fronteggiarsi l’uno con(tro) l’altro. L’affetto che li legava da piccoli lascia il posto alla violenza, all’odio, alla sfiducia.
I cartelli dettano legge nella Los Angeles dei barrios
In un territorio come quello in cui è ambientato il racconto, gestito dai signori della droga e attraversato da continue lotte per il potere, non è forse possibile sperare in altro.
L’ingresso in scena di questa sorta di supereroe cittadino dà un segnale forte, differente, prezioso. Come fosse una versione messicana del nostrano Jeeg Robot, El Chicano è al tempo stesso un monito per i malvagi e un’ispirazione per coloro che vorrebbero cambiar vita.
Senza l’ironia e la pseudo leggerezza del film di Gabriele Mainetti, l’opera di Ben Hernandez Bay esibisce un’inclinazione verso il noir con tinte horror, sottolineate anche nell’utilizzo della musica e nella composizione di alcune sequenze.
Alla fine se tutto si riduce allo scontro tra i cartelli, il cui operato viene a un certo punto addirittura paragonato alle gesta di Hitler, la violenza è un tratto distintivo della vicenda. Così come lo sono la vendetta, l’onore, il sacrificio.
“Certe storie non invecchiano mai e hanno sempre da insegnare”
Nel corso della narrazione il protagonista compirà varie trasformazioni, arrivando a comprendere il fratello quando sarà ormai troppo tardi. L’idea che si era fatto di lui cambia completamente nell’attimo in cui scopre cosa era diventato dopo aver scontato la sua pena.
El Chicano è così anche una storia di redenzione. Le scorciatoie, come le bugie, hanno le gambe corte. Ma ciò che conta è sapersi rimettere in carreggiata, in un modo o in un altro. Che sia lottando per un bene più grande, quale può essere la giustizia, o ergendosi a paladino di una rivoluzione tanto necessaria quanto insidiosa.
La pellicola fa il suo giro, il finale si riallaccia al prologo. Lo spettatore ha compiuto un viaggio, gettato uno sguardo all’interno di un complesso spaccato di realtà, provato sulla sua pelle la sensazione di non avere altra via d’uscita.
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