Dal 6 luglio su Sky Atlantic e Now TV, Gangs of London narra le vicende di Sean Wallace (il bravissimo Joe Cole di Peaky Blinders), che sale al comando delle organizzazioni criminali di Londra, alla morte del padre Finn (Colm Meaney), ucciso in circostanze misteriose. Per più di vent’anni l’uomo ha gestito la convivenza e la concorrenza tra le bande rivali, e adesso toccherà al giovane fare lo stesso.
Liberamente ispirata all’omonimo videogame per PSP, e in più di un’occasione paragonata a Gomorra, la serie è un vero e proprio capolavoro del genere noir, che non risparmia niente e nessuno e arriva dritto al punto senza messe misure.
Gangs of London e il sottobosco di criminalità della capitale inglese
Gangs of London evidenzia un sottobosco di criminalità così sviluppato e radicato da far spavento.
Sean e la sua famiglia ereditano una situazione instabile e complessa, resa tale proprio dalla dipartita di Finn. L’uomo teneva infatti in piedi un incredibile giro di affari del quale tutti, o quasi, erano più che soddisfatti.
Il patriarca era benvoluto e tenuto in gran considerazione, grazie alla sua capacità di ascoltare i bisogni dei suoi affiliati, di andar loro incontro facendo sempre valere, al tempo stesso, la sua autorità.
I legami all’interno di simili contesti raramente contemplano un reale affetto alla base, quanto piuttosto un riconoscimento di stima, di necessità, se non anche di profitto. Nel momento in cui cade il capo famiglia, l’equilibrio necessariamente si spezza.
Il passaggio di testimone comporta impegno, rischi e compromessi
Eppure Sean riesce a prendere in mano le redini della situazione, non senza difficoltà, spirito di sacrificio e grande coraggio.
Trattato come un figlio da Ed Dumani (Lucian Msamati), braccio destro di Finn, il giovane rischia ogni cosa pur di vendicare il padre e riportare onore al suo nome. Scende a compromessi con la sua stessa coscienza – che propriamente pulita lo è stata solo nei giorni dell’infanzia – e si sporca le mani fino in fondo.
In un ambiente come quello in cui vivono i protagonisti, i nemici sono all’ordine del giorno, la norma, così come le lotte fratricide, gli attentati e gli intrighi per arrivare al potere.
La forza di Gangs of London nella resa realistica del contesto
La riuscita della serie si rivela quindi anche nella sua precisione nel rendere il contesto, nel delinearne il profilo con una dovizia di particolari pressoché impressionante. A colpire maggiormente è la tangibilità, la concretezza sprigionata dalle azioni.
La violenza esibita in Gangs of London si attacca come sangue rappreso, contaminando tutto ciò che tocca. Come una macchia d’olio si espande e non c’è modo di sfuggirle, è un mezzo necessario a far quadrare le cose, ma la spirale che viene a crearsi è imprevedibile e inarrestabile.
L’importanza degli alleati
Sean si fa portavoce di uno scopo, dopo aver abbandonato ogni sua velleità infantile, porta avanti ciò su cui il padre stava lavorando e per cui è morto.
In tale cammino, costellato di ostacoli e pericoli, la sua fortuna è rappresentata da alcune figure che gli gravitano intorno, mentre altre non fanno che remargli contro. Tra queste ultime senza dubbio troviamo il fratello Billy (Brian Vernel), più interessato a farsi una dose che a barcamenarsi tra i nuovi affari della famiglia.
Di contro, il misterioso Elliot Finch (Sope Dirisu) diviene un alleato importantissimo, su cui poter fare sempre affidamento. Non a caso si rivela ben presto uno dei personaggi più affascinanti ed enigmatici della serie.
Segnato dalle terribile ferite del passato, l’uomo fa parte dell’entourage dei Wallace ma nasconde la sua reale identità. Nonostante ciò crea con Sean un legame imprescindibile, dai quali entrambi ricaveranno molto.
Il tema della famiglia
La famiglia è una delle tematiche principali di Gangs of London, soprattutto nella variante del rapporto genitori-figli, per cui spesso appare come un prezioso fil rouge e permette di collegare anche figure tra loro incomparabili.
Una madre che ha chiuso gli occhi davanti all’educazione criminale dei propri bambini, un padre che sceglie la strada per chi verrà dopo di lui senza curarsi se sia costellata di crudeltà e dolore. Nel mezzo ci sono coloro che hanno perso un caro e non sanno come riempire quel vuoto. Situazioni, decisioni e gesti che lasciano tracce indelebili e che possono condurre a esistenze complicate.
Di elementi di interesse la serie è piena zeppa, ma tutto si fonda in primis sulla forza stilistica del racconto. L’atmosfera gravida, soffocante, implacabile avvolge tutto e tutti, e sono davvero pochi coloro a cui sarò concessa la salvezza.
La città di Londra appare quindi perfetta a restituire simili sensazioni, con i sobborghi lasciati allo sbando e il centro monopolizzato dai grattacieli.