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SULLA BOCCA DI TUTTI: la recensione della serie Netflix su un pericoloso virus

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SULLA BOCCA DI TUTTI è un serial brasiliano di 6 episodi disponibile in lingua originale su Netflix, creata, scritta e diretta da Esmir Filho.

LA STORIA

Fran e Bel si risvegliano dopo una nottata passata ad un rave: Fran ha brillantini viola sul viso, Bel un’enorme macchia sulle labbra.

È il primo sintomo di una malattia presa durante la sera precedente, e proprio la ragazza sarà il paziente zero di una malattia misteriosa che annienta le emozioni e le percezioni sensoriali, e che si è diffusa durante la festa a cui hanno partecipato, quando tutti i partecipanti si sono tutti e prolungatamene baciati.

Nel ranch di Progreso (immaginaria cittadina del Sud America) si scatena quindi la caccia ai contagiati, mentre la preside del liceo crede che tutto sia colpa di una droga quando in realtà è proprio sua figlia l’anello di congiunzione del contagio.

NARRATIVA POST-COVID

E già parlare di virus, nel 2020, suona quantomeno pericoloso. Figurarsi poi se si tratta di un virus di altissima trasmissibilità, che si diffonde di bocca in bocca: in realtà, però la produzione di SULLA BOCCA DI TUTTI risale al 2019, quando del Coronavirus si avevano solo notizie confuse e distratte provenienti solo dall’estremo Oriente.

In realtà, l’opera di Filho come tutte le buone opere di narrativa organizza la notizia contestualizzata al presente solo come spunto per raccontare quella fase della vita così difficile, impervia e dolorosa che non smette mai di fornire materiale per il cinema e la tv, ovvero l’adolescenza.

LA RECENSIONE

Ma no, SULLA BOCCA DI TUTTI non è il solito teen drama (per restare in tema Netflix, e tenere alte le mire, basta citare SKAM ITALIA) che vuole rimestare nelle gioie e nei dolori della crescita: ma il filtro che utilizza Filho è diverso.

Perché racconta la sua storia e guarda agli adolescenti declinando il tutto tramite una forte componente estetico-visiva, immaginando una sorta di futuro post-Covid  grazie alle immagini, caratterizzando SULLA BOCCA DI TUTTI con un pensiero originale e innovativo, perché la malattia diventa metafora potente per delineare uno scenario di scontro generazionale.

Se dal punto di vista narrativo lo show ricicla dinamiche già viste, descrivendo una gioventù iperconnessa con la tecnologia e minacciata dall’espressione più intima del rapporto interpersonale -il bacio-, la parte migliore dello script risiede, come accennato sopra, nell’impianto visivo, nella messa in scena.

Già entrare nel cuore rurale del Brasile è un bel colpo al cuore, unita al richiamo costante per tutti i sei episodi al rave centro dell’epidemia -sequenza che ritorna costantemente e che si arricchisce sempre di nuovi particolari, facendo da fil rouge al serial-  e ad una spintissima ipercolorazione acida.

REVERSIBLE

Quasi come un Gaspar Noè sotto sedativo: l’estetica eccessiva e psichedelica si lega a doppio filo con flash horror, visioni oniriche e una trasgressione che esonda dai confini della quotidianità per esplorare e dare forma ai desideri ipereccitati dei corpi che si muovono al ritmo di musica elettro-pop.

SULLA BOCCA DI TUTTI è insomma una sorta di una realtà aumentata che gioca sulle dissonanze, sulle differenze, sullo scarto atmosferico dei luoghi rurali all’interno dei quali si muove, facendo la spola tra canti religiosi, anatomia veterinaria, pruriti sessuali, luoghi polverosi e arcaici.

I personaggi vivono in un costante stridio con la microsocietà ultracattolica e conservatrice, che deflagra rumorosamente aprendosi a tematiche LGBT, scivolando su nude e conturbanti fluidità sessuali.

Apprezzabile o meno, tutto questo cote teoretico non confluisce però in un racconto di malessere generazionale: la storia non va avanti attraverso lo scavo dei personaggi (quasi assente), ma solo per ellissi grafiche, per ossessioni visive, per flash abbaglianti.

È la messa in scena tecnica quindi che sopperisce alle eventuali mancanze dello script, costituendo la vera ossatura della serie brasiliana che anche nella durata di ogni singolo episodio -35’- preferisce fondare il suo stupore sulle modalità visive piuttosto che sul mood da teen drama.

Con la possibilità che tutto venga sviluppato, e quindi opportunamente cambiato, nella già prevista seconda stagione.

Virus permettendo.

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