Il regista israeliano Nadav Lapid sarà Presidente della Giuria della 17 edizione delle Giornate degli Autori, a Venezia dal 2 al 12 settembre.
Presidente di Giuria: un servizio al cinema in un’annata tanto difficile
Ha 45 anni, tre lungometraggi, numerosi corti e documentari alle spalle e nel 2019 ha vinto l’Orso d’oro alla Berlinale con Synonymes.
Ha studiato filosofia e si è diplomato in cinema al Sam Spiegel Film and Television School di Gerusalemme. In patria è stimato anche come scrittore ma il nuovo cinema israeliano si rispecchia in lui che pure vive fra Tel Aviv e Parigi.
È stato membro di giuria alla Semaine de la Critique di Cannes e al Festival di Locarno. Nadav Lapid ha accettato l’invito delle Giornate degli Autori intendendolo come un servizio al cinema in un’annata tanto difficile.
Nadav Lapid Presidente alle Giornate degli Autori: un’opportunità per il miglior cinema indipendente
“Da sempre intendiamo il nostro concorso – dice il Delegato Generale Giorgio Gosetti – non come una semplice gara di eccellenze ma come un’opportunità per sostenere il miglior cinema indipendente dopo l’anteprima mondiale veneziana.
Per questo cerchiamo personalità di grande forza e lungimiranza come Nadav Lapid per guidare la discussione di un gruppo eterogeneo di spettatori appassionati che sanno guardare il cinema del futuro.
Desideriamo ringraziarlo di aver accettato e siamo certi che saprà imprimere la sua visione alla prossima edizione della sezione indipendente della Mostra, voluta dagli autori italiani per promuovere talenti di ogni nazione”.
L’importanza dell’audiovisivo secondo Nadav Lapid
“Persino nel film più nichilista, misantropo, ironico e disperato – scrive Nadav Lapid – c’è, inevitabilmente, una radice di speranza. Di conseguenza un ottimismo. La fiducia nella capacità di un certo suono e una certa immagine di coesistere e fondersi.
Bisogna credere che l’audiovisivo abbia un’eco sull’animo umano, che le cose abbiano un senso e che tale senso possa essere costruito sullo schermo.
Questa radicata fiducia che tutto ciò abbia un significato, che sia in connessione, rappresenta il modo in cui mi sento per il ruolo che sono stato invitato a svolgere come Presidente di giuria delle Giornate al prossimo Festival del cinema di Venezia.
In tempi normali, essere membro di una giuria è qualcosa di funzionale, in qualche modo un atto burocratico, al servizio della fragile e meravigliosa macchina del cinema internazionale.
Ma questa pandemia ci obbliga a guardare oltre l’orizzonte del nostro universo cinematografico, a chiederci che senso ha tutto questo? Quanto peso? È ancora tanto importante? Dobbiamo ancora credere nel cinema?
Forse, speriamo, l’esistenza stessa della Biennale può essere una risposta.”
Il cinema di Lapid: un’atto di rinascita e di rivolta
“Siamo felici e orgogliosi di avere Nadav Lapid come Presidente della Giuria – osserva Gaia Furrer, che da quest’anno firma la selezione delle Giornate –.
Nello scandagliare i meandri della psiche umana nei suoi angoli più remoti, il cinema di Lapid rappresenta un atto di risveglio, rinascita e di rivolta. È un cinema ribelle, urgente e catartico.
E mai come adesso abbiamo bisogno di autori che sappiano confrontarsi con il contemporaneo e che sappiano interrogare il cinema e le sue possibilità”.