Prodotto e distribuito da Netflix The Old Guard di Gina Prince-Bythewood è un Superhero in cui azione e sentimenti si mescolano pescando da un immaginario comune a molti action fantasy contemporanei.
La fascinazione dei personaggi e dei loro interpreti non salva il film da eccessi di prevedibilità.
The Old Guard la trama
Guidati dalla millenaria Andy, per qualche motivo questi soldati speciali sono dotati di immortalità e hanno lavorato e combattuto durante le guerre più importanti della storia dell’uomo. Tutto cambia per loro quando scoprono l’esistenza di un’altra creatura immortale, una ragazza che serve nei Marines, mentre un’organizzazione criminale cerca di catturare le azioni del gruppo con una macchina fotografica
Atteso alla prova per la fascinazione esercitata dai suoi interpreti, The Old Guard, diretto da Gina Prince-Bythewood si presentava alla verifica del pubblico portandosi appresso l’etichetta di solito attribuita ai film della Marvel e cioè quella matrice fantastico avventurosa derivata dal carisma e dai super poteri dei personaggi.
Che cosa ci si aspettava da The Old Guard
Nel caso specifico si trattava di capire in quale maniera sarebbe stata resa la specificità della storia ovvero l’immortalità dei membri della squadra di agenti speciali capitanata da Charlize Theron, leader incontrastata di un manipolo di coraggiosi formato tra gli altri da Matthias Schoenaerts e il nostro Luca Marinelli, al suo esordio in una produzione americana.
Trasposizione cinematografica dell’omonimo fumetto diGreg Rucka The Old Guard conferma il brand tipico del genere facendo della contaminazione il suo punto di forza e dunque trasfigurando all’interno della storia situazioniiconografie e dinamiche derivate da altri film, a cominciare dal contesto cosmopolita, figlio di quella globalizzazione che da Alias (serial creato da J.J. Abrams) in poi ha visto l’ambientazione di film e serie create mettendo insieme luoghi e città sparsi in ogni angolo di mondo. Una frammentazione territoriale che da una parte favorisce l’idea di mobilità e la necessità di esotismo proprie del genere, dall’altra, nella scenografia desertica e arcaica di certi paesaggi, è utile a evocare un cult come Mad Max: Fury Road suggerito dal piglio e dalla determinazione di Andy, il personaggio della Theron, per certi versi simile a quello interpretato dalla stessa nel film di George Miller. Similitudini che si ritrovano anche nell’empatia esistente tra i protagonisti il cui come nel Sense8 diLana e Lilly Wachowski a dominare è una pansessualità interraziale e una percezione extra sensoriale, capace di rompere le leggi spazio temporali e di manifestare la presenza dell’altro anche a migliaia di chilometri.
Il punto forte del film: Il cast di The Old Guard
Così se la prerogativa del film è data dall’eccezionalità dei personaggi, dalla straordinarietà del loro sentire e dalla capacità dei singoli di non farsi corrompere dalle tentazioni del male, a fare la differenzaè il fatto che a interpretarli ci siano attori in grado di arricchirli del proprio immaginario: soprattutto la Theron, ancora una volta a suo agio nei confronti corpo a corpo e nella fisicità da amazzone che ne contraddistingue le interpretazioni più dinamiche e spericolate (ricordiamo non solo Neon Flux ma soprattutto Bionda Atomica) e almeno per quanto riguarda l’Italia Luca Marinelli, alle prese con un ruolo si secondario ma di quelli utili ad aprire la strada per eventuali e più importanti esperienze internazionali, e ancora Matthias Schoenaerts, già abituato a queste latitudini e non a caso partner principale – anche in termini di minutaggio e primi piani – della Theron.
La coscienza militante di Charlize Theron
Quest’ultima, ancora una volta dopo Bombshellalle prese con un ruolo che ne ribadisce la coscienza militante, ravvisabile non solo nella leadership del ruolo ma nel farsi promotrice di un film che attraverso i roghi e le torture della caccia alle streghe – rievocati in uno deinumerosi flashback – non perde occasione di denunciare la violenza della società degli uomini e che per la prima voltaci presenta un reparto deiMarines formato da sole donne nella scena in cui una di esse è destinata a scoprire il suo potere.
Ciò detto The Old Guard denuncia i difetti riscontrati in altre produzioni Netflix ovverosia una prevedibilità narrativa e di caratterizzazione dei personaggi derivante dalla necessità di essere comprensibile a livello planetario e quindi dall’obbligo di normalizzare peculiarità che risulterebbero incomprensibili a una parte di pubblico.
Esemplare in tal senso è la figura antagonista, il capo di una potente Big Pharma, tratteggiato con caratteristiche troppo stereotipate e sopra le righe per risultare minaccioso e temibile come la storia vorrebbe farci credere.
La conseguenza più vistosa è quella di una drammaturgia che non riesce a giustificare fino in fondo il tormento dei protagonisti le cui afflizioni sembrano più un espediente di sceneggiatura che la conseguenza degli eventi mostrati. Come spesso succede anche qui il finale aperto lascia supporre che perAndy e soci la partita non è ancora finita.