Control Z, la serie tv messicana distribuita da Netflix, ha esordito il 22 Maggio 2020.
Otto gli episodi della prima stagione con una seconda in programmazione confermata sempre nello stesso mese.
Creata da Carlos Quintanella e diretta da Alejandro Lozano , la Serie vede tra i protagonisti Ana Valeria Becerril(Sofia), Michael Ronda (Javier) e Yankel Steven (Raul).
Control Z : trama
Protagonista del teen drama è Sofia, studentessa al liceo. Riservata e problematica, Sofia mostra immediatamente non solo una personalità complessa e misteriosa, ma anche uno spiccato spirito di osservazione delle persone.
All’interno del Liceo esclusivo che frequenta Sofia si muovono personaggi vari, ragazzi che vivono in famiglie agiate, ma con profondi drammi interiori e difficili situazioni personali. Molti i segreti custoditi da ognuno di loro , nascondendosi dietro una maschera di apparenza impenetrabile. La maggior parte di questi segreti è molto personale e la sua diffusione metterebbe a grave rischio l’equilibrio esistenziale di ognuno di loro.
Sofia si muove per la scuola apparentemente come un’automa, assorbita dalla musica che ascolta in cuffia e non interessata a chi la circonda. L’arrivo di Javier, promessa del calcio giovanile, rappresenterà per lei una svolta. Solare e intraprendente, il ragazzo farà uscire Sofia dallo spazio circoscritto che si è costruita attorno.
Altri personaggi rilevanti sono Raul, che nutre per Sofia uno strano interesse, e Louis, un ragazzo che soffre i continui maltrattamenti da parte dei bulli di scuola e che Sofia cerca di proteggere in ogni modo.
Nel corso di una riunione scolastica farà la sua apparizione un hacker misterioso.
Control Z: una commistione di generi
Una commistione di generi: così si presenta Control Z, serial che unisce la struttura del classico prodotto adolescenziale alle dinamiche misteriose del thriller.
Da una parte la riflessione sulle violenze psicologiche e fisiche, sulla disgregazione familiare e sullo spessore effimero dell’amicizia tra ragazzi, dall’altra le indagini, il mistero da risolvere e l’ambito puramente investigativo (che interessa in realtà solo gli ultimi episodi).
La commistione tra i due ambiti non avviene in modo però del tutto efficace, creando ad un certo punto della narrazione un salto tematico troppo rapido. Mentre assistiamo alle giornate di Sofia, osservatrice silenziosa dell’umanità, non comprendiamo mai in modo del tutto esauriente il motivo di questa sua attitudine che sarebbe stato stato invece molto interessante da sviluppare.
Allo stesso tempo, la sua trasformazione anche fisica accade in modo troppo repentino , non creando quella necessaria dose di pathos.
Anche il triangolo tra lei, Javier e Raul non ottiene lo spazio che meritava, risolvendosi in una successione di eventi troppo confusionaria.
Control Z: adolescenza inquieta allo specchio.
Il dinamismo della regia è però efficace quando si concentra sulle problematiche personali dei vari personaggi.
L’omofobia e la dipendenza da social, il bullismo e l’hacking, l’elaborazione del lutto e il dramma dell’accettazione sociale o dell’ossessiva ricerca della popolarità “da Like“.
Control Z è un’impietoso specchio dei peggiori comportamenti assunti dagli adolescenti di oggi. Le conseguenze spesso drammatiche vengono mostrate senza nessun filtro, evidenziando come possa divenire insostenibile per un adolescente più fragile convivere con i propri coetanei.
Triste è poi la consapevolezza che venga quasi tutto a focalizzarsi in un’ importante assenza di solide figure genitoriali.
Non riuscendo comunque ad assestarsi in una sua dimensione ben definita, Control Z, ponendosi a metà strada tra Elite e Tredici o Gossip Girl, profuma di tentativo riuscito a metà.