Quello che non sai di me di Rolando Colla, il racconto della disperata ricerca della felicità
Disponibile in streaming, viene presentato il 5 luglio in una sala virtuale alla presenza di regista e attori protagonisti "Quello che non sai di me", ultimo lavoro dell’autore svizzero Rolando Colla, è il racconto poetico di due solitudini che si incontrano cercando di superare insieme le difficoltà di una vita ai margini. Non lasciano indifferenti la loro forza, la loro disperazione e tanto bisogno di essere amati.
Quello che non sai di me, terzo lungometraggio di Rolando Colla, colpisce per la forza dei suoi protagonisti, disposti a tutto pur di avere la vita che hanno immaginato, sognato, disperatamente ricercato.
Il loro incontro sembra dare nuova speranza a entrambi, ma le loro diversità, le loro solitudini forse troppo prolungate, e soprattutto la loro diversa visione della vita, più o meno consapevole, li porterà a compiere scelte dolorose, rese ancora più evidenti dall’ordine e dalla compostezza che li circonda.
Quello che non sai di me, anteprima e distribuzione
Co-prodotto dall’italiana Solaria film e dalla svizzera Peacock Film, Quello che non sai di me è già disponibile on demand su The Film Club di Minerva Pictures, dall’1 luglio sarà visibile anche sulle piattaforme Chili e Google Play.
Ikendu, un rifugiato del Mali arrivato in Svizzera dopo essere passato per la Libia e l’Italia,
incontra a Bellinzona Patricia, madre single immigrata dalla Repubblica Ceca che lavora in
un’officina di biciclette. I due si innamorano, si sposano e progettano la loro vita insieme. Ikendu però viene
improvvisamente arrestato e accusato di spaccio, ma si dichiara innocente. Da qui la relazione tra i due si incrina,
portando alla luce ambiguità e verità nascoste che metteranno a dura prova il loro rapporto. Così dalle macerie di
questo doloroso conflitto emergerà la speranza di una nuova rinascita.
Quello che non sai di me, la recensione
Ikendu viene dal Mali. Dopo una serie di torture subite in patria, per motivi religiosi, riesce ad arrivare in Libia, dove lavora un anno per poi proseguire il viaggio su un barcone per l’Italia. Lo vediamo a inizio film a Rosarno, mentre si prepara in un bagno di legno e lamiera e lascia la sua capanna per una vita migliore.
A Bellinzona, in Svizzera, lo accoglie Alex, un suo connazionale che lavora con Paul, un uomo di una nazionalità africana che sembra essersi ben integrato. Paul gestisce il trasporto di pannelli solari e droga, sta per avere un figlio e ha accanto una donna che lo ama.
Alla ricerca di una vita migliore
Tutti sono alla ricerca di una vita migliore, e ognuno di loro è in una fase di questo processo.
Patricia è una donna proveniente dalla Repubblica Ceca, dove vive ancora sua madre. Lavora in una ciclo-officina e vive con le sue due figlie, nate da due relazioni diverse. La più grande, Alina, è figlia di un uomo svizzero, che dopo la rottura del matrimonio si è costruito la famiglia perfetta con un’altra donna. La figlia più piccola, Claudia, è figlia di un uomo algerino che ha lasciato Patricia senza farsi più vivo.
Patricia è alla ricerca dell’amore, o meglio, della sua versione di amore. Abituata a una madre che è sempre giudicante e che non la sostiene e non le dimostra affetto, Patricia si attacca a chiunque le si dimostri interessato, scambiando una notte di sesso per l’amore della vita.
Quando Patricia conosce Ikendu, nonostante i problemi e i malesseri che i due stanno affrontando in quella fase della vita, per un attimo riescono a regalarsi la speranza di una vita migliore. Lui sta cercando di guadagnare più soldi possibile per far andare in Svizzera una sua cugina rimasta in Mali; lei sta cercando quel calore che nessuno le ha mai voluto dare.
Quello che non sai di me
Ma quello che non sai della persona che hai accanto può rivelarsi deleterio alla lunga.
I due si sposano, ma Ikendu tiene nascosti a Patricia alcuni particolari del suo lavoro, di cui anche lui non è a conoscenza, e della sua vita passata. Quando lui si fa sempre più sfuggente, lei precipita in un vortice di insicurezze e tristezza.
Ma torna sempre a cercarlo.
Vuole stargli vicino anche quando lui, nei guai fino al collo perché coinvolto nel trasporto e nello spaccio di droga, va in carcere.
E continua a stargli vicino anche dopo, quando lui viene rilasciato perché ha fornito la testimonianza per accusare i veri colpevoli del traffico di stupefacenti.
Ma Ikendu non è sereno. Lui non è colpevole ma sente di aver perso l’onore mandando in carcere le persone che all’inizio lo avevano aiutato con il lavoro.
Due solitudini ai margini
In una Svizzera ordinata, composta, dove tutto ha una sua esatta collocazione, ognuno sa cosa deve fare, tutto è bianco o nero, Ikendu e Patricia sono due solitudini ai margini, provenienti da realtà ben diverse, alla ricerca di una possibilità per vivere meglio.
E questo gli causa non poche fatiche.
Se Ikendu sembra reprimere il suo lato emotivo, e resta razionale e distaccato perché il suo obiettivo è quello di guadagnare soldi e riscattarsi da una vita di miseria e privazioni, Patricia vive pienamente tutte le sue emozioni e arriva a smuovere anche il freddo e impassibile avvocato di Ikendu, che suona alla porta della donna, probabilmente perché rapito da quel calore e da quella tenerezza che non riesce a trovare nelle altre persone.
“Tu vuoi sesso e io voglio soldi per fare mia vita”
E in piena epoca di Black Lives Matter non passa inosservata la battuta della moglie di Paul, da cui Patricia si reca per far scagionare il marito.
“Perché dovrebbe essere innocente? Perché ha sposato una donna bianca?”
Seppur accennata, la questione razziale è presente e queste parole contengono il pregiudizio di una società occidentale che continua a sentirsi colonizzatrice.
Lo ritroviamo anche in una delle scene iniziali, quando Alex porta Ikendu in un locale, dove poi vedrà Patricia per la prima volta. Il locale è frequentato da signore mature in cerca di sano divertimento. I loro corpi, pallidi e in via di decadimento, si congiungono carnalmente coi corpi giovani dei ragazzi africani che sanno che in quel posto c’è il modo per fare denaro facile. “Tu vuoi sesso (…) e io voglio soldi per fare mia vita.”
Un film del nostro tempo
Rolando Colla torna a raccontare una storia d’amore, questa volta in un contesto di disagio sociale e voglia di riscatto.
Con eleganza e poesia mette insieme le questioni più attuali del nostro tempo, convogliandole nei suoi personaggi tridimensionali, segnati da conflitti difficili da sanare e che, se inespressi, rischiano di mandare tutto all’aria.
Quello che non sai di me è un urlo di disperazione di chi lotta per farcela e non ha nessuna intenzione di restare fermo.
“Bonne chance!“, un migrante a Ikendu , mentre lascia il campo di Rosarno per tentare la fortuna in Svizzera.
“Duecento franchi qua li fai facilmente…prima guardo.. io.. se c’è feeling. Poi vado dritto e gli dico: tu vuoi sesso (…) e io voglio soldi per fare mia vita” Alex, connazionale di Ikendu, gli spiega come abbordare le donne anziane in cerca di divertimento.
“Meglio non sapere tutto” Ikendu a Patricia, quando lei lo cerca e lui non le risponde mai al telefono.
“E’ impossibile amarmi” Patricia a sua madre, che non ha mai approvato il caos sentimentale della figlia.
“Perché dovrebbe essere innocente? Perché ha sposato una donna bianca?” La moglie di Paul, il capo di Ikendu, a Patricia. Paul e Ikendu sono in carcere per traffico di droga.
Se vuoi leggere altre recensioni di Anna Quaranta, le trovi qui.
Quello che non sai di me
Anno: 2019
Durata: 116'
Distribuzione: Chili, Google Play, The Film Club Minerva Pictures
Genere: Drammatico
Nazionalita: Italia, Svizzera
Regia: Rolando Colla
Data di uscita: 01-July-2020
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