Durante la tormenta è un lungometraggio ben fatto e avvincente disponibile su Netflix. Dopo “Contratiempo” Oriol Paulo solcando sempre il territorio del thriller ci porta dentro un viaggio spazio temporale dai mille colpi di scena
Trama
1989, nei giorni della caduta del muro di Berlino una strana tormenta si abbatte sull’Europa, un giovane ragazzo a casa sta registrando i suoi videotape, sogna di fare la rockstar e mentre suona la chitarra si fa riprendere da una camera collegata alla tv, sente da fuori delle colluttazioni e delle urla, quando si introdurrà sulla casa dei vicini scoprirà la morte della signora Weiss, cogliendo il marito sul fatto.
Il giovane scappa a più non posso ma a breve il peggio. Esattamente vent’anni dopo quella tragica notte, quella strana tormenta sembra riproporsi, nella stessa casa ora vive una giovane coppia con una bimba, in uno “sgabuzzino” ritrovano la vecchia tv del ragazzo con la camera e le sue videocassette, qualcosa sembra ritornare dal passato, la tempesta elettrica riapre un ponte temporale e qualcuno sembra voglia mettersi in contatto, basterà coglierne la comunicazione che gli equilibri cambieranno e nulla sarà più come prima.
Durante la tormenta su Netflix
Oriol Paulo ci aveva già stupito con l’avvincente thriller “Contratiempo”, tanto che in Italia ci hanno fatto un remake (Il testimone invisible) un po’ meno riuscito con Riccardo Scamarcio e Miriam Leone, oggi ritorna con un altro thriller dai tratti più fantascientifici, dal sapore di produzione internazionale e allo stesso modo ben scritto. Sembra infatti un fanta-thriller in stile americano. Il titolo italiano, come succede spesso, rende meno dell’originale “Mirage”, ma questo “Durante la tormenta” disponibile su Netflix è un film da recuperare.
Un cast convincente
In un rimbalzo spazio-temporale tra fine ’80 e anni 2000 si snodano in parallelo un crimine, storie d’amore e tradimento, e la disperata ricerca dei propri affetti, con una sceneggiatura originale e delle interpretazioni convincenti, a riprova della ottima produzione spagnola degli ultimi anni: diversi i giovani registi che hanno saputo consegnarci sul territorio del thriller, del noir e del giallo dei film molto ben fatti, pensiamo anche a pellicole come “Che Dio Ci Perdoni”, “La Isla Minima” e la “Vendetta di un uomo tranquillo”. Oriol Paulo, ha dalla sua anche un cast ispirato, con alcuni fedelissimi e i convincenti Adriana Ugarte e Chino Darin, figlio dell’acclamato Ricardo Darin.
Recensione
In un incipit che ci riporta alle atmosfere post Spielberg, passando dai buchi temporali di ispirazione fantascientifica classica, vedi masterpiece come “2001: Odissea nello Spazio” e il più recente “Interstellar”, ma anche “ i viaggi nel tempo e le riflessioni delle conseguenze di un battito d’ali “butterfly effect”, con i piccoli accadimenti che sono capaci di modificare cospicuamente il destino delle nostre vite, ci troviamo dinanzi ad un film che non è nuovo per tematiche ma sa ritrattare degli argomenti con uno script e i tecnicismi adeguati, anche con una sorta di citazionismo ed una ricostruzione storica riuscita.
Anche indagando i temi del sogno e della realtà, e qui troviamo anche “Apri gli occhi” e magari “Inception”, si riflette sul tempo, ma anche lo spazio, epoche differenti e vite che si incrociano, i nostri destini e le nostre esistenze che sono in mano alla casualità dei contrattempi, alle cosiddette sliding doors, ed ecco anche il collegamento nella sua opera con il film precedente, che si stabilisce anche per alcuni punti di contatto e analogie.
La sua linea Oriol Paulo la segue, anzi, l’ha seguita nel modo giusto e ci ha consegnato un altro bel film che cattura, emoziona e considerando l’impresa complessa e ambiziosa che si è prefissato che poteva essere non esente da tranelli, è riuscito mantenendo una giusta coerenza.