Ashfall dei sudcoreani Kim Byung-seo e Lee Hae-jun è il film di apertura del 22 Far East Film Festival di Udine. In concorso e anteprima europea, Ashfall è un classico disaster movie pieno di effetti speciali.
Ashfall dei sudcoreani Kim Byung-seo e Lee Hae-jun è il film di apertura del 22 Far East Film Festival di Udine che quest’anno si svolge in streaming, a causa della pandemia da Covid19. Fino al 4 luglio i film sono visionabili sulla piattaforma gestita da MyMovies.
Ashfall: la trama
In concorso e anteprima europea, Ashfall è un classico disaster movie pieno di effetti speciali. Siamo ai giorni nostri e Jo In-chang (Ha Jung-woo) capitano dell’esercito sudcoreano esperto artificiere nel disinnesco delle bombe è al suo ultimo giorno di servizio. La moglie è in attesa del loro primo figlio e mentre si reca da lei. Ormai è in ritardo sull’appuntamento con l’esame ecografico per conoscere il sesso del nascituro e finita la telefonata con la consorte, un vulcano nella Corea del Nord al confine con la Cina, improvvisamente esplode. Il terribile terremoto che ne consegue devasta il paese fino ad arrivare a Seul.
Il professor Kang Bong-rae (Ma Dong-seok) di cittadinanza americana, in partenza dal paese, è bloccato perché aveva scritto anni addietro un rapporto sulla possibile catastrofe, ma non creduto dalle autorità. L’unica possibilità di salvezza, prima che altre eruzioni si susseguano dal vulcano, è un’esplosione nucleare nelle viscere della montagna. Si potrebbe eliminare la pressione delle camere piene di magma compresso e impedire l’eruzione finale.
Viene approntata una missione pericolosa con il capitano Jo a capo di una squadra di artificieri che deve recarsi nella Corea del Nord, recuperare sei testate nucleari in dismissione e farle detonare nel cuore della montagna. Prima però devono liberare Ri Jun-pyeong (Lee Byung-hun) nordcoreano spia per il Sud, denunciato dalla moglie e incarcerato in una prigione del suo paese. È l’unico che sa dove si trovano i missili.
Esempio di blockbuster alla coreana
Il cinema della Corea del Sud ha visto una rinascita in questi ultimi anni. Si sono affermati internazionalmente autori come Kim Ki-duk, Bong Joon-ho, Park Chan-wook, Lee Chang-dong, Hong Sang-Soo e Kim Ji-woon. Ma, soprattutto, si è assistito a un grande sviluppo dell’industria cinematografica. Basti pensare che nell’ultimo ventennio la produzione coreana ha sfornato quasi tremila pellicole.
I film più seguiti dal pubblico sono di commedie, action/thriller e horror. Ma il genere che i sudcoreani amano di più è il melodramma in tutte le sue sfumature. Quasi la metà delle produzioni ricadono in questa classificazione. Così come sempre più sono girati veri e propri blockbuster che hanno un mercato che travalica i confini nazionali.
Ashfall a buon diritto si può definirlo un blockbuster, dove lo spettacolo è preponderante rispetto alla coerenza narrativa. Il crollo dei palazzi della capitale sudcoreana all’inizio di Ashfall, con il protagonista che corre con l’auto tra i detriti cadenti, non ha niente di meno rispetto a pellicole come 2012 di Roland Emmerich. L’avventura della missione impossibile per salvare il paese ha la stessa tensione di Armageddon – Giudizio finale di Michael Bay.
Lo stile ibrido in Ashfall
Se sono questi i modelli della coppia di registi dal punto di vista dello spettacolo, ci sono delle caratteristiche tipiche del cinema sudcoreano. Abbiamo un’ibridazione di elementi dove il melodramma è innestato copiosamente. Il rapporto tra il capitano Jo e la moglie incinta Ji-young (Bae Suzy). Oppure ancora quello tra la spia Ri con la figlia abbandonata e cercata. Il finale strappalacrime con il sacrificio di quest’ultimo nel finale e l’happy end con la famiglia di Jo riunita in un paese ormai salvato e la figlia di Ri adottata dalla coppia sudcoreana.
Abbiamo poi sequenze da commedia. La confusione di Jo nel comandare il suo gruppo che a tratti appaiono un po’ sprovveduti. O, ancora, le sequenze da buddy movie che vedono protagonisti Jo e Ri in duetti tra il comico e l’ironico in una continua contrapposizione individuale.
I velati, ma non troppo, sottotesti politici di Ashfall
Un elemento più politico in Ashfall è presente. Immerso nella continua azione e catastrofi naturali, ad esempio, la presenza degli Usa, attraverso la comparsa dell’esercito americano subiscono una critica non tanto velata. Interessati anche loro alle testate nucleari si mettono alla caccia della coppia per il recupero arrivando a scontri a fuoco. Si arriva al punto che un generale americano esautora il comandante sudcoreano prendendo il controllo della centrale delle operazioni. E così via.
Viene poi velatamente rappresentata una volontà di unificazione del paese di fronte alla catastrofe, che la famiglia “composita” nel finale ne diviene un auspicio.
Ashfall, pur con i difetti di una sceneggiatura che mette insieme molti registi narrativi, risulta essere una pellicola spettacolare godibile con l’unica pretesa di divertire lo spettatore.
Ashfall
Anno: 2019
Durata: 119
Genere: azione, commedia, melodramma
Nazionalita: Corea del Sud
Regia: Kim Byung-seo, Lee Hae-jun
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