Finito di girare nel 2004 dopo una travagliata lavorazione di cui ha parlato anche Valerio Jalongo nel suo apprezzabile documentario Di me cosa ne sai (2009), la Fisica dell’acqua di Felice Farina è un prodotto indipendente piuttosto particolare di cui già diverse volte abbiamo avuto modo di occuparci su queste pagine.
La sua uscita in dvd sotto Mondo Home entertainment ci offre l’occasione di tornarvi sopra e di valorizzare anche attraverso la fruizione casalinga l’effetto di un lavoro decisamente atipico per quella che è stata nei primi dieci anni del XXI secolo la produzione cinematografica tricolore, unicamente rappresentata da commedie e drammi sociali.
Infatti, sebbene la vicenda del piccolo Alessandro alias Lorenzo Vavassori, alle prese con un incomprensibile e violento rancore nei confronti dello zio Claudio interpretato da Claudio Amendola, si focalizzi soprattutto sulla contrapposizione dell’innocenza dei bambini al cinismo degli adulti, tutt’altro che assente risulta una cupa atmosfera quasi horror che sembra rimandare ad un certo cinema di genere nostrano degli anni Sessanta e Settanta.
Quindi, un titolo che potrebbe rappresentare il giusto regalo di Natale per i vostri amici cinefili più intellettuali, tenendo in considerazione la non facilissima comprensione della storia raccontata, ricca di simbolismi ed impreziosita dalla bella fotografia di Pietro Sciortino.
Per i meno intellettuali, invece, Minerva pictures lancia Mega shark versus giant octopus di Ace Hannah, prodotto dal David Michael Latt cui dobbiamo molti rifacimenti a bassissimo costo dei recenti successi hollywoodiani, da War of the worlds-L’invasione (2005) a Titanic II (2010).
Movimentato e divertente fin dai primissimi minuti, il film, come il titolo stesso lascia intuire, si concentra del tutto sulle imprese di una piovra e uno squalo di gigantesche dimensioni realizzati in digitale che, rimasti congelati per secoli, vengono liberati nel terzo millennio, seminando morte e distruzione fino all’attesissimo scontro finale.
Scontro finale che rappresenta il momento più riuscito dei circa 85 minuti di visione, i quali, al di là dell’irrilevante presenza del televisivo Lorenzo Lamas e della cantante Deborah Gibson, rimangono nella memoria per sequenze squisitamente trash come quella in cui il pesciolone annienta un aereo in volo o l’altra che lo vede alle prese con il Golden Gate.
Rimanendo sempre in ambito horror, non possiamo fare a meno, poi, di segnalare l’uscita del cofanetto a due dischi che l’attivissima Sinister Film ha dedicato alla trilogia messicana della mummia azteca a firma di Rafael Portillo, mix di horror, fantascienza e gangster-movie.
Infatti, accompagnati dall’immancabile presentazione di Luigi Cozzi, i tre film, dei quali soltanto il capostipite e il terzo videro la luce delle nostre sale, ottengono per la prima volta una distribuzione italiana nel mercato dell’home video (non uscirono neppure in vhs).
Si comincia con Il risveglio della mummia (1957), nel quale uno scienziato compie con la moglie un esperimento di regressione temporale per dimostrare al mondo scientifico che le sue teorie sulla reincarnazione sono corrette, scoprendo che la donna, nella sua vita precedente, fu una vergine azteca destinata al sacrificio.
E si prosegue con La maldicion de la momia azteca (1957), qui presentato in versione originale con sottotitoli, e Il terrore viene d’oltretomba (1958), nel quale Popoca, mummia del primo episodio, si cimenta in un esilarante scontro con un robot umano creato dal mad doctor di turno.
Infine, per i cinefili doc, Eagle pictures lancia un trittico di immancabili classici nella collana I film della vita, tutti corredati d’interessante booklet.
Il primo è il sottovalutato Essi vivono (1988) di John Carpenter, il quale, tratto dal racconto di fantascienza Eight o’clock in the morning di Ray Nelson, fornisce genialmente un’allegoria su celluloide volta a denunciare la pericolosità degli yuppies reaganiani attraverso la vicenda di un operaio disoccupato e un collega di colore che, inforcati degli occhiali neri, scoprono una razza aliena nascosta tra i comuni mortali per condizionare e colonizzare l’umanità attraverso l’influenza del capitalismo.
Il secondo è Convoy-Trincea d’asfalto (1978) di Sam Peckinpah, sorta di moderno western in salsa road-movie che vede un gruppo di camionisti in aria di protesta alle prese con uno sceriffo che, sempre alla ricerca di un’occasione per multarli tutti, chiama perfino i federali dopo essere stato ridicolizzato.
Ed è sempre Peckinpah a firmare La croce di ferro (1977), ottimo lungometraggio bellico tratto dal romanzo La carne paziente di Will Heinrich ed impreziosito da un cast eccellente che spazia da James Coburn a James Mason, passando per Maximilian Schell.
Al centro della vicenda, ambientata sul fronte russo nel 1943, il duro sergente Steiner (Coburn), il quale, rifiutatosi di affermare il falso per far guadagnare la croce di ferro al capitano Stransky (Schell), provoca la furia vendicativa di quest’ultimo, che non gli comunica che è arrivato l’ordine di ritirarsi.
Allora, avete scelto cosa regalare o cosa farvi regalare per questo Natale?