Mister Wonderland di Valerio Ciriaci. Un pezzo di storia italoamericana
Il documentario di Valerio Ciriaci segue le impronte sbiadite di Sylvester Z. Poli, emigrato italiano che fonda uno dei primi grandi imperi teatrali e cinematografici negli Stati Uniti d'America.
Mister Wonderland, il documentario biografico di Valerio Ciriaci prodotto da Awen Films e disponibile sul Cinemino@Homedal 4 giugno, racconta le memorabili imprese di Sylvester Z. Poli, emigrato italiano di fine Ottocento che costruì uno dei primi grandi imperi teatrali e cinematografici negli Stati Uniti d’America.
Quando mettiamo piede per la prima volta negli Stati Uniti da immigrati italiani, sentiamo forte il cordone ombelicale che ci tiene legati alla nostra cultura. È la storia degli italoamericani che hanno contribuito a costruire questa nazione.
Secondo i dati del censimento, oltre 17 milioni di cittadini americani dichiarano di avere ascendenze italiane, costituendo ad oggi il settimo gruppo etnico più largo degli USA.
Non siamo soli, dunque. Tanti prima di noi e tanti come noi hanno fatto questo passo e li cerchiamo, ci cerchiamo. Così, ogni volta che inciampiamo nelle impronte degli italoamericani che sono sbarcarti nei secoli, proviamo un senso di appartenenza ad una comunità storica.
Dal dibattuto Cristoforo Colombo, le cui statue vengono rimosse dalle piazze di diversi Stati proprio in queste ore; all’educatrice Maria Montessori, il cui metodo di insegnamento datato cerca di essere riadattato in chiave contemporanea e multietnica in circa 4.500 Montessori Schools di moda nel paese.
Mister Wonderland Documentario
Quella di Silvestro Zeffirino Poli, Mister Wonderland, è una storia silenziosa, di un uomo umile partito da un paesino della lucchesia, che come tanti sbarcò negli USA alla fine dell’Ottocento.
A differenza degli altri, lavoratori poco qualificati, Sylvester era un artigiano figurinaio che aveva imparato a lavorare prima il gesso in Italia e poi la cera a Parigi. Immediatamente si inserì nel circuito dei teatri vaudeville, antesignani del varietà. All’epoca questo genere di teatri stavano prendendo piede in Nord America, proponendo un genere di intrattenimento leggero e indirizzato alla massa di lavoratori che invadevano le grandi città.
L’Impero di Mister Wonderland
Qualche anno dopo, Mister Wonderland iniziò la sua carriera di imprenditore teatrale. Nel 1892 aprì il Poli’s Eden Musee a New Haven in Connecticut. Al fianco delle statue di cera, il teatro proponeva spettacoli di giocoleria e siparietti comici. Nel teatro di Poli tanti working men trovavano il loro rifugio per evadere dalla realtà.
L’anno successivo veniva inaugurato il Poli’s Wonderland Theatre, il primo teatro dell’impero vaudeville costruito da Sylvester. Ormai Mister Wonderland era lontano dalle statue di cera: i suoi spettacoli di vaudeville prevedevano giocolieri, acrobati, cantanti, comici e attori. Tra le tante celebrità dell’epoca che si esibirono nei suoi teatri c’erano Charlie Chaplin, Harry Houdini e Buffalo Bill.
Con l’avvento delle immagini in movimento, Poli aprì le porte ai cortometraggi dei Fratelli Lumière prima e alle produzioni di Thomas Edison dopo. Rapidamente si espanse dal Connecticut al Massachusetts, New Jersey e alla Pennsylvania, arrivando fino a Washington DC.
Quel che resta dei Poli’s Theaters
I Poli’s Theaters sono luoghi magici, teatri da oltre duemila posti con affreschi e bassorilievi di ispirazione pompeiiana, maestosi monumenti di una industria vaudeville di cui Sylvester era il maggiore rappresentante.
Un impero di oltre 30 teatri sparsi per diversi stati, di cui oggi resta solo un’ombra. La ridefinizione del paesaggio urbano, che con smaniosa velocità rimodella queste città, non esita a cancellare ogni traccia del vecchio per fare spazio al nuovo. È un triste spettacolo che ci troviamo spesso davanti agli occhi in una America che deve ancora imparare ad abbracciare il passato anziché cancellarlo. Mentre speriamo sempre di respirare una nuova energia per la salvaguardia storica.
Come noi, nuovi immigrati, gli italiani di terza e quarta generazione cercano i fantasmi degli uomini come Sylvester Z. Poli per ricostruire quella parte di storia italoamericana e restituire dignità ad un intero gruppo etnico, troppo spesso associato alla criminalità.
Mister Wonderland Valerio Ciriaci
Il documentario firmato da Valerio Ciriaci è ricco di dettagli, testimonianze, articoli dell’epoca e fotografie di famiglia. Alternando materiale di archivio, animazione ed interviste, il regista dipinge il ritratto di un uomo i cui ricordi si sono persi in un Paese che deve ancora imparare a riconoscere la sua Storia.
Guardiamo il racconto di questo uomo con gli occhi emozionati dei suoi discendenti e ci auguriamo che le generazioni successive continueranno a mantenere la tradizione di famiglia di dare ai nuovi arrivati il nome Poli come middle name.
“Per il suo impegno, il valore sociale e il linguaggio innovativo” il documentario si è aggiudicato il Premio alla distribuzione Il Cinemino al 60esimo Festival dei Popoli. Grazie a questo premio, nato dalla collaborazione tra il Festival dei Popoli e Il Cinemino di Milano, possiamo vedere il film sulla piattaforma Cinemino@Home (biglietto euro 4,90).
INTERVISTA A Valerio Ciriaci.
Da cosa nasce la decisione di trattare un argomento del genere e ripercorrere la storia di Zeffirino Poli?
La decisione è nata dopo un incontro con Luca Peretti, che ha aiutato con la produzione e il soggetto del film. Luca stava svolgendo un dottorato presso la Yale University e, facendo una ricerca sui cinema dell’epoca, ha scoperto la figura di Zeffirino Poli. Ne abbiamo parlato insieme perché abbiamo capito da subito che si prestava particolarmente bene alla realizzazione di un film. Purtroppo, è un personaggio di cui si conosce davvero poco, sia negli Stati Uniti che in Italia. Quindi, abbiamo voluto incentivarne, in qualche modo, la conoscenza, senza contare che ci dava anche la possibilità di raccontare altro.
Abbiamo, infatti, usato la sua figura per parlare di altri argomenti e temi, come, ad esempio, l’immigrazione italiana negli Stati Uniti, ma anche la deindustrializzazione di alcune zone che ha portato alla distruzione di molte sale cinematografiche. Poi, un altro tema è l’evoluzione del mondo dell’intrattenimento, perché Poli inizia come scultore della figurina, poi lavora nei musei della cera. Soltanto in seguito arriva il primo teatro. E, quindi, attraverso la sua figura raccontiamo anche com’è nato il cinema: lui è stato uno dei primi a prendere i film dei fratelli Lumière e di Edison e poi proiettarli nelle sue sale. Inoltre, da lui si sono esibiti negli anni ’10 del ‘900 tanti grandi artisti come Charlie Chaplin, Buffalo Bill, Houdini.
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