The Kid di Vincent D’Onofrio, sbarcato direttamente su Raiplay, narra le vicende del giovane Rio (Jake Schur), in fuga assieme alla sorella Sara (Leila George), sino a quando non incontra il famigerato Billy The Kid (Dane DeHaan) e la sua banda, anche loro intenti a scappare dallo sceriffo Pat Garrett (Ethan Hawke). Un western in piena regola, popolato da eroi con la stella sul petto, fuorilegge fascinosi e donne costrette a vendersi per un tozzo di pane.
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The Kid | Vincent D’Onofrio torna in cabina di regia con un omaggio al western e ai suoi miti
La pellicola, che riporta in cabina di regia Vincent D’Onofrio, a quasi dieci anni di distanza dal suo esordio con Don’t go in the woods, somiglia a un vero e proprio omaggio al genere al quale appartiene. Al tempo stesso sembra voler in qualche maniera magnificare le figure di due miti del Far West come Billy The Kid e Pat Garrett.
Entrambi posseggono infatti, chi per un verso e chi per un altro, degli elementi caratterizzanti che simboleggiano il loro valore. E attraverso lo sguardo puro e incontaminato di Rio risaltano particolarmente.
Le brave persone di cui si parla in apertura, e della cui schiera non fanno parte né il padre né il fratello dei giovani fratelli in fuga, non sono tali in toto: ciascuno di noi ha dentro di sé luci e ombre ed è anche grazie ad esse che si possono valutare le situazioni di volta in volta. The Kid e Garrett non fanno eccezione. Uccidono è vero, ma lo fanno per necessità o per un proprio tornaconto, mai in modo gratuito.
The Kid | La dualità del titolo si riflette nella figura dei protagonisti
L’ambientazione western arriva allora come una manna dal cielo a giustificare la durezza e la crudeltà delle scelte di una vita sempre in bilico, dove non ci sono tante opzioni se non stare dalla parte della giustizia o dall’altra. Certo, esisterebbe tutta una zona nel mezzo, ma non è compito di questa pellicola occuparsene.
Rio subisce inevitabilmente il fascino di Billy, il quale sin dal primo incontro lo ritiene un’anima affine, complice anche il fatto di aver perso la madre in giovane età. Il celebre fuorilegge prende il ragazzo sotto la sua ala protettrice, tanto che diventerà il tramite attraverso cui Rio intravede la sua strada e si affranca dalla sua ingenuità. Interessante a questo punto osservare la dualità del titolo: The Kid può riferirsi tanto all’uno quanto all’altro, quali fossero due facce della medesima medaglia.
Oltre all’apparenza di bandito e ricercato, emerge la figura di un uomo acclamato dalla gente, segnato dal passato e dalle ferite inferte, rassegnato a subire quello che viene comunemente chiamato un “destino avverso”.
Dane DeHaan e Chris Pratt donano lustro a The Kid
La gloria e il lascito sono due elementi cardine nella figura di The Kid, insieme al coraggio e alla sfrontatezza. E DeHaan fa un lavoro eccellente nel rendere le sfumature del personaggio. Così come sorprende Chris Pratt nel ruolo inedito di villain, incredibilmente brutale e borioso. Proprio da quest’ultimo viene sollevato il tema della vendetta, con le sembianze di una giustizia personale che non ammette scappatoie. Nel momento in cui entra in scena Grant (Pratt) la pellicola cambia registro, si anima in un certo senso e accantona per un po’ il taglio intimista.
The Kid è un western misurato, non pretenzioso, lucido, al quale donano lustro le prove attoriali, le musiche di Shelby e Latham Gaines, i classici scenari al tramonto.
Un’ultima curiosità riguarda il ritrovare insieme sullo schermo, tre dei “magnifici sette”, ossia D’Onofrio, Pratt e Hawke, ancora una volta in chiave cowboy, seppur qui schierati su fronti diversi.
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