Killing Eve è tornata e sono tante le novità in questa terza stagione, disponibile in streaming su Tim VISION, in contemporanea con gli Stati Uniti.
Un successo mondiale quello della serie, tratta dalle novelle di Luke Jennings ( che ha anche collaborato alla sceneggiatura) e che annovera tra i produttori esecutivi Phoebe Waller-Bridge, attrice e sceneggiatrice amatissima dalla critica e nota anche per Fleabag .
Tanti i premi ottenuti tra cui il Golden Globe 2018 a Sandra Oh come migliore protagonista femminile di una serie drammatica , tre Bafta 2019 come miglior serie drammatica, miglior attrice protagonista per Jodie Comer e miglior attrice non protagonista a Fiona Shaw, grande interprete irlandese che qui veste un personaggio davvero molto ironico e misterioso.
KILLING EVE : UNA SERIE AL FEMMINILE.
Una serie al femminile la si potrebbe definire Killing Eve , un intricato puzzle e un gioco condotto tra i due personaggi centrali; da un lato c’è Eve e dall’altro c’è Villanelle, due profili psicologici diversi ma complementari che tendono a volte anche a confondersi tra loro, mischiando le carte del gioco e rendendo il tutto sempre misterioso.
La prima, interpretata da Sandra Oh (ex protagonista di Grey’s Anatomy) è una normale quarantenne che conduce una vita semplice insieme al marito. Tutto cambierà nel momento in cui Eve accetta di diventare agente della M15 ( ente per la sicurezza e il controspionaggio del Regno Unito) e di dare la caccia a Villanelle, (Jodie Comer), una conturbante e spregiudicata serial killer.
Da un iniziale plot che sembra orientato su uno stile da caccia al ladro, si cambia all’improvviso registro e la serie si colora di toni spesso centrati su un gioco quasi “seduttivo” fra le due.
Nella prima stagione Killing Eve risulta avere uno stile brillante ed audace, che sembra però un po’ perdere grinta nella Stagione due ( con un finale che lascia intravedere una sorta di lato oscuro di Eve) evolvendosi invece in modo positivo in questi nuovi episodi.
In questa terza Stagione ( questa volta con la scrittura di Suzanne Heathcote) vediamo Eve e Villanelle vivere la loro vita l’una lontana dall’altra.
Se pur con meno mordente rispetto alla prima stagione, troviamo una maggior volontà di indagine introspettiva in queste nuove puntate, con una grande attenzione all’aspetto anche emotivo delle due donne. Grazie ad un cast in cui le attrici conducono davvero una gara di bravura e intensità di interpretazione, il serial si mostra capace di veicolare con coraggio l’immagine soffocante di un rapporto ossessivo. Tra odio e amore, aldilà dell’affascinante trama “crime”, Killing Eve funziona anche e soprattutto per le dinamiche personali tra i personaggi.
Ognuno di loro a suo modo compie un percorso di crescita e cambiamento personale che, dalla prima alla terza stagione, li vede confrontarsi con se stessi e fra loro in un gioco di ruoli in cui nessuno è ancora ben definito.
EVE E VILLANELLE: UN’OSSESSIONE.
Il centro della terza serie rimane comunque il rapporto conflittuale tra Eve e Villanelle. Eve è molto forte, apparentemente stabile e determinata e vive un matrimonio felice; Villanelle è un vulcano in continuo movimento, infantile, cinica e viziata, perennemente incapricciata e annoiata dalla vita.
Il loro legame nasce per caso, mentre l’una insegue l’altra, trasformandosi in una ossessione vera e propria: Eve “Deve” catturare Villanelle.
Durante questa corsa però le cose cominciano a cambiare, i contorni tra chi è nel bene e chi nel male diventano più sfumati e le due donne inizieranno ad influenzarsi a vicenda. Villanelle, la piccola orfana, comincerà a vedere in Eve qualcos’altro e le due si scopriranno molto più simili di quanto sospettassero.
Aldilà della mancanza del ritmo iniziale della serie e di una continuità maggiore con la trama iniziale, questa terza stagione gode però di una regia molto attenta anche all’aspetto tecnico; l’ottima fotografia e le luci riflettono la stessa psicologia dei personaggi. A ciò si aggiunge l’alchimia sempre forte tra le due protagoniste (con una Jodie Cormer davvero sorprendente e nominata nuovamente per i Bafta tv 2020) e una leggera ironia che rappresenta ormai un tratto distintivo di questa ottima serie.