“Black Lives Matter“, si sente ripetere negli ultimi minuti del film. Il celebre motto, tornato alla ribalta prepotentemente in questi giorni, sembra tendere una mano a Da 5 Bloods (qui il trailer) per estrapolarlo dal suo contesto e porlo in forte collegamento con la stretta contemporaneità. Tanto che spesso si ha la sensazione che sia stato girato in queste settimane. Sorprende, quindi, il tempismo del film di Spike Lee, pur trattandosi di una sceneggiatura scritta nel 2013 e rielaborata nel 2018. Dopo il successo di BlacKkKlansman, Lee torna a collegare passato e presente, con il film disponibile dal 12 giugno su Netflix. Viene riproposto il tema della Guerra del Vietnam, sotto una nuova luce. Al centro della vicenda ci sono quattro veterani afroamericani che tornano dopo tanti anni nel paese asiatico. Lo fanno per cercare le spoglie del loro caposquadra, morto durante la guerra, e per recuperare un tesoro nascosto.
Il film inizia con un montaggio di immagini reali legate alla battaglia per i diritti civili, con discorsi di personaggi come Muhammad Ali, Malcolm X, Angela Davis. Un vero e proprio preludio, tipico del cinema di Spike Lee. Procede alternando due linee temporali: il presente e il 1970, in piena guerra. Nei flashback incontriamo Norman, il caposquadra morto in battaglia. Viene definito “Il nostro Malcolm e il nostro Martin”, con riferimento alle figure di Martin Luther King e Malcolm X, per delineare l’importanza anche spirituale e morale che ha avuto per loro. Due personaggi essenziali anche per lo stesso Lee e per il suo cinema.
Gli effetti della guerra in Vietnam
Il personaggio che viene maggiormente caratterizzato è quello di Paul, interpretato da Delroy Lindo. Non si è più ripreso dal Vietnam e dalla morte di Norman e il suo equilibrio mentale, da allora, è risultato compromesso. Così come il rapporto con il figlio, che si unisce ai quattro veterani nella ricerca del tesoro e che ha occasione di scontrarsi e confrontarsi con il padre. È Paul, quindi, ad essere maggiormente provato da questo secondo viaggio asiatico e nella giungla vietnamita ha modo di affrontare i propri demoni e i propri fantasmi. Perché uno degli aspetti su cui si focalizza Da 5 Bloods è che la guerra non finisce mai, per chi la vive. È così per i vietnamiti e per i protagonisti e lascia tracce indelebili sia in superficie che in profondità.
Spike Lee affronta un aspetto delle guerre americane che non emerge spesso, ovvero il caso degli afroamericani. Persone che vengono mandate in guerra da un paese che non sentono proprio, che ha tradito più volte le promesse e che mostra un razzismo duraturo e fondante. Il problema emerse durante la Seconda Guerra Mondiale, dove parteciparono circa un milione di soldati afroamericani in reparti segregati. Furono mandati a combattere un razzismo da un paese in cui emergeva un forte razzismo verso di loro. Per molti quello fu un risveglio e crebbero le associazioni in difesa dei diritti delle comunità afroamericane. La situazione si replicò con la Guerra del Vietnam, con i soldati di colore, in proporzione maggiori di numero, mandati quasi sempre al massacro in prima linea. Il tutto mentre negli Stati Uniti le manifestazioni venivano placate in una scia di sangue.
Da 5 Bloods: Un film a più strati
Lo sviluppo narrativo di Da 5 Bloods, con il focus sulla ricerca dell’oro, riprende quello de Il tesoro della Sierra Madre. Un paio di battute e momenti vengono replicati in modo quasi fedele e il personaggio di Paul si avvicina a quello interpretato da Humphrey Bogart nel film di John Huston. Anche in questo caso il protagonista parte con i migliori propositi ma ben presto la sua mente finisce ottenebrata dall’oro. L’avarizia penetra nel cuore degli uomini rendendoli capaci di tutto, mettendo in discussione le relazioni, i legami e, in questo caso, persino il ricordo che Paul ha di Norman. Una lezione che nel cinema è ben presente sin da Rapacità di Erich von Stroheim. Non mancano i riferimenti anche ad Apocalypse Now, come l’utilizzo della Cavalcata delle Valchirie di Wagner o la scena nelle rovine del tempio nel finale.
Spike Lee realizza un’opera dalla struttura a matrioska; un film dentro un film, una trama che apre molte sottotrame. Mescola il film di guerra con quello d’avventura, il dramma di quattro uomini tormentati dal passato con il film politico e persino sfumature del western. Non sempre Lee riesce a dosare al meglio l’equilibrio tra tutte le varie componenti, ma Da 5 Bloods va a porsi nella sua filmografia come uno dei film più complessi. Nell’ultimo blocco, quando tutte le sottotrame e gli aspetti sono stati introdotti e trattati, il film raggiunge il suo compimento lirico. Sono presenti alcune sequenze che risaltano per intensità, come il monologo di Paul, rivolto direttamente in camera e il momento in cui affronta in modo definitivo il suo passato.
Temi e cast Da 5 Bloods
Appare come un compendio dei temi e delle forme del suo cinema, in cui Lee affronta i lati più oscuri dell’animo umano. L’immoralità della guerra, che lascia cicatrici permanenti e che non ha mai fine. Il ruolo del denaro che corrompe anche i sentimenti e i legami più puri; d’altronde “Il denaro è guerra e la guerra è denaro”, dice Norman. L’intolleranza e il senso di insoddisfazione degli afroamericani che persistono nel tempo, così come le divisioni e le contraddizioni tra di loro. Il cinema di Lee ha sempre dato vita alle incongruenze, non lasciandole mai da parte.
Nel cast è presente Delroy Lindo, sodale di Spike Lee, ottimo caratterista e autore di un’ottima interpretazione, finalmente valorizzato come protagonista. Per le sequenze dei flashback è stata scelta una strada differente rispetto a The Irishman, in cui Scorsese ha fatto ricorso alla tecnologia per ringiovanire gli attori. Anche in questo caso appaiono gli stessi attori, ma senza modifiche, tali e quali al presente. Una scelta non comune, quindi, che crea un solido ponte tra il presente e gli anni della guerra. Con un passato che è ancora vivido nella mente dei protagonisti e una guerra che mostra ancora i suoi effetti.
Il Cast completo
I protagonisti sono: Delroy Lindo nei panni di Paul, Clark Peters è Otis, Norm Lewis interpreta Eddie e Isiah Whitlock Jr. Melvin. Nel cast torviamo anche Chadwick Boseman (Stromin’ Norman), Jonathan Majors (David) e Jean Reno (Desroche).
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