Dopo Young Europe e Outing – Fidanzati per sbaglio, il regista Matteo Vicino scrive, dirige, monta e musica Lovers, il suo terzo lungometraggio di produzione indipendente, premiato in molti Festival europei.
Andrea, Federico, Giulia e Dafne sono imprenditori, dj, librai, segretarie, fisioterapisti, commessi, uomini e donne di oggi con propri vizi, virtù, elementi di forza e peculiarità .
Interpretano ogni volta un personaggio diverso e ogni volta indossano una diversa maschera con una differente psicologia. Alla fine si torna al punto di partenza.
In Lovers Matteo Vicino ci racconta quattro storie sull’amore, sul tradimento e sul rimpianto.
Le storie raccontate sono storie centrate sull’Amore sicuramente, ma anche sul tradimento, sulla disillusione sentimentale e sul rimorso per ciò che non si è tentato.
Il rapporto amoroso viene analizzato alla luce di una consapevole maturità che manifesta ancora, a volte, l’impetuosità e l’instabilità dell’adolescenza.
Con una sceneggiatura brillante e dotata di un’ ironia molto british ( con uno stile che ricorda anche alcune commedie americane centrate sui rapporti di coppia), il film presenta una leggerezza in realtà amara: si sorride ma a labbra strette su quella che è poi la realtà dei rapporti sociali e sentimentali di oggi, caratterizzati da gravi difficoltà a mantenere a lungo e in modo stabile una relazione.
Spesso coinvolti in dialoghi surreali ma dotati di una grande saggezza, assistiamo all’evoluzione di personaggi che vivono storie che si incrociano e si intrecciano; storie fatte di bugie, promesse mancate, castelli di illusioni, quesiti sull’esistenza o meno del vero Amore, anche imperfetto o pieno di difetti, ma comunque ambito e desiderato.
Tutto finisce e tutto ricomincia, vissuto da esseri umani quasi privi di umanità e inseriti in un meccanismo a ruota che li rende simili più a macchine che a uomini veri e propri.
La ricerca del vero Amore in Lovers non è mai infatti stucchevole: c’è consapevolezza della mancanza di romanticismo eccessivo, di cuori e baci e di smancerie; l’amore viene rappresentato in modo razionale e individualista, privo di sentimentalismo da favola, disegnato nei suoi compromessi, nelle bugie e piccoli inganni che ne mantengono l’”insano” equilibrio. E’ una sorta di “meccanismo” e uomini e donne sono semplicemente inseriti nei suoi ingranaggi.
LA CULTURA COME SALVEZZA
«L’ignoranza è una benedizione,
ma affinché la benedizione sia reale,
l’ignoranza deve essere così profonda
da non sospettare neppure di se stessa».
Non solo l’amore nei temi trattati in Lovers; con questa citazione iniziale di Edgar Allan Poe, Vicino fa intravedere la volontà di affrontare altri temi importanti dell’oggi: la brama del successo, il lavoro e la precarietà economica, l’automazione e soprattutto la mancanza dicultura e l’importanza dei Libri.
Le librerie vengono descritte quasi come luoghi leggendari, mete ormai lontane da poter raggiungere solo dopo un lungo viaggio, utopici luoghi ormai inesistenti, chimere evanescenti.
I libri sono citati continuamente quali strumenti di salvezza da un’ ignoranza dilagante che offusca le menti. Giulia, una delle protagoniste, dice infatti : “veniamo tutti dai libri“, e secondo Matteo Vicino, “è dai libriche dobbiamo ripartire”. L’ignoranza dilagante è un male da combattere, un nemico silente e gli strumenti da utilizzare sono i libri e i film che aiutano ad ampliare gli orizzonti e a renderci consapevoli così anche dei sentimenti che proviamo.
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