Su Raiplay El Sicario Room 164, lo sconcertante documentario di Gianfranco Rosi
Ispirato da un articolo pubblicato su Harper’s Magazine, Gianfranco Rosi filma l’incontro con un sicario di professione, all’interno della stanza 164 di un motel al confine tra Stati Uniti e Messico.
E’ disponibile su Raiplay lo sconcertante documentarioEl Sicario Room 164 dell’acclamato Gianfranco Rosi, Leone D’Oro a Venezia per Sacro G.R.A e Orso D’Oro a Berlino per Fuocoammare.
El Sicario Room 164, uno sconcertante documentario
Rosi nel 2010 gira un documentario su un sicario che dopo essere stato addestrato dall’FBI, dopo aver lavorato nella polizia dello stato messicano di Chiuhuaua, ha prestato la sua opera al servizio dei narcotrafficanti.
All’epoca del film, si era già ritirato e viveva da fuggitivo tra Messico e Stati Uniti.
Nonostante sulla sua testa ci sia una taglia da 250.000 dollari, il sicario non è mai stato condannato per i suoi reati.
Una narrazione asciutta e senza digressioni
Ispirato da un articolo di Charles Bowden su Harper’s Magazine, Gianfranco Rosi filma l’incontro all’interno della stanza 164 di un motel al confine tra Stati Uniti e Messico.
Interamente affidata ai racconti del boia incappucciato, la narrazione procede attraverso le sue parole, un bloc notes e un pennarello, con cui enumera fatti e accadimenti della sua vita e del suo lavoro.
Ed è una narrazione asciutta e senza digressioni né coinvolgimenti: le torture inflitte e le strategie messe in atto nel suo lavoro sembrano la routine di un qualsiasi impiegato.
Una fotografia essenziale e lucida
La stanza 164 è asettica, non c’è traccia di presenza “umana” nella camera da letto, nel bagno, nel soggiorno.
Il racconto si alterna alle immagini delle città di frontiera che evocano le storie criminali di cui si è macchiato El Sicario.
Le strade sono silenziose, assolate, deserte e inquietanti, avvolte da una fotografia, curata dallo stesso Rosi, essenziale e lucida, che non lascia via di scampo.
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