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Su Netflix Snowpiercer la nuova serie Tv thriller-distopica.

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Adattamento della graphic novel Le Transperceneige, di Jacques Lob, Benjamin Legrand e Jean Marc Rochette, Snowpiercer nuova serie Tv targata Netflix, è il remake dell’omonimo film del 2013 diretto da Bon Joo-Ho (premio Oscar per Parasite).

<< Attenzione a tutti i passeggeri: La Wilford Industry vi augura Buongiorno>>; è rassicurante ed ambigua allo stesso tempo Melanie Cavill (il premio Oscar Jennifer Connelly) nel saluto mattutino che elargisce, dal suo microfono anni cinquanta, a tutti  i passeggeri dello Snowpiercer, il treno-arca su cui viaggia il resto di un’ umanità sopravvissuta ad una nuova glaciazione.

Il futuro apocalittico di Snowpiercer

In un futuro apocalittico in cui, a causa di un avventato esperimento per ridurre l’inquinamento, la temperatura terrestre è scesa sotto i -100 gradi,  gli ultimi esseri umani  si sono rifugiati su un treno speciale composto da 1001 vagoni, un treno che attraversa all’infinito le lande ghiacciate del suolo terrestre. A bordo  specie animali e vegetali e 3000 esseri umani, separati, in base alla classe sociale di appartenenza e al grado di ricchezza, tra Prima, Seconda e Terza classe.  All’ultimo vagone ( quell’1 finale) c’è il “Fondo”, rappresentato dagli “ultimi” della società, coloro che non hanno potuto pagare il biglietto del treno.

Mentre in prima classe si folleggia tra caviale e champagne, nel Fondo i passeggeri vivono ammucchiati in fatiscenti letti a castello, nutrendosi di barrette disgustose a base di insetti. Il malcontento cresce e si prospetta una rivoluzione guidata da Layton ( Daveed Diggs), ex poliziotto abbandonato dalla moglie e leader del gruppo del Fondo.

A capo di questa traballante  società-treno c’è un certo Signor Wilson , dal volto ancora a noi non noto; è lui che decide ogni cosa ed è a lui che fa capo la misteriosa Melanie e il resto della struttura dello Snowpiercer. E’ proprio Melanie ad assoldare Layton quando un serial killer compie un omicidio in prima classe, rischiando di turbare il delicato equilibrio del treno.

Tematica ambientale e lotta di classe

L’inizio di Snowpiercer si concentra prevalentemente sulla tematica ambientale e sulla narrazione degli eventi catastrofici che hanno portato alla nuova glaciazione sulla Terra.

Ma, è anche interessante come contemporaneamente l’obiettivo viene puntato sulle disparità di trattamento delle varie classi del treno. Molto accurata la visione delle strutturazione di questo microcosmo strano in cui il Tempo sembra essersi dilatato all’Infinito e non si ha reale percezione di come possa essere mantenuto questo equilibrio.

La narrazione procede delineando le forti discrepanze che sussistono fra i gruppi sociali; agghiacciante metafora del classismo, lo Snowpiercer viene rappresentato quasi come una sorta di Lager , dove l’acqua viene razionata e i prigionieri del fondo vivono come ratti al buio, sorvegliati da guardie con fattezze naziste.

Una donna in pelliccia, paradosso della volontà di preservazione delle specie animali, annuncia quale sarà il destino dei “figli” del Fondo, nuove leve da inserire nella macchina sociale del treno, “apprendisti” da promuovere ai vagoni più in avanti, strappandoli alla famiglia e agli affetti familiari.

I legami sul treno non esistono in realtà, trasformati in  chimere ormai lontane o immortalate su nostalgiche foto sbiadite, antichi cimeli sopravvissuti al disastro e che generano ora solo desideri di morte volontaria.

Una crime story fantascientifica

La storia prende poi una piega decisamente Crime quando si addentra nell’omicidio in Prima classe con le indagini fra i vagoni del Treno, i sospetti di cannibalismo e la raccolta degli indizi, non riuscendo però a mantenere il ritmo e il fascino iniziale.

E la debolezza della serie ( parliamo per ora solo dei primi episodi ) sta forse proprio qui: troppe tematiche lasciate poco approfondite o affrontate in modo semplicistico, sceneggiatura debole in molti punti con un protagonista maschile ( Daveed Diggs) poco carismatico, e un cast in cui brilla unicamente Jennifer Connelly.

Nota positiva sicuramente l’assetto scenografico e visivo ( con ambienti ben ricostruiti ) e una fotografia che alterna la lucentezza e il chiarore delle prime classi al rosso sgargiante dell’affascinante carrozza notturna, fino al cupo grigiore del Fondo.

La serie risulta così un po’ fredda e straniante e , mancando di effetto empatico, non riesce  ad eguagliare il fascino e l’intensità del Film di Bon-Joo Ho.

 

 

 

 

 

 

 

 

  

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