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Babylon Berlin: su Sky Atlantic la terza stagione della serie che descrive la fine di un’era

È terminata da qualche settimana la terza stagione di Babylon Berlin. Attraverso 11 episodi gli sceneggiatori ci hanno condotto in una babilonia europea, incerta, precaria, pronta a precipitare e collassare su stessa, seppellendo il mondo tutto con le sue macerie. La fine di un'era

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Una serie senza fretta

La terza stagione di Babylon Berlin ha debuttato a tre anni di distanza dalla seconda. Una scelta che rimarca l’attenta cura dei dettagli e della storyline, non sacrificata a tempistiche volte ad accontentare il pubblico sempre più impaziente. Siamo ormai abituati a una fruizione compulsiva delle serie televisive, dove la necessità di compiacere lo spettatore influenza il prodotto stesso. Tutto questo è assente in Babylon Berlin, il risultato è un’opera attenta e precisa, cui tutti personaggi sono delineati con grande profondità e nulla viene lasciato al caso. La serie ideata da Henk Handloegten, Achim von Borries e Tom Tykwe è l’adattamento dei romanzi di Volker Kutscher, Il pesce bagnato (2010), Babylon Berlin (2017) e, infine, La morte non fa rumore (2018).

Trama Babylon Berlin 3

All’interno dei Babelspberg Film Studios si sta girando uno dei primi film con sonoro dei tempi. La malavita, nella quale agiscono molti boss tra cui l’armeno, gestisce lo sviluppo della pellicola. Improvvisamente, proprio durante le riprese, un macchinario precipita uccidendo la protagonista del futuro film. Quello che doveva essere un banale e tragico incidente si rivela tutt’altro, dando il via alle indagini della squadra omicidi di Berlino, che scoverà una serie di loschi intrecci. A condurre le investigazioni troviamo la collaudata coppia formata da Charlotte Ritter e Gereon Rath. Insieme si troveranno ad affrontare un ostacolo dietro l’altro, che li condurrà al cuore stesso della Repubblica di Weimar. La terza stagione di Babylon Berlin è caratterizzata da una serie di storyline intrecciate tra loro, che sviluppano una narrazione univoca e lineare. Tutte queste apparenti sottotrame convergono verso il vero protagonista della serie, la magnifica città di Berlino e la storia della repubblica di Weimar negli anni 20.

La Germania, un paese troppo grande per l’Europa, allo stesso tempo troppo piccolo per il mondo

Sono i tempi in cui uno spettro si aggira per l’Europa, quello del comunismo. La crisi finanziaria americana,invece, è divenuta una realtà ridisegnando i quadri economici europei. La Germania salassata dalla sconfitta della prima guerra mondiale sta per cambiare pelle, indossandone una ben più mostruosa che farà tremare il mondo intero. Il debole governo della repubblica di Weimar è stretto tra due estremismi, quello rosso, visto come il male assoluto, e il nazionalsocialismo, l’alleato scomodo. Gli sceneggiatori sono stati in grado di partorire una ricostruzione storica eccelsa. Nella terza stagione, infatti, si mostra il legame tra una parte del potere politico repubblicano e il movimento nazionalsocialista, una storia ben simile a quella del nostro paese.

Le vicissitudini dei personaggi compongono un mosaico, piccoli pezzi di puzzle, che sommati insieme formano uno dei momenti storici più importanti del ‘900. Ci imbattiamo nelle storie di giornalisti decisi a smascherare piani segreti dell’aviazione tedesca, bambini e adolescenti che conoscono la gioventù hitleriana, speculatori finanziari pronti a creare un impero sul crollo di Wall Street. Tutto questo sommato dà vita a Babylon Berlin. Una babilonia europea, incerta, precaria, pronta a precipitare e collassare su stessa, seppellendo il mondo tutto con le sue macerie.

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