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Disponibile su Youtube Ieri, oggi, domani di De Sica, con Sophia Loren e Marcello Mastroianni

De Sica con Ieri, oggi, domani aveva intenzione di descrivere uno spaccato della società italiana che invocasse il passato, il presente e il futuro. A rendere indimenticabile la pellicola è sicuramente la recitazione dei due protagonisti, con la Loren in stato di grazia. Il film vinse l’Oscar per il miglior film straniero nel 1965

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Il 24 maggio di 120 anni fa nasceva Eduardo De Filippo. Figlio naturale di Scarpetta. Eduardo, ancora bambino, muove i primi passi sul palcoscenico interpretando il ruolo di Peppiniello in Miseria e nobiltà. La sua produzione teatrale è sterminata, con commedie indimenticabili, come Natale in casa Cupiello, Non ti pago, Questi fantasmi e Gli esami non finiscono mai, solo per cintarne alcune. Si occupa anche del teatro di denuncia, senza abbandonare il genere comico, con Napoli milionaria, collabora con il Premio Nobel Luigi Pirandello realizzando L’abito nuovo e fa sue le teorie sui personaggi, introdotte dallo scrittore siciliano, in Le voci di dentro. Ancora oggi, molte sue opere  vengono adattate al cinema.

L’ultima è Il sindaco del rione Sanità (2019) di Mario Martone. Ma Eduardo si occupò anche direttamente di cinema. Non solo come attore, partecipando a film come Tutti a casa (1960) di Luigi Commencini e Fantasmi a Roma (1961) di Antonio Pietrangeli, ma anche come doppiatore ne I racconti di Canterbury (1972) di Pier Paolo Pasolini. Eduardo De Filippo è stato anche un regista cinematografico in Napoletani a Milano (1953) e autore di sceneggiature per film poi realizzati da altri cineasti. È il caso di Ieri, oggi, domani (1963) di Vittorio De Sica, vincitore del premio Oscar come miglior film straniero del 1965.

Ieri, oggi, domani, disponibile su YouTube, è un film composto da tre episodi che raccontano le storie di tre donne ambientate in tre città diverse. Come filo conduttore delle varie parti del film troviamo la magistrale interpretazione di Sofia Loren e Marcello Mastroianni. Vittorio De Sica si affidò alle personalità culturali più importanti dell’epoca per scrivere questo film. Oltre a Eduardo De Filippo, che insieme a Isabella Quarantotti scrisse Adelina, il primo episodio, si avvalse anche dell’apporto di Alberto Moravia per Anna, il secondo episodio, e di quello Cesare Zavattini per l’ultimo, Mara. Il film usciva nelle sale cinematografiche il 21 dicembre 1963 e veniva prodotto da Carlo Ponti, che già da alcuni anni era legato sentimentalmente la Loren, protagonista dei tre episodi. L’attrice interpreta con disinvoltura tre donne diversissime. Nel primo episodio eduardiano è una donna del popolo. Una venditrice di sigarette di contrabbando nel quartiere di Forcella. Nel secondo episodio, tratto dal racconto Troppo ricca di Alberto Moravia e riadattato per De Sica da Cesare Zavattini e Billa Zanusso, interpreta una donna annoiata dell’alta società milanese. Nel terzo e più celebre episodio indossa i panni una squillo d’alto bordo che ospita i suoi facoltosi clienti nella centralissima piazza Navona.

In Adelina la poesia di Eduardo si sposa meravigliosamente con lo stile di regia del regista. Il drammaturgo scrisse per De Sica una storia che a tratti appare una “favola popolare”, ma il soggetto nasce da un fatto di cronaca vera. Adelina Sbaratti di Ieri, oggi, domani era Concetta Muccardi, contrabbandiera napoletana che per evitare il carcere ebbe ben diciannove gravidanze. Nello stesso modo, il personaggio interpretato dalla Loren costringe suo marito Carmine (Marcello Mastroianni) a un vero tour de force per essere sempre in stato interessante e continuare il suo contrabbando, dando da vivere ai suoi innumerevoli figli e allo stesso Carmine, sempre senza lavoro. Ma Carmine non è infallibile e Adelina vine arrestata. Insieme a una delle sue figlie viene portata nella sezione maternità del carcere di Poggio reale. Ma come avvenne alla vera Concetta, graziata dall’allora Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, anche l’Adelina di Eduardo-De Sica, viene graziata. Ma mentre Concetta Muccardi tornò al suo contrabbando e morì in miseria all’età di 78 anni, il finale del primo episodio di Ieri, oggi, domani sembra promettere ai suoi protagonisti un futuro felice, dovuto al sostegno del popolo napoletano.

Eduardo arricchisce questo soggetto con elementi tipici del suo teatro. La sequenza iniziale ne è un ottimo esempio. Carmine, con l’aiuto del suo amico Pasquale (Aldo Giuffrè), fa sparire i pochi mobili del suo basso per evitare il sequestro. Questo stratagemma viene spesso usato dai personaggi del teatro di Eduardo. E l’intera vicenda di Adelina e Carmine ricorda, in parte, quella della famiglia Joivine di Napoli Milionaria, commedia del 1945. Anche in questo caso uno dei temi della commedia era il contrabbando, ma non di sigarette, piuttosto la borsa nera di generi di prima necessità, sul finire del secondo conflitto mondiale. Eduardo diede un finale molto più tragico alla sua opera, inoltre con questa piecè il drammaturgo aveva anche l’ambizione di trarre un’indagine sociologico del popolo napoletano durante il conflitto. Indagine che non interessa  De Sica che con questo primo episodio di Ieri, oggi, domani offre uno spaccato di folclore, che persisteva e senz’altro persiste ancora oggi nella città di Napoli, quando il resto del paese si apprestava a entrare nel decennio dell’industrializzazione. Il regista aggiunge dei tocchi di colore, come l’imbonitore, interpretato da un giovane Carlo Croccolo, che tra i vicoli di forcella vende grazie da spedire direttamente al Presidente della Repubblica. Deliziosa è la sequenza degli scugnizzi che al ritmo di marcia militare intonano: “Ten’ a panz ten a panz za za za“.

Con il secondo episodio, intitolato Anna, non solo si cambia città – siamo a Milano – ma muta del tutto l’atmosfera. Sofia Loren con la stessa naturalezza con cui aveva dato vita ad Adelina interpreta Anna, moglie di un ricco industriale milanese. La donna per noia si trova ad avere una breve avventura con Renzo (Marcello Matroianni), un uomo di sicuro non ricco quanto lei. Ma basterà un piccolo incidente automobilistico per far emergere le differenze tra i due e sancire la fine della loro breve storia. In questo secondo episodio, il più breve e forse anche il meno convincente dei tre, sono ben visibili le caratteriste della letteratura di Moravia. Anna vive il tipico malessere che provano i personaggi altolocati, come nel romanzo La noia. La donna esprime questo disagio nella lunga soggettiva all’interno della sua Rolls Royce, nel tragitto lungo i navigli per raggiungere Renzo. E quest’ultimo non comprende il malessere della ricca e affascinante donna, anzi sembra prendersi gioco di lei. Quando Renzo prende il volante della potente automobile della donna avviene il corto circuito. Scambia un rossetto per l’accensione dell’autoradio, ma questo è niente. Per evitare l’impatto con un bambino che vende fiori non riesce a controllare l’auto e i due finiscono fuori strada. È in questo momento che emergono le differenze tra Anna e Renzo. La donna si preoccupa solo per la sua automobile, il suo bene materiale, ignorando del tutto il bambino, che ha rischiato di morire. Renzo comprende che non c’è possibilità di confronto, si allontana, mentre Anna cerca aiuto da un uomo ricco quanto lei, lasciando solo Renzo. In questo secondo episodio del film è evidente l’impossibilità di comunicazione tra persone di classe sociali differenti. Caratteristica riconducibile più a Zavattini che al testo di Moravia. Nella scrittura dello sceneggiatore è sempre presente una netta separazione tra ricchi e poveri.

Il terzo e ultimo episodio del film è di sicuro quello più noto, che consacrò la Loren come sexy simbol in tutto il mondo. Questa volta la procace attrice napoletana interpreta Mara, una squillo, e uno dei suoi clienti più affezionati è Agusto (Marcello Mastroianni). La dirimpettaia di Mara è Giovanna (Tina Pica), una vecchia signora bigotta che ospita per un breve periodo Umberto, il nipote seminarista. Quest’ultimo si innamora di Mara e minaccia di lasciare gli studi ecclesiastici, facendo disperare Giovanna. Alla fine tutto rientra grazie alla generosità di Mara e Umberto torna in seminario, per la gioia della nonna. In questo terzo episodio è chiaro l’intendo degli autori: una squillo si dimostra molto più  generosa e pura della “vecchia” timorata di Dio. È un attacco, in chiave ironico, alla società perbenista e cattolica.

In Mara l’interpretazione della Loren emerge su quella degli altri attori, che sono comunque ottimi. Come Tina Pica, interprete storica della commedia all’italiana, che con questo film dà l’addio al cinema. Questo episodio entra nella storia mondiale del cinema, soprattutto per la sequenza finale dello spogliarello, accompagnato dalle note di Henry Wright. Sequenza che verrà riproposta, trent’anni dopo, in Pret a Porter (1994) di Robert Altman.

De Sica con Ieri, oggi, domani aveva intenzione di descrivere uno spaccato della società italiana che invocasse il passato, il presente e il futuro. Intenzione riuscita solo in parte per quanto riguarda l’episodio ambientato nella città di Napoli. A rendere indimenticabile questa pellicola è sicuramente la recitazione dei due protagonisti. La Loren, soprattutto, perfetta nell’interpretazione delle tre donne. Ma anche Mastroianni, che in questo film si sacrifica facendo da spalla, non è da meno.

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