Vivrà la fase 2 da un altro punto di vista, un altro punto di osservazione, Giacomo Verde, morto il 2 Maggio dopo una lunga malattia. Giacomo Verde è stato un creatore e fautore di piccolo grandi eroi tragicomici, di soldati senza nome carichi di umiltà e umorismo. È stato uno dei pionieri italiani dell’arte visiva digitale, iniziando in strada, carico d’ironia ribelle, tra musica, animazione e teatro di strada e successivamente, soprattutto, videoarte. Era un videoArtivista, come si autodefiniva e come lo descrive bene Carlo Infante.
Tra i tanti passati che in questi giorni ci si è sembrato di (essere sul punto di) rivivere, quello delle contestazioni legate al G8 del 2001, ai giorni di Genova, non è uno di quelli che si è presentato con più immediatezza. Eppure, a rivedere oggi Solo limoni, una “documentazione video-poetica in 13 episodi sull’anti-g8 di Genova”, che Giacomo Verde realizzò insieme a Lello Voce nei mesi successivi a quei giorni concitati di luglio, più di un elemento in comune con questa fase di stato di emergenza (o di emergenza di stato) collima con quell’esperienza.
Chi difendeva chi, allora? E chi, nei giorni scorsi? La democrazia non era uguale per tutti, allora come adesso. Dal difendere il corpo diplomatico, il corpo del potere, si è passati a una sorta di più sottile, più subdola, autodifesa dell’intero corpo collettivo, sociale, sull’orlo dell’ammutimento. Perseguire il dissenso, anche con violenza, per un eccesso di zelo, di cura, di responsabilità, rimane una via praticata. Non mancavano mascherine nemmeno allora. Non mancavano volti coperti. Non mancavano divise schierate in nome della sicurezza (inter)nazionale. Non mancavano gesti simbolici forti. C’erano confini da non potere oltrepassare, zone rosse, pass solo per alcune categorie sociali, dispositivi artigianali e professionali di protezione individuale.
Senza entrare qui troppo nel merito dei discorsi geopolitici legati alle conseguenze della globalizzazione, il consiglio è rivedere Solo limoni per avere un’ulteriore chiave di lettura del presente, a partire dagli errori e dagli orrori commessi da chi ci ha preceduto, e per fare esperienza di un esempio di uso ulteriore del linguaggio audiovisivo, una modalità di azione non affrettata, che al raccogliere materiali, al testimoniare registrando il presente, affianca un continuo lavorio di ri-significazione, ri-codificazione di ogni segno e segnale, di ogni gesto, di ogni parola, così come indicava lo stesso autore, per il caso in questione: “Raccontare quello che i mezzi di informazione non riescono a mostrare perchè imprigionati nelle regole della comunicazione-spettacolo e dello scoop. Così molti episodi sono commentati da testi di “poesia militante” in modo da fornire spunti riflessivi che vadano oltre la contingenza dei fatti, e altri usano immagini “effettate” (rallenty, velocity ecc.) e un commento sonoro originale in modo da andare oltre il dato documentaristico comunque presente.
Solo limoni spinge oggi a una sana commozione, non quella che i lacrimogeni provocano agli occhi in rivolta, non quella che i manganelli provocano ai crani dei manifestanti, ma quella per una collettività smarrita, colta dalla melancolia per qualcosa andato (a) male, ma non ancora totalmente scomparso.
Non dimenticando, dentro e fuori quei recinti semi-pubblici nei quali siamo spesso incastrati, dentro quegli spazi semi-democratici, sovraffollati di opinioni virulente e di talk-show fatti di corpi tagliati all’altezza del collo o delle spalle, alcuni dei versi di Bertold Brecht citati in Solo limoni: “Camminare in direzione di posti che non si possono raggiungere camminando è un’abitudine che bisogna perdere. Parlare di faccende che non si possono decidere parlando è un’abitudine che bisogna perdere. Pensare intorno a problemi che non si possono risolvere pensando è un’abitudine che bisogna perdere, diceva Me-ti.”
Per conoscere meglio la vita, l’opera, lo spirito di Giacomo Verde e di chi con lui ha attraversato anni di ricerche e avventure, segnaliamo una Manifest’Azione per Giacomo Verde a cura di Dalila D’Amico in collaborazione con Alessandra Moretti, il 20 Maggio, giornata in memoria all’artista recentemente scomparso, dalle 10.00 alle 22.00 sulla pagina fb del Teatro Biblioteca Quarticciolo
Solo limoni è visibile integralmente e per un’attenta analisi del lavoro suggeriamo questo saggio a cura di Anna Maria Monteverdi, No-Body.