Connect with us

Magazine

Tutto quello che c’è da sapere sulla riapertura dei cinema prevista per il 15 Giugno

Dalle prime reazioni di molti esercenti e addetti ai lavori sembrerebbe di capire che diversi cinema aspetteranno la fine d’Agosto per ripartire

Pubblicato

il

Sabato sera, nello stupore generale dacché sembrava impossibile – almeno fino a qualche giorno fa – ipotizzare una riapertura in tempi così “rapidi”, il nostro Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha reso noto che i cinema ripartiranno il 15 Giugno. Forse sarebbe stato più logico, opportuno e corretto affermare che potranno riaprire da metà Giugno. Già, perché se la notizia ha provocato un brivido di gioia e felicità ai cinefili e agli affezionati del grande schermo, ha altresì suscitato scetticismo e paure di vario tipo presso gli esercenti che si troveranno a fare i conti con i rigidi protocolli da dover applicare e far rispettare ai loro dipendenti e al pubblico.

Innanzitutto è bene ricordare che l’Italia è uno dei pochi paesi al mondo in cui con l’arrivo della bella stagione vengono abbandonate e disertate le proiezioni al chiuso in favore di quelle serali nelle arene all’aperto, che di norma programmano quasi esclusivamente i film della stagione appena conclusa. Perciò, ad eccezione delle grandi catene di multiplex presenti su tutto il territorio nazionale, siamo ormai abituati a vedere la stragrande maggioranza delle sale al chiuso terminare la stagione cinematografica tra la fine di giugno e la prima metà di luglio, con una pausa che per alcuni esercenti si aggira intorno ai due mesi, ovvero fino alla seconda metà inoltrata di Agosto. Quest’anno invece, dopo una pausa forzata di oltre tre mesi per la pandemia da Covid19, le sale dovrebbero riaprire proprio nel periodo in cui di solito si accingono a chiudere i battenti. Siamo sicuri che molte lo faranno, soprattutto le grandi catene di multiplex che sono abituate a proseguire la stagione anche nei mesi estivi e che possono contare su un numero considerevole di posti e schermi. Però, al momento, neanche loro possono sorridere o rallegrarsi di questa ripartenza al buio.

Infatti, oltre alla mancanza di titoli internazionali di grande richiamo (per adesso questa estate sono confermati solo tre blockbuster: Wonder Woman 1984, Mulan e Tenet), non potranno contare sugli introiti ricavati dalla vendita di cibo e bevande perché tra le varie direttive vige anche il divieto del consumo di cibo e bevande e della vendita al dettaglio di bevande e generi alimentari in occasione degli eventi e durante lo svolgimento degli spettacoli. Quindi ad oggi si profilano incassi piuttosto bassi a causa della mancanza del “prodotto finito”, dei mancati ricavi a causa del divieto di vendere cibo e bevande e della concorrenza spietata delle tante piattaforme di streaming che il pubblico ha imparato a utilizzare e conoscere in questo lungo periodo di lockdown.

Per i piccoli o medi esercenti la situazione è ancor più drammatica, dal momento che possono contare su un numero ridotto e limitato di posti a causa del distanziamento interpersonale tra gli spettatori e su una riduzione degli spettacoli giornalieri a causa delle entrate e uscite contingentate e del tempo necessario per la pulizia e la sanificazione degli ambienti tra uno spettacolo e l’altro. E qui una domanda sorge spontanea: le piccole realtà che vanno avanti con personale risicato potranno adempiere a questi rigidi protocolli o dovranno assumere altri collaboratori, sapendo già che incasseranno molto meno di quanto avveniva prima della comparsa del virus?

Dalle prime reazioni di molti esercenti e addetti ai lavori sembrerebbe di capire che diversi cinema aspetteranno la fine d’Agosto per ripartire, nella speranza che siano disponibili titoli di maggior interesse e richiamo e che magari si possano allentare le direttive imposte dal Governo e dalle singole regioni. Certo, da qui al 15 Giugno manca quasi un mese e nel frattempo le case di distribuzione potrebbero escogitare un piano di nuove uscite mirato, valido e articolato, in modo da invogliare gli esercenti e il pubblico a tornare da subito a frequentare i cinema al chiuso. Serve coraggio, forse un po’ di sana follia e magari la piena disponibilità da parte di produttori, distributori e dei nostri autori di punta che sarebbero dovuti uscire coi loro nuovi film in questa primavera.

Per dire, ci sembra difficile o quantomeno improbabile che Carlo Verdone o Nanni Moretti optino per un’uscita estiva, sacrificando i loro nuovi titoli e andando incontro a un temuto e possibile suicidio commerciale in nome della causa e della ripartenza dei nostri cinema. In attesa di vedere quali saranno gli sviluppi e gli scenari possibili in vista di questa agognata/temuta ripartenza, gli unici che in parte possono tirare un sospiro di sollievo sono i cinema all’aperto, che hanno a disposizione l’intera stagione estiva e non hanno bisogno di titoli nuovi e inediti, potendo contare su tutto ciò che è uscito in Italia da fine agosto a inizio marzo. Anzi, potrebbero addirittura trarre qualche beneficio da questa situazione, perché non è da escludere che qualche titolo atteso uscito direttamente in streaming in questo periodo di lockdown, come Favolacce dei fratelli D’innocenzo, possa poi transitare dalle arene estive. C’è solo da augurarsi che il cinema al cinema possa finalmente ripartire, ovviamente in totale sicurezza e nei tempi che i vari esercenti riterranno più opportuni.