Su Raiplay è disponibile Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti di Apichatpong Weerasethakul
Apitchapong ci fa muovere dentro diverse intensità di luce e narrazione, nel racconto e nel dialogo del passato e del futuro, del valore del vivere, del suo scorrere
Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedentidi Apichatpong Weerasethakul è una pellicola a me particolarmente cara. Vinse nel 2010 la Palma d’Oro al Festival di Cannese nella sala stampa, in attesa del verdetto, speravo ardentemente nel più alto riconoscimento. Ricordo ancora la mia esplosione di gioia quando fu pronunciato il suo titolo. Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti mi conquistò, mi stregò al primo sguardo, trasportandomi in un mondo totalmente spirituale immerso nel paesaggio naturale della Thailandia.
Sinossi Nabua, territorio a Nord Est della Thailandia al confine con il Laos, terra di frontiera che diede vita nel 1965 al primo conflitto armato tra agricoltori e governo totalitario. Un luogo in cui ricordi e ideologie estinti rivivono attraverso i discendenti degli agricoltori di un tempo, veicoli della creazione di un immaginario e di un paesaggio onirico in mezzo alla giungla. Lo zio Boonmee è uno di questi. Al termine della sua esistenza, ripercorre, in un viaggio mentale e materiale insieme ai cari che sono con lui, le vite che furono e che sono, le loro fluttuazioni e possibili reincarnazioni.
Il misterioso uomo scimmia, una principessa, un pesce gatto
Nuove forme e sostanze di cinema ce le regala il documentarista, sceneggiatore, produttore cinematografico e videomaker indipendente Apichatpong Weerasethakul, dotato di una sensibilità estremamente sottile e di un sensualismo-esotismo particolarmente denso. Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti si colloca dentro Primitive, progetto artistico multipiattaforma ideato dallo stesso Apichatpong Weerasethakul e ispirato dal libro scritto da un monaco buddista A man who can recall his past lives.
Apitchapong ci fa muovere dentro diverse intensità di luce e narrazione, nel racconto e nel dialogo del passato e del futuro, del valore del vivere, del suo scorrere. Avvalendosi di una tecnologia che potenzia e concentra i sensi tattili, uditivi e visivi, il regista ci rende per la prima volta la natura come mai l’avevamo vista e respirata, quale entità che ci attraversa completamente e alla quale apparteniamo, facendoci ‘riscoprire’ e tornare all’origine di tutto. All’uomo primordiale. L’apparizione del misterioso uomo scimmia e l’amplesso bellissimo tra la principessa e un pesce gatto in uno specchio d’acqua sono le tracce per inseguire stralci di preveggenza di un talentuoso esploratore dai confini evanescenti, e perciò ancora più affascinanti, specie per noi Occidentali.
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