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I miserabili racconta i dannati del nuovo millennio. La recensione del film di Ladj Ly

Nel raccontare la ronda di tre poliziotti della squadra anticrimine, I Miserabili del francese Ladj Ly fa sua la lezione de L'odio, aggiornandola ai tempi di oggi. Vincitore del premio della Giuria nella scorsa edizione del Festival di Cannes, I miserabili è visibile dal 18 maggio sulla piattaforma MioCinema.it e su Sky Prima Fila Premiere

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Cannes matineé

Passato in anteprima alla scorsa edizione del Festival di Cannes, in cui si è guadagnato il Premio della Giuria, I Miserabili del francese Ladj Ly appartiene a quel cinema contemporaneo che rivendica il diritto di dialogare con un pubblico eterogeneo, non per forza cinefilo o specializzato. A farcelo dire, qui come altrove, è la scelta di mettere a disposizione di una struttura di genere, dunque popolare anche nella sua proposizione, l’urgenza di un sentimento personale, come può esserlo quello di chi ha vissuto in prima persona la realtà trasposta sullo schermo.

I Miserabili del francese Ladj Ly appartiene a quel cinema contemporaneo che rivendica il diritto di dialogare con un pubblico eterogeneo, non per forza cinefilo o specializzato

Nel raccontare la ronda di tre poliziotti della squadra anticrimine alle prese con la problematicità di una banlieu parigina (Montfermeil, sede de “Al sergente di Waterloo”, la locanda dei Thénardier raccontata da Victor Hugo ne I miserabili da cui il film prende il titolo), I Miserabili fa sua la lezione de L’Odio di Mathieu Kassovitz, aggiornandola ai tempi di oggi (intercettati, tra le altre cose, nel peso assegnato alle istanze di matrice islamica). Con una differenza sostanziale: se nel film del 1995 il senso di isolamento dei protagonisti rispetto al resto del contesto – amicale e non – era il principio di una diversità incolmabile e la misura dello svantaggio sociale da cui nasceva la ribellione, in quello di Ladj Ly il quadro è corale e condiviso, come anche la solitudine della condizione umana. Non solo le parti in causa – i poliziotti e le varie etnie del quartiere –  intervengono nel film in egual misura, ma l’autore li spinge a farlo nella consapevolezza di avere a che fare con due facce della stessa medaglia. La frase di Victor Hugo, tratta dal celebre romanzo e posta subito prima dei titoli di coda, recita non a caso: “Non ci sono cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo cattivi coltivatori”, alludendo al fatto di avere appena raccontato delle responsabilità del sistema istituzionale, assente e colpevole di una “guerra” le cui vittime si contano da entrambe le parti.

Un tema, quest’ultimo, richiamato da immagini coerenti al pensiero che vi sta dietro, a cominciare dall’evocazione di un’unità nazionale di fatto inesistente, se non quando si tratta di scendere in strada per festeggiare la vittoria dei Blues nei campionati mondiali di calcio, come testimoniato dai frammenti iniziali, antitetici, nell’esibita fratellanza, rispetto all’atteggiamento belligerante e divisorio che di lì a poco sarà il segno distintivo dei rapporti tra le varie fazioni presenti nel quartiere.

I Miserabili fa sua la lezione de L’Odio di Mathieu Kassovitz, aggiornandola ai tempi di oggi 

Dello stesso tenore, ma più sfumata, è la sequenza realizzata con il drone, non tanto per le risultanze narrative, date dall’importanza testimoniale che a un certo punto avranno le sue registrazioni filmate nell’economia della vicenda, e neanche per quelle estetiche, diventando la sua telecamera una sorta di terzo occhio (del regista demiurgo), chiamato a fornire uno sguardo di insieme ai fatti in corso e nel contempo a trasfigurarli su un piano tragico e mitologico. Svelando solo in un secondo tempo che a spiare l’adolescente attraverso la finestra della propria casa non è un poliziotto, come  il contesto porterebbe a credere, ma un coetaneo proprietario del velivolo, il film diventa addirittura profetico di come il sistema sia riuscito a compiere il miracolo di fare dei controllati i controllori, di mettere le vittime una contro l’altra.

Ma non finisce qui poiché, facendo coincidere la progressione narrativa con il climax drammaturgico, I Miserabili raggiunge la sua apoteosi attraverso una sequenza dal sapore romeriano, in cui  la “massa dannata” dà sfogo alla propria rabbia con un assedio degno del miglior zombie movie. Vestiti di nero e con il volto incappucciato, i reietti del quartiere di Montfermeil perdono la loro connotazione umana per diventare la nemesi di un mondo senza pietà. Al suo primo film di finzione, dopo una serie di documentari ambientati nel quartiere natale di Montfermeil, Ladj Ly ha vinto, tra gli altri, il premio Cesar per il miglior film dell’anno.

  • Anno: 2020
  • Durata: 102'
  • Distribuzione: Lucky Red
  • Genere: Drammatico
  • Nazionalita: Francia
  • Regia: Ladj Ly
  • Data di uscita: 18-May-2020

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