Mario Monicelli nasce a Roma il 16 Maggio del 1915. Suo padre Tommaso è un giornalista per Il Resto del Carlino e L’Avanti. La madre Maria è una donna tranquilla ed intelligente. Una brillante carriera è anche quella dei fratelli: Suo fratello Giorgio è un traduttore mentre Furio è uno scrittore che ha raggiunto la fama con il romanzo Il gesuita perfetto. Si trasferisce con la famiglia a Viareggio, frequentando il liceo e l’università a Milano. Qui condivide la sua passione per il cinema con Alberto Lattuada e Renato Castellani scrivendo sulla rivista Camminare. Nel 1934 insieme ad Alberto Mondadori realizza il suo primo cortometraggio in 16 mm Il cuore rivelatore tratto dal racconto di Edgar Allan Poe. L’anno successivo realizza il suo primo lungometraggio I ragazzi della via Paal. Diventa aiuto regista di grandi come Germi, Bonnard e Camerini.
L’esordio alla regia e la collaborazione con Steno
Nel 1949 esordisce alla regia con Steno con il film Totò cerca casa al quale seguono anche Al diavolo la celebrità, Totò e i re di Roma, Guardia e Ladri. Dopo otto anni decide di proseguire da solo la carriera dirigendo Lea Massari in Proibito. Comincia a farsi strada una comicità graffiante e priva di retorica, che presenta personaggi cialtroni ed alquanto ridicoli
I soliti Ignoti ed altri successi
Nel 1958 realizza I soliti ignoti considerato da molti la sua opera migliore avvalendosi di un grande cast nel quale figurano Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Claudia Cardinale, Tiberio Murgia e la partecipazione straordinaria di Totò. Il film racconta di un gruppo di disperati che tenta di rapinare una banca con esiti alquanto deludenti. Collabora con Suso Cecchi D’amico ed Age e Scarpelli per la stesura di commedie come La Grande guerra con Alberto Sordi e Vittorio Gassman che interpretano due soldati poco esemplari e codardi nel 1959 e I compari del 1963 con il quale ottiene la nomination all’Oscar per soggetto e sceneggiatura.
I film in costume ed altre commedie
Negli anni seguenti realizza film in costume dove viene rivisitato in chiave comica il Medioevo come L’armata Brancaleone del 1966 con un sempre impeccabile Vittorio Gassman che interpreta il soldato Brancaleone Da Norcia alla guida di un’armata di miserabili per riconquistare il feudo di Aurocastro in Puglia. Seguono La ragazza con la pistola (1968) Amici miei ( 1975), Un borghese piccolo piccolo ( 1977) e I nuovi mostri dello stesso anno.
Gli anni della crisi
Negli anni seguenti si presta anche come attore in L’allegro marciapiede dei delitti ( 1979) e Sono fotogenico ( 1980). Ritorna alla commedia con Speriamo che sia femmina nel 1986. Negli anni 90, quando il cinema italiano attraversa un periodo di crisi riesce ad ottenere il consenso della critica con Parenti Serpenti dove dirige Alessandro Haber e Cinzia Leone. Seguono Cari fottutissimi amici (1994), Facciamo paradiso (1995) e Panni sporchi (1999)
L’ultimo film ed il suicidio in ospedale
Nel 2006 torna ad affrontare il tema della guerra con Le rose del deserto. Muore suicida la notte del 29 Novembre 2010 lanciandosi dal quinto piano dell’ospedale San Giovanni di Dio a Roma