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La lotta per la sopravvivenza: un thriller ambientato nelle gelide foreste del Canada

È disponibile su Netflix La lotta per la sopravvivenza del regista canadese Patrice Laliberté. Un’opera di genere ambientata nel gelido inverno del Quebec che affronta temi legati ai fanatismi e alle paure del mondo occidentale

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Esce su Netflix La lotta per la sopravvivenza (traduzione molto libera dell’originale Jusqu’au déclin), un thriller firmato dal regista québécois Patrice Laliberté, che si era già messo in mostra con il corto Overpass con il quale vinse il premio per il miglior cortometraggio al Toronto International Film Festival nel 2015

Ambientato nelle gelide e innevate foreste del Canada francofono, il film si focalizza su un gruppo di survivalisti, riuniti per un corso di sopravvivenza a un eventuale disastro ambientale ed economico, e sui rapporti che si creano al suo interno. Sotto la guida dell’esperto ed enigmatico Alain (Réal Bossé), il protagonista Antoine (Guillaume Laurin), uomo fanatico che costringe la moglie e la figlia a esercitazioni notturne per sfuggire a pericoli improvvisi, decide di partecipare, insieme ad altri cinque compagni, a un training di sopravvivenza in condizioni estreme. Completamente isolati nella foresta, privi di cellulari e altri mezzi di comunicazione per imposizione categorica di Alain, il gruppo, composto da quattro uomini e due donne, comincia a esercitarsi nelle tecniche per sopravvivere di fronte a una eventuale catastrofe. Sarà a causa di un incidente che provocherà la morte di uno di loro che le tensioni che stavano covando in seno al gruppo esploderanno, permettendo così alla violenza brutale di prendere il sopravvento, portando la situazione alle estreme conseguenze.

Con un richiamo alle paure del mondo occidentale, il film esce significativamente in un momento particolarmente difficile per l’intera umanità

La cinematografia dello stato canadese francofono del Quebec è conosciuta da noi soprattutto grazie alle opere di Denys Arcand (Il declino dell’impero americano; Le invasioni barbariche) e di Xavier Dolan (J’ai tua ma mere; Tom à la ferme; La mia vita con John F. Donovan). Questo di Patrice Laliberté, realizzato con un budget ridotto, è il primo film québécois ad approdare su Netflix. E lo fa in un momento particolarmente drammatico per l’intera umanità. È naturale che la mente dello spettatore colleghi il disastro ambientale ipotizzato nel film a ciò che tutti noi stiamo vivendo e soffrendo a causa della diffusione a livello planetario del Covid-19.

Ovviamente, le intenzioni del regista non erano così mirate, avendo realizzato il film prima dello scoppio della pandemia. È tuttavia sintomatico come il cinema, in questi ultimi tempi, affronti con sempre maggior frequenza temi che riguardano disastri che portano l’umanità sull’orlo del baratro. Segno che l’attenzione alle questioni ambientali è più vivo che mai. In particolare nel film di Laliberté c’è un forte richiamo alle paure del mondo occidentale, sempre più convinto di doversi difendere dagli attacchi di un nemico esterno.

Per convincere i suoi seguaci della bontà dei propri piani che, oltre a tecniche di autoproduzione di cibo ed energia elettrica, prevede l’utilizzo in grande stile di armi da fuoco, Alain affronta i suoi seguaci chiedendo loro di immaginare cosa potrebbe succedere se: “cinquanta immigrati vi assaliranno con il machete”, racchiudendo in queste parole la visione del mondo di molti americani, fanatici e xenofobi, che non esitano ad armarsi per difendersi dalle loro fobie. Nel momento in cui la morte fa irruzione accampamento, il film inizia a riporre l’attenzione ai meccanismi che regolano il gruppo di persone obbligate a lottare per la sopravvivenza. La tensione, sino ad allora mantenuta sotto traccia, erompe improvvisa, portando alle estreme conseguenze le dinamiche del gruppo, non abituato ad affrontare un pericolo reale e imprevedibile come quello che si genera a seguito dell’incidente. A questo punto la personalità dei personaggi, che sino ad allora avevamo osservato senza immedesimarci particolarmente in essi, inizia a prendere forma e la lotta per la sopravvivenza, evocata dal titolo italiano, acquisterà un valore reale.

Film semplice e realizzato a basso budget, La lotta per la sopravvivenza riesce a mantenere viva l’attenzione grazie a qualche scena di particolare efficacia

Recitato da attori sconosciuti al grande pubblico, La lotta per la sopravvivenza, presentato in anteprima al Rendez-vous Québec Cinéma 2020, è un’opera di genere che, pur nella sua semplicità e povertà di mezzi, si mantiene su livelli accettabili. Alcune scene non mancano di efficacia e la fotografia di Christophe Dalpe esalta i luoghi selvaggi e innevati che fanno da sfondo alla vicenda. Tuttavia il film avrebbe potuto trovare giovamento da un maggior approfondimento delle psicologie dei personaggi e dei temi importanti che pur vengono affrontati, soprattutto nel corso della prima parte.

  • Anno: 2019
  • Durata: 89'
  • Distribuzione: Netflix
  • Genere: Thriller
  • Nazionalita: Canada
  • Regia: Patrice Laliberté
  • Data di uscita: 27-March-2020

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