Co-produzione tra Italia, Germaia Ovest e Canada datata 1968, dal titolo lascerebbe pensare a chissà quale sanguinolenta mattanza di professionisti del crimine. In realtà, invece, si tratta del quinto lungometraggio incentrato sulla figura del detective privato Joe Walker, apparso per la prima volta in 12 donne d’oro. Lungometraggio diretto come diversi della saga dal Frank Kramer che altri non è che il romano Gianfranco Parolini. Il Parolini cui si devono, tra l’altro, trash cult del calibro de I fantastici 3 superman e Yeti – Il gigante del XX secolo. Ed è ancora una volta il Tony Kendall dietro cui si nasconde il nome di Luciano Stella a vestire i panni del protagonista.
Un personaggio affiancato da Tom Rowland alias Brad Harris e rientrante chiaramente nello stuolo di quelli a suo tempo ispirati all’agente segreto James Bond.
Il Rowland capitano della squadra omicidi di New York, in questo caso coinvolto proprio accanto a Walker in un pericoloso intrigo internazionale. Ambientato a Montreal, infatti, Gangsters per un massacro si svolge durante l’Expo per tirare in ballo il malavitoso Arthur Hillary, ovvero Franco Fantasia.
E quest’ultimo veste anche i panni del fratello Robert, che cerca di contattare per recuperare un’ingente somma di denaro da gioielli rubati insieme anni addietro. Da qui, in un miscuglio scenografico di paesaggi canadesi e le nostre Cascate di Monte Gelato, Parolini concretizza circa un’ora e mezza di puro movimento.
Un’ora e mezza che, comprendente nel cast anche la mitica Erika Blanc, guarda in maniera evidente a modelli cinematografici d’oltreoceano. Perché, in fin dei conti, non era ancora esploso neppure il filone poliziottesco, che sarebbe arrivato soltanto nel decennio successivo.
Tra l’altro, il buon Parolini era uno che non poche volte ha manifestato il facilmente intuibile desiderio di emulare la celluloide made in USA. Quindi, strizzando vagamente l’occhio all’umorismo fisico delle comiche del passato, sfrutta dinamiche che, privilegiando il lavoro degli stunt, sembrano addirittura anticipare un altro sottogenere nostrano. Quello diffuso dai grandissimi Bud Spencer e Terence Hill grazie a Lo chiamavano Trinità…, di due anni più tardi. Del resto, proprio come in quel successivo classico, gli ingredienti vincenti di Gangsters per un massacro sono rappresentati da lunghe scazzottate e sparatorie dall’atmosfera western.