Su La7 alle 02,40 (anche in streaming) Romanzo di un giovane povero, un film del 1995, diretto dal regista Ettore Scola. È l’ultimo film in cui lavora l’attore romano Mario Carotenuto, che morirà poco dopo. È stato girato nello stesso fabbricato romano, il Palazzo Federici, in cui era già stato ambientato il film Una giornata particolare, diretto sempre da Scola. Fu presentato in concorso alla 52ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. L’interpretazione di Isabella Ferrari è stata premiata con la Coppa Volpi per la miglior attrice non protagonista. L’interpretazione di Alberto Sordi è stata premiata con la Grolla d’oro come miglior attore protagonista nel 1995. Con Alberto Sordi, Rolando Ravello, Isabella Ferrari, Mario Carotenuto.
Sinossi
La frustrazione e l’insicurezza di Vincenzo, laureato da sei anni e ancora disoccupato, ormai schiavo di un disfattismo sempre meno celato, permettono a un anziano coinquilino di insinuarsi nella sua vita con la proposta di un patto ferino: per trenta milioni il giovane dovrebbe togliere di mezzo la ricca e ingombrante moglie dell’anziano. Quando la donna viene effettivamente trovata morta Vincenzo è subito sospettato.
Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia nell’anno del Leone d’Oro alla carriera ad Alberto Sordi, è il penultimo film del grande mattatore e, per certi versi, una celebrazione del lato oscuro della sua maschera. Collegandosi idealmente alla dimensione nera che l’ha sempre abitato, benché in contesti brillanti come in Piccola posta o Il vedovo, e bagnando il naso alla nascosta (repressa?) natura sadica dell’italiano medio già affrontata in Un borghese piccolo piccolo, Sordi disegna il ritratto di un vecchio meschino, acido e malvagio, intenzionato a uccidere l’ingombrante, assillante e pigra moglie per poter vivere una tardiva ed improbabile storia d’amore con una procace pizzicagnola. Il delitto perfetto, organizzato nei minimi dettagli anche grazie alla routine giornaliera (l’amaro bevuto al bar sotto casa come alibi inattaccabile), ha bisogno di un esecutore insospettabile, e l’anziano signore lo trova in un modesto giovane disoccupato che ha appena trovato lavoro presso un tipografo.
Film minimalista, dalle ambizioni “francesi” (con la carismatica presenza di André Dussolier), Romanzo di un giovane povero non è il miglior Scola per qualche carenza nel ritmo, specialmente nella seconda parte, ma è interessante per l’intrigo inconsueto e la vera, tangibile amarezza di fondo. La prima parte del film, ambientata nello stesso complesso abitativo già al centro di Una giornata particolare, è una sorta di commedia nera più negli intenti che nei risultati, dal momento che il vecchio si limita ad immaginare la morte dell’arrogante moglie e civetta pateticamente con la pizzicagnola. Così come la sceneggiatura di Giacomo Scarpelli ed Ettore e Silvia Scola non rinuncia ad una vena melodrammatica nella storia sentimentale tra l’esordiente (e portentoso) Rolando Ravello ed Isabella Ferrari. I colori lividi e spenti della fotografia di Franco Di Giacomo sottolineano la mestizia e la miseria di una periferia romana in cui tutti si conoscono e l’uno potrebbe costantemente sospettare dell’altro.
La seconda parte è un intreccio giallo dall’atmosfera tipicamente scoliana, basata sulle corrispondenze tra sviluppo della trama e rappresentazione figurativa (analogie rintracciabili con La più bella serata della mia vita), e strutturata come un Hitchcock minore nel dipanarsi delle possibilità di una storia senza uscita. La parte del leone la fa anche qui un Sordi che anche da anziano ha dato il meglio: l’irritante interrogatorio in cui accusa Ravello è un pezzo di bravura. Grazie all’emozionante monologo a favore di Ravello, la Ferrari ha conquistato la Coppa Volpi a Venezia come miglior attrice non protagonista. Ultimo film del grande caratterista Mario Carotenuto, qui impegnato in una parte di sanguigna verità.