Non ho idea di come sia stato possibile ritrovarmi in quel club. Club, parola un po’ troppo aurea per identificare uno localetto dove gli uomini vanno per vedere donne nude che ballano sui cubi e per provare piaceri primitiivi.
Non ho idea di come sia stato possibile ritrovarmi in quel club. Club, parola un po’ troppo aurea per identificare uno localetto dove gli uomini vanno per vedere donne nude che ballano sui cubi e per provare piaceri primitiivi. Vivendo nel mio piccolo paesino di provincia, non avrei mai immaginato l’esistenza di questi pseudo luoghi di ritrovi maschili. Invece, adesso mi trovo su un treno diretto a Londra e sto per andare ad affrontare un altro giorno di lavoro nel regno del porno. La verità è che ho bisogno di soldi e non c’è tempo per le scelte. Ho anche girato parecchie agenzie che offrono lavoro, quelle con cartelli colorati e messaggi troppo belli per essere veri. Mi sono sempre vista respinta a causa della mia età avanzata, ma non posso farci niente se il tempo passa. Una casa da portare avanti da sola, un figlio ormai padre da accudire come un bambino, una nuora che mi sopporta appena. La gioia più grande è mio nipote, Ollie. Il piccolo è gravemente malato ed i dottori credono che sia opportuno portarlo in Australia. Sinceramente non so nulla della sua malattia, sono solo parolone troppo complicate da ripetere e da comprendere. La cosa certa è che il viaggio in Australia costa molto. E noi i soldi non li abbiamo. Oxford Circus, la mia fermata, il club è proprio dietro l’angolo. Mi fa sorridere pensare al nome della fermata della metro, ogni volta che varco la soglia mi sembra davvero di entrare in un circo, dove sono la domatrice di istinti animali maschili che solo io riesco a saziare. Il mio Boss mi ha dato un lavoro grazie alle magie delle mie mani. È strano, non le ho mai considerate altro che mani, e guardandole mi sembrano per giunta un po’ cicciotte, ma a quanto pare sono talmente morbide da permettermi di guadagnare quasi ottocento sterline a settimana. È un po’ scontroso il mio capo, mi considera solamente un mero affare. Non mi piace che mi si consideri così, già mi basta la nomea di vedova delle seghe. In ogni caso, sono sicura che sotto la maschera da capitalista del porno nasconda un’anima sensibile e nobile. Credo proprio che gli farò un regalo. Il natale si avvicina e adoro fare i pacchetti, comprare la carta, le coccarde, sì mi piace proprio. Il gomito destro mi fa ancora un po’ male, ed il dottore del club mi ha proibito di muoverlo, così mi toccherà lavorare con la mano sinistra. Ero un po’ preoccupata riguardo al gomito, ma una ragazza del lavoro mi ha rassicurata dicendomi che si tratta del tipico gomito da seghista e di non preoccuparmi ulteriormente. Non so se questo lavoro servirà al mio piccolo Ollie per guarirlo, ma come nonna ho il dovere di provarci. Non posso stare ulteriormente con voi, è giunta l’ora di mettermi a lavoro. Ho dimenticato di dirvi che mi chiamo Maggie, ma per tutti sono Irina, Irina Palm.
Valeria Dagianti
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