1791, New Orleans. Louis (Brad Pitt), giovane proprietario, è sconvolto per la tragica scomparsa della moglie e del figlio; distrutto dal dolore cerca la morte. Una sera viene “salvato” da Lestat de Lioncourt (Tom Cruise), giovane e affascinante vampiro che vuole renderlo suo seguace. Nonostante la trasformazione, Louis conserva però ancora molto della sua parte “umana”: emozioni e sentimenti mortali sono ancora in lui profondamente radicati e non riesce in realtà ad assecondare la violenta indole di Lestat. Il rapporto tra i due giunge al limite quando Lestat uccide senza pietà una prostituta; Louis fugge e incontra una bambina, Claudia (una giovanissima Kirsten Dunst), che era al capezzale della madre morta. Senza volerlo realmente, Louis morde la piccola e scappa terrorizzato dalla sua parte oscura che sente di possedere dentro. Lestat conferisce anche a Claudia il “dono” del vampirismo e crea un trio che attraverserà il tempo.
È nel 1973 che la scrittrice Anne Rice dà alle stampe il romanzo Intervista col vampiro, primo titolo della saga Cronache dei vampiri
È nel 1973 che la scrittrice Anne Rice dà alle stampe il romanzo Intervista col vampiro, primo titolo della saga Cronache dei vampiri; il cinema ne prenderà spunto nel 1994 con il regista Neil Jordan (che proveniva dal grande successo de La moglie del soldato) e con alcuni dei più grandi nomi di quegli anni d’oro: oltre a Tom Cruise e Brad Pitt, compaiono anche Antonio Banderas, un’acerba ma straordinaria Kirsten Dunst e Stephen Rea.
La regia di Jordan non si risparmia nell’uso di un’estetica di grande impatto visivo, con una scenografia ricca di sontuosi arredi e costumi d’epoca
La regia di Jordan non si risparmia nell’uso di un’estetica di grande impatto visivo, con una scenografia ricca di sontuosi arredi e costumi d’epoca, ambienti che conferiscono alla pellicola un aspetto dark e dandy rendendola una sorta di favola gotica. La violenza è manifesta, ma in modo elegante e sfarzoso, misterioso e inquieto, con una continua tensione emotiva (si pensi alla scena del Théâtre des Vampires a Parigi) dove i conflitti interiori sono importanti tanto quanto le atrocità fisiche manifeste. Il dilemma tra l’essere uomo e bestia insieme resta il fulcro di una storia che si collega alla psicanalisi, trasformando il tema vampiresco in un dibattito di più ampio respiro.
Neil Jordan è molto bravo a usare effetti speciali, ambienti, arredi e ogni altro aspetto tecnico, ma il tutto è sostenuto da un’ottima sceneggiatura
Tra flashback sotto forma di racconti narrati da Louis al giornalista Daniel Malloy (bravo Christian Slater) nella prima parte, forse meglio costruita, c’è un sentore di eternità, ma anche di ironia leggera e il film riesce a tenere alta l’attenzione fino alla fine. La carica drammatica è forte e il personaggio di Louis (un Brad Pitt magnetico) è costantemente pervaso da un’espressione a volte eccessiva di rammarico in volto ma, comunque, con Lestat (un folle Cruise) la pellicola regala una potente immagine di moderno/antico vampiro.
Cult del cinema “oscuro”, Intervista col vampiro è una sorta di dipinto, in bilico tra l’orrido e l’ironico
Neil Jordan è molto bravo a usare effetti speciali, ambienti, arredi e ogni altro aspetto tecnico, ma il tutto è sostenuto da un’ottima sceneggiatura (redatta con qualche libertà rispetto al libro di Ann Rice) che lascia sempre una certa coerenza interpretativa ai suoi attori, tutti davvero straordinari, ma con una nota di merito particolare per la giovane, irresistibile e algida Kirsten Dunst. Cult del cinema “oscuro”, Intervista col vampiro (disponibile in streaming su Netflix) è una sorta di dipinto, in bilico tra l’orrido e l’ironico, che regala due ore di sottile psicologia e crudeltà, ricche ambientazioni e suggestive vicende, con un cast di grandi interpreti.